Nicolas Maduro vince le elezioni presidenziali in Venezuela, venendo riconfermato alla guida del paese per i prossimi 6 anni. I risultati delle urne attribuiscono al presidente rieletto circa il 51% dei voti ma l’opposizione denuncia brogli, sostenendo di “aver vinto in modo travolgente”. A sostegno di questa ipotesi, i sondaggi nei giorni scorsi davano per favorito il candidato dell’opposizione Edmundo Gonzalez . Maduro: “il popolo ha scelto la pace”.
Nicolas Maduro di nuovo presidente
In Venezuela il risultato delle elezioni presidenziali ha lasciato molti a bocca aperta. Dopo che i recenti sondaggi avevano dato per favorito il candidato dell’opposizione Edmundo Gonzalez, ex diplomatico di 74 anni, la vittoria sembrava vicinissima; purtroppo però le cose sono andate diversamente. A vincere è stato di nuovo il presidente uscente Nicolas Maduro, con circa il 51% dei voti contro il 44% dello sfidante, su un’affluenza del 59%.
La vittoria di Maduro però non è priva di critiche e perplessità. L’opposizione denuncia brogli e frodi accusando il regime di aver falsificato i voti, espressi con il voto elettronico, e di aver intimidito i cittadini ai seggi per assicurarsi la loro preferenza. Nello specifico lo schieramento di Gonzalez, sostenuto una coalizione che riunisce quasi tutti i partiti dell’opposizione, sia di centrodestra che di centrosinistra, ha provveduto a posizionare migliaia di osservatori ai seggi per evitare pressioni; ciononostante in molte località questi sono stati “costretti ad andarsene”, non potendo verificare la corretta esecuzione delle votazioni.
Gonzalez ha commentato duramente il risultato delle urne: “I venezuelani e il mondo intero sanno cosa è successo”. A lui si è aggiunta la leader dell’opposizione Maria Corina Machado, alla quale il regime ha impedito di candidarsi, che ha definito i risultati “un oltraggio alla verità” e sostenendo la vittoria “in tutti i settori e in tutti gli stati del Paese” della sua coalizione. Ha chiesto infine alle forze armate di rispettare il volere del popolo: “Non accetteremo che difendere la verità sia considerato violenza”.
Anche Maduro però attacca gli sfidanti, sostenendo di aver subito un “massivo attacco hacker” al centro del Consiglio elettorale: “Sappiamo chi lo ha fatto. Lo hanno fatto perché volevano impedire che il popolo del Venezuela avesse il suo risultato ufficiale. Per poter gridare quello che avevano preparato, gridare alla frode (…) Non permetteremo che scatenino la violenza. Ha prevalso la voce della pace”.
Data la rielezione Nicolas Maduro guiderà il paese fino al 2030, arrivando così ai 17 anni alla guida del paese. Nessuno ha ricoperto la carica per più tempo di lui, neanche il suo predecessore e mentore Hugo Chavez, a cui il leader venezuelano ha dedicato la vittoria con queste parole: “Chavez vive. Chavez questo trionfo è tuo. Hasta la victoria siempre“.
Da quando Maduro è al governo lo status economico del paese è peggiorato, crimine e povertà sono aumentati e l’opposizione è costantemente repressa in modo violento.
Le reazioni degli altri Paesi
Il ministro degli Esteri peruviano, Javier Gonza’lez-Olaechea, ha assicurato che il suo Paese «non accetterà la violazione della volontà del popolo venezuelano». Poche ore dopo il governo di Lima ha richiamato il suo ambasciatore in Venezuela.
Il Segretario di Stato USA Antony Blinken ha espresso “seri dubbi” sulla regolarità della vittoria di Maduro, mentre la vicepresidente Kamala Harris ha chiesto il “rispetto delle volontà del popolo venezuelano”.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, tramite un post su X, ha dichiarato di avere “molte perplessità sul regolare svolgimento delle elezioni in Venezuela”, chiedendo poi che i risultati e gli atti vegano resi accessibili.
Sempre da X arriva durissimo il commento del presidente argentino Javier Milei, che senza mezzi termini definisce Maduro un “dittatore” e che l’Argentina non riconoscerà “un’altra frode in Venezuela”.
Gli unici paesi a congratularsi con il leader venezuelano sono stati Cuba e Bolivia, solidi alleati di Maduro.
Marco Andreoli