Cosa è accaduto
L’8 agosto degli individui armati hanno caricato su un auto priva di targa Williams Davila, italo-venezuelano deputato dell’Assemblea nazionale del Venezuela e forte oppositore del premier Nicolas Maduro. È scomparso anche un altro italo-venezuelano, deputato e oppositore di Maduro, si tratta di Americo de Grazia. Di entrambi le autorità venezuelano non forniscono notizie e resta ancora sconosciuto il luogo dove sono tenuti sequestrati.
Ma nel mirino delle forze di sicurezza, oltre ai leader politici, ci sono anche normali cittadini che non riconoscono la vittoria di Maduro e che per questo hanno dato vita a proteste di massa che il rieletto premier sta cercando di sedare con la forza.
Sono più di 2.200 i manifestanti arrestati in Venezuela per aver protestato contro la rielezione di Nicolas Maduro, illegittima -secondo loro- perché arrivata da elezioni “truccate”. Secondo Amnesty International, tra gli arrestati sono più di cento i minori di età compresa tra i 13 e i 17 anni. Nonostante il 2 agosto il Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) del Venezuela abbia, dopo un riconteggio dei voti, confermato la vittoria di Maduro, il malumore e la rabbia dei venezuelani non si sono placati.
La reazione del Governo italiano
Una nota di Palazzo Chigi esprime tutto il biasimo e la preoccupazione verso i fatti che stanno accadendo in Venezuela:
«Il governo italiano continua a seguire con forte preoccupazione la situazione in Venezuela, in stretto raccordo con i partner internazionali. L’Italia chiede alle Autorità venezuelane di rispettare i diritti di tutti i cittadini e di procedere alla liberazione di tutti gli oppositori politici, condannando fermamente qualsiasi minaccia o privazione delle libertà civili».
Il riferimento è soprattutto ai due oppositori politici italo-venezuelani Davis e De Grazia, di cui non si hanno notizie da più di un giorno. A questo proposito, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha lanciato un appello al presidente del Venezuela in un post su X:
«Maduro liberi gli italo-venezuelani detenuti a Caracas. Continuiamo a seguire gli sviluppi attraverso la task torce che ho attivato presso il ministero degli Esteri. Lavoriamo in coordinamento con i partner affinché il Venezuela possa finalmente tornare ad essere un Paese libero».
L’Istituto Friedman sollecita il ministro degli Esteri del Venezuela
Il Direttore esecutivo dell’Istituto Milton Friedman, Alessandro Bertoldi, in una lettera scritta al ministro degli Esteri venezuelano, Yvan Gil, ha sintetizzato tutto lo sdegno e la rabbia verso il sequestro dei due deputati venezuelani di origine italiana, dei quali chiede “l’immediato rilascio“, ricordando che Davila è stato “sequestrato a Caracas da degli individui armati e portato in una località sconosciuta con delle auto prive di targa“, poco dopo aver “rilasciato un’intervista all’agenzia italiana Adnkronos in cui si è appellato al Governo italiano, chiedendo il supporto dell’Italia nel sostenere la richiesta di trasparenza nel processo elettorale in Venezuela“.
«Signor Gil, Le scriviamo, pur disconoscendo la sua carica di Ministro degli Esteri del Venezuela, nella sua veste di rappresentante del Regime violento e sanguinario guidato dal criminale Nicolas Maduro, il quale ha ripetutamente violato la vostra Costituzione, usurpando il potere e commettendo ogni tipo di violazione dei diritti democratici, civili e umani nei confronti del Popolo venezuelano».
La lettera continua sottolineando la noncuranza delle autorità venezuelane che continuano a non informare l’Italia circa le sorti dei due italo venezuelani:
«Di entrambi non vi sono notizie da oltre 24 ore e in entrambi i casi le Autorità venezuelane abusive che lei rappresenta, le quali detengono l’uso esclusivo della forza in Venezuela, non hanno fornito alcuna notizia su quanto accaduto e sulle sorti dei due deputati».
Alessandro Bertoldi ricorda poi il ruolo che l’Istituto Friedman ha svolto nel sollecitare l’intervento delle Istituzioni:
«Anche su nostra richiesta le istituzioni italiane, portoghesi ed europee stanno chiedendo a gran voce a voi delle spiegazioni circa quanto accaduto e l’immediato rilascio dei due deputati e di tutti gli oppositori politici. Rinnoviamo questo appello»
La lettera infine comunica che la protesta continuerà fino: “al loro rilascio e che voi sarete ritenuti responsabili della loro incolumità in ogni sede, finanche all’incriminazione individuale dinanzi alla Corte penale internazionale, di cui saremo solleciti sostenitori. Ogni ulteriore vostro sostegno a politiche criminali e violente non farà che aggravare la vostra posizione personale dinnanzi alla giustizia“.
Vincenzo Ciervo