L’ambasciatore italiano Brauzzi alla presentazione ufficiale del progetto MRAMP internazionale a Madaba. Che prevede il contributo di due archeologi e docenti dell’Università degli Studi di Perugia.
In Giordania, a Madaba, è stato presentato ufficialmente il Madaba Regional Museum Project’ (MRAMP). Si tratta di un progetto di alto profilo scientifico il cui obiettivo è valorizzare uno dei parchi archeologici della città giordana. Prepararlo all’allestimento di un nuovo museo che dovrà ospitare le collezioni di manufatti antichi provenienti dai numerosi siti della regione.
L’evento ha visto la presenza dell’Ambasciatore Italiano Giovanni Brauzzi e del Direttore Generale del Dipartimento delle Antichità di Giordania Monther Jamhawi. Con loro il Sindaco di Madaba, l’Assistente Governatore per gli Affari allo Sviluppo della regione di Madaba, il parlamentare giordano Abdel Kader Alazaide, il Presidente dell’Istituto d’Arte per il Mosaico di Madaba e di alcuni dirigenti. Giornalisti ed esponenti della comunità locale.
Valorizzare un’eccezionale area archeologica e far nascere un nuovo museo
Per l’allestimento del nuovo museo la scelta, operata dal Dipartimento delle Antichità di Giordania, è ricaduta sul Parco Archeologico Occidentale. Dettata da due principali motivazioni: la prima è la sua grande visibilità. Infatti è situata a breve distanza dal Visitor Center e dalla Chiesa di San Giorgio, uno dei punti più visitati dai turisti dopo il Monte Nebo. Che ospita il memoriale di Mosè. La seconda è motivata dalle diverse attestazioni storiche presenti nel parco. Come la Chiesa dei Martiri, il Palazzo Bruciato di epoca bizantina, famoso per i suoi straordinari mosaici. Diverse strutture abitative che vanno dalla prima epoca islamica a quella ottomana.
Madaba è un punto primario di interesse storico e turistico della Giordania e , attualmente, possiede un solo museo archeologico. Poco efficente sia per la sua posizione che per la mancanza di una adeguata esposizione delle numerose antichità della città. Reperti archeologici che dall’età del Bronzo attraversano tutta l’epoca romana e bizantina fino a quella islamica.
Il progetto del nuovo museo della città di Madaba
Nel 2015, a seguito di un incontro fra i co-direttori Douglas Clark, Andrea Polcaro, Marta D’Andrea e Suzanne Richard con il Direttore Generale del Dipartimento delle Antichità di Giordania, Monther Jamhawi, nasce il progetto del nuovo Museo Archeologico per la città di Madaba e la sua regione. L’intento principale del progetto consiste nel creare un nuovo polo museale per la città, che raccolga i materiali provenienti dagli scavi dell’intera regione. Divenga un punto di sviluppo e diffusione culturale per le scuole e le università, con una stretta collaborazione con la comunità locale.
Dunque, rispecchierà il tradizionale incontro culturale tipico della città di Madaba fra cristiani e musulmani. Ponendo l’accento sulla forte accoglienza della sua comunità e la ricchezza della sua storia. Il progetto prevede la gestione di spazi aperti e spazi chiusi per gli allestimenti del museo, con la creazione di nuove coperture a protezione delle strutture archeologiche e la creazione di tre nuovi ingressi. Il design dell’architettura e delle facciate esterne sarà caratterizzato dalla commistione di stili tipici della cristianità bizantina e dello stile architettonico islamico.
La prima campagna di rivalutazione del parco archeologico si è svolta nel maggio del 2016, con l’inento di ripulire l’area e riportare alla luce l’impronta archeologica. Durante questa prima fase è stata impostata la nuova mappatura dell’area archeologica.
Mappa mosaico, Madaba.L’odierna Umm ar-Rasas, vanta una lunga storia.
Madaba (oggi Umm ar-Rasas) citata dal Vecchio e dal Nuovo Testamento. Fortificata dai Romani impreziosita dai cristiani locali più di un secolo dopo l’inizio della dominazione musulmana con una serie di mosaici in stile bizantino. Antica città dell’altopiano giordano compare per la prima volta nella Bibbia ai tempi dell’Esodo. Verso il 1.200 a.C., periodo a cui si fa risalire una tomba scoperta a est della città. Occupata da tribù di arabi cristiani giunti dalla regione di Karak nel 1880 d.C..
Si estende fino all’Età del Bronzo, attraverso testimonianze dell’Età biblica fino a quella bizantina. Periodo che vide la città diventare il fulcro del pellegrinaggio grazie alla presenza del Memoriale di Mosè sul Monte Nebo. In epoca maccabea (165 a.C. all’incirca) venne nuovamente occupata dagli Ammoniti. Ma, verso il 110 a.C. fu espugnata da Giovanni Ircano. Rimase in mano ebrea fino all’epoca di Alessandro Ianneo e fu una delle città promesse ad Areta, re dei Nabatei, se avesse aiutato Ircano II nella riconquista di Gerusalemme.
Resa tipica città di provincia dai Romani, con strade colonnate, templi e altri edifici, acquedotti e mura di cinta. Tracce della città romana sono visibili nei lunghi tratti di strada lastricata presenti nel Parco Archeologico di Madaba. Attualmente abitata sia da cristiani che da musulmani. Nella città è possibile trovare numerosi reperti antichi, di cui molti esposti nel Museo e nei Parchi archeologici.
Patrimonio culturale come bene pubblico
Il Madaba Regional Museum Project è ispirato al principio del patrimonio culturale come bene pubblico. Finalizzato all’educazione e alla formazione con azioni di collaborazione declinate attraverso diverse modalità e attori. Assieme al Dipartimento delle Antichità di Giordania, le università, le scuole di formazione locali, le maestranze e l’artigianato. Lo scopo è di coinvolgere il più ampio numero di persone possibile a livelli differenziati. Quindi perseguire obiettivi cognitivi e d’informazione diversificati in relazione alle comunità locali. Al turismo di massa, al turismo specializzato, agli specialisti del settore e ai ricercatori.
Felicia Bruscino