Due maestre arrestate a Torino. Troppi maltrattamenti negli asili italiani

maestre arrestate

Ancora due maestre arrestate. Qualcosa non va. Troppi casi che riguardano bambini maltrattati negli asili italiani.

Secondo le ricostruzioni questa volta le maestre, madre e figlia, titolari di un asilo privato, avevano addirittura riservato un luogo per i bambini più discoli. Una stanza tutta per loro. Li chiudevano lì, da soli. Per ore sembra. Un fatto gravissimo.

Il problema

Prima di questo però, prima del fatto in quanto tale, il problema va ricercato a monte. Perché non ci si spiega cosa possa spingere una maestra ad arrivare a tanto. Cosa è mancato prima. Probabilmente il rapporto e il dialogo con i genitori dei bambini, la collaborazione. Una necessità che non può passare in secondo piano. Magari nel nome di un’efficienza che poi, non si arriva a conquistare. Perché un bambino chiuso in una soffitta, solo e sicuramente impaurito, non è un risultato. E’ un problema. Una questione che pare riguardi ormai molti asili italiani, pubblici e privati.




E allora bisogna fermarsi, parlare. Parlarsi. Chissà se ora le maestre arrestate penseranno a cosa avrebbero potuto fare per non arrivare alla situazione attuale. Sicuramente, ci sono molte cose che avrebbero potuto evitare di fare. Ad esempio non avrebbero dovuto accettare un numero di bambini superiore a quello stabilito, come invece hanno fatto. Se la gestione dei bambini spesso non è facile già quando il loro numero è proporzionato al numero degli insegnati, figuriamoci quando sono di più.

I fatti

Naturalmente non è tutto. I bambini erano lasciati piangere per ore, venivano strattonati e costretti ad accompagnare le insegnanti a fare le commissioni. Anche con il freddo e probabilmente all’insaputa dei genitori.
Oltretutto le maestre arrestate ospitavano i bambini in una mansarda, senza un adeguato riscaldamento. Certo è il male minore, ma dovranno rispondere anche di questo. Per loro l’accusa, contestata dalla Procura di Torino, è di maltrattamenti continuati in concorso, aggravati dalla minore età delle vittime. Un’età che va dai 3 mesi ai 3 anni.

Daniela Tomellini
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