La Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze ha annunciato la scoperta di testi inediti di Niccolò Machiavelli. Le carte sono state ritrovate da Daniele Conti durante la catalogazione di un fondo di manoscritti della biblioteca. Hanno promosso il lavoro di catalogazione il direttore Luca Bellingeri e il responsabile del Settore Manoscritti e Rari, David Speranzi.
La nuova opera
Si tratta di un codice costituito da più sezioni, che nel precedente inventario della biblioteca aveva semplicemente il titolo di Cronica. Contiene, però, anche i frammenti di un’opera di Machiavelli, finora sconosciuti. Questi frammenti provengono da un’opera sulla storia italiana ed europea dal 1497 al 1515. Durante questo periodo Machiavelli era cancelliere della Repubblica di Firenze. A quanto pare, aveva deciso di tenere una sorta di diario, annotando informazioni utili per le sue opere letterarie.
La storia del manoscritto
Il “nuovo” manoscritto non è autografo di Machiavelli. Tuttavia sembra provenga da un ambiente molto vicino all’autore, un’officina di copisti coordinata proprio da suo nipote Giuliano. Non a caso, tra gli indizi che hanno portato all’identificazione di Machiavelli, ci sono proprio delle annotazioni del nipote sul manoscritto.
La Cronaca e Il Principe
Anche alcuni aspetti del contenuto e dello stile dell’opera rimandano a Machiavelli.
Ad esempio, in un brano si parla della morte di Cesare Borgia, evento che Machiavelli rievoca anche nel VII capitolo del Principe. Nella sua opera più celebre Machiavelli elogia il condottiero, in un primo momento aiutato dalla fortuna, ma in seguito abile a tenere in piedi il suo potere.
In un altro brano della cronaca, l’autore condanna gli eserciti mercenari. Nel Principe (XII, 4), Machiavelli afferma che è compito dei cittadini difendere fedelmente il proprio territorio con le armi:
Con più difficultà viene alla obbedienza di uno suo cittadino una repubblica armata di arme proprie, che una armata di arme esterne.
I tesori delle nostre biblioteche
La scoperta di una nuova opera di un autore lontano dimostra che le nostre biblioteche conservano ancora un enorme patrimonio di tesori sconosciuti. Per portarli alla luce è necessario investire nella cultura. Anche in operazioni troppo spesso considerate secondarie come la catalogazione delle opere antiche.
Serena Emilia Di Salvatore