Macerata History X
Pensandoci bene: se sei uno squilibrato fascista, automunito e armato a Macerata, di sabato… come passi la giornata? Mica puoi sempre andar per boschi a insegnare il saluto romano agli scoiattoli appena rasati a zero? Dopo dieci – quindici volte và – che fai il tiro a segno coi sorci prima o poi le palle te le rompi!
C’è poco da stare allegri, la strage è mancata per un soffio; e per quanto si voglia minimizzare l’accaduto, affermando che si è trattato solo del gesto isolato di un esaltato razzista, la cosa è preoccupante.
Al di là della gravità assoluta della tentata strage, il clima è pessimo per tanti motivi.
Ad esempio Forza Nuova prende addirittura le difese della sontuosa testa di ca**o e dichiara: “Oggi noi ci schieriamo con Luca Traini”.
Ma che bravi! Eravate a corto di maniaci assassini? Forse il serbo “Igor il russo” è troppo balcanico per i vostri gusti? Non capirò mai i fascisti; fanno tristi distinzioni tra razze superiori e inferiori e poi si fanno ispirare e guidare dalle gesta di cerebrolesi xenofobi. Però i treni arrivavano in orario!
Salvini – che si è trovato lo spostato nelle fila del suo partito – prende le distanze e condanna l’accaduto, senza però rinunciare alla solita e pietosa solfa razzista: “Chi spara deve andare in galera, ma l’immigrazione porta allo scontro sociale”, che equivale a dire: “è orribile… ma ve lo siete andati a cercare! Ma se li affondiamo e affogano nel canale di Sicilia non è meglio? Tanto il mare copre tutto e poi basta dire che miravamo al timone.”
Lo ripeto e lo ripeterò sempre, Salvini ci marcia e guadagna sull’immigrazione più degli scafisti! E tutto questo senza muovere il culo da casa: gli basta insaporire di continuo lo scontro sociale, tenere alta la fiamma del disagio senza proporre alcuna soluzione (e come potrebbe? Nutro forti dubbi persino sull’opponibilità dei suoi pollici!) e il piatto caldo della propensione al fascismo degli italiani è sempre a tavola.
Il leader della Lega mi fa rabbia, come mi fanno rabbia tutti i paraculo molesti. Non fa niente, non sa fare niente, dice solo stronzate, inneggia senza alcuno scrupolo all’odio e al razzismo; e mentre il politicutolo si gratta la pancia una torma di idioti lo segue e lavorano al posto suo, così “la cosa” può tranquillamente continuare ad assentarsi dall’europarlamento per fare le unghie ai criceti … rigorosamente pagati in bitcoin e di pelo bianco!
Quello che però mi fa più paura è il non detto, il non dichiarato, l’intimo indicibile in perenne incubazione.
Quanti avranno pensato – e pensano tutt’ora – che sparare agli immigrati su un’auto in corsa in città è da pazzi ma che è sintomo di una soglia di sopportazione raggiunta e superata? Quanti hanno vergogna di dire, ma non di pensare (o addirittura credere), che in fondo c’è un’indiscriminata invasione di “altri” che rubano lavoro, spazio e risorse? Quanti vedono in questa follia non una malata esaltazione di xenofobia, ma della – ho paura a scriverlo- “comprensibile disperazione?”
E’ su questo “non detto” che si radica sempre la connivenza, perché il non detto è un silenzio, e resterà tale anche quando qualcuno un domani penserà bene di “fare pulizia”, di liberarci dall’altro con tutti i mezzi. Allora quello stesso non detto, quel silenzio, diverrà complicità, perché in fondo nella storia vige inesorabilmente la regola del silenzio assenso.
Comunque dopo tutto un dilemma irrisolto resta: E i Marò?
fonte foto: L’attore Jack Oakie nei panni di Napaloni ne “Il grande dittatore” di Charlie Chaplin