Macachi di Giava (Bali), ladri di classe che non scendono a compromessi

Secondo uno studio canadese, i macachi di Giava sono in grado di stimare il valore degli oggetti. Infatti, ai turisti rubano soprattutto occhiali e dispositivi elettronici, così da aumentare le probabilità di barattarli con il cibo.

Degni allievi di Lupin

tempio di uluwatu macachi di giava
Tempio induista di Uluwatu (Bali)

Nella foresta di Ubud, nei pressi del tempio induista di Uluwatu, è nata una vera e propria associazione a delinquere di scimmie. Infatti, circa 746 macachi di Giava (Macaca fascicularis) sono diventati ladri senza scrupoli, nonché eccellenti negoziatori. Sanno bene cosa ci piace e quanto ci teniamo, motivo per cui preferiscono rubare una macchina fotografica piuttosto che un cappello. Tuttavia, recuperare la refurtiva è possibile: basta offrire loro del cibo. Tanto cibo. Preferibilmente di qualità. Insomma, qualora si decida di visitare il meraviglioso tempio di Bali, è opportuno mettere in conto la possibilità di dover avviare una stravagante trattativa con qualche scimmia affamata, che peraltro difficilmente scenderà a compromessi.

Lo studio

Pubblicato su Philosophical Transactions, è stato realizzato dalle università di Lethbridge (Canada) e di Udayana (Indonesia) tra il 2016 e il 2016. I ricercatori hanno filmato il comportamento dei macachi di Giava nei confronti dei turisti per 273 giorni, focalizzando l’attenzione sulle fasi di furto e trattativa. La popolazione osservata comprendeva 333 individui fra maschi e femmine di età differenti. Gli animali erano abituati alla presenza dell’uomo, grazie anche alla presenza del personale del tempio che, quotidianamente, offriva loro del cibo. Sebbene già esistessero diversi studi sulle capacità di baratto dei macachi, questo è stato il primo realizzato in un ambiente naturale e non di laboratorio. Partendo dall’osservazione di alcuni comportamenti caratteristici, il professore Jean-Baptiste Leca ha ipotizzato che le scimmie del tempio fossero in grado di stimare il valore degli oggetti da rubare, in modo da massimizzare i loro profitti.




I risultati

I ricercatori sono giunti a tre conclusioni principali:

  1. apprendimento esperienziale, i comportamenti vengono appresi durante la giovinezza (1-4 anni);
  2. selezione basata sul valore dell’oggetto, le scimmie più anziane hanno una capacità di valutazione degli oggetti migliore;
  3. massimizzazione del profitto, i macachi di Giava sembrano in grado di prendere decisioni economiche, almeno da quanto emerso durante le osservazioni.

Apprendimento esperienziale

In genere, le azioni di furto e trattativa prevedono delle interazioni complesse, che necessitano di un periodo di apprendimento per essere poi messe in atto. Infatti, il successo del furto e della trattativa aumenta significativamente negli esemplari subadulti (età > 4 anni) e adulti (>6 anni). Tuttavia, il miglioramento non dipende solo dall’esperienza, ma anche dalla maturazione fisica della scimmia. Quest’ultimo elemento è particolarmente evidente nella fase di furto, durante la quale l’animale deve applicare una forza fisica notevole per strappare l’oggetto al turista. Si ricorda che nei primati l’apprendimento di un certo comportamento necessita sia dell’osservazione sia della pratica per essere pienamente padroneggiato.

Selezione basata sul valore dell’oggetto

Dopo aver escluso che la scelta di determinati oggetti fosse influenzata dalla loro disponibilità e/o facilità di cattura, i dati hanno dimostrato una differenza significativa fra le capacità valutative delle scimmie anziane e di quelle più giovani. Infatti, i macachi adulti scelgono sempre oggetti di valore medio-alto rispetto alle scimmie adolescenti, nelle quali invece non si osserva una selezione preferenziale significativa. Questi risultati sono coerenti con quanto rilevato in altre specie di primati non umani in laboratorio.

Massimizzazione del profitto

È stato osservato che i macachi di Giava hanno sviluppato delle ottime abilità cognitive per gestire le trattative con i turisti. Infatti, come riportato dai ricercatori, a seconda dell’oggetto rubato la quantità e la qualità di cibo richiesto dagli animali varia. Ad esempio, rubare macchine fotografiche, smartphone e occhiali permette alle scimmie di pretendere e poi ottenere cibo migliore, perché i turisti sono più propensi ad assecondarle per riavere quel tipo di refurtiva. Al contrario, se rubano oggetti di poco valore, durante la trattativa accettano ricompense meno gradite. Anche questi dati concordano con quanto osservato in laboratorio con specie di primati non umani.

Furto e baratto, “espressioni di intelligenza culturale” nei macachi di Giava

Vista la mole notevole di dati, i ricercatori hanno suddiviso gli oggetti rubati in sei categorie, a seconda del tipo di riscatti richiesto dalle scimmie. Ad esempio, le custodie vuote di occhiali o macchine fotografiche sono considerate di basso valore, mentre gli oggetti di elettronica hanno un alto valore. In genere, dal personale del tempio i macachi ricevono soprattutto uova crude, cracker e frutta, ma ogni scimmia ha comunque le sue preferenze, quindi è stato opportuno comprendere prima le abitudini alimentari di ogni esemplare; Se questo non fosse stato fatto, i risultati delle osservazioni avrebbero potuto essere falsati. In più occasioni, i ricercatori hanno visto che, per recuperare i dispositivi elettronici o gli occhiali, i turisti dovevano offrire alle scimmie le uova crude,  ovvero uno degli alimenti tendenzialmente preferiti dai macachi di Giava.




Le origini evolutive della cultura economica

I processi decisionali economici osservati nel tempio non hanno precedenti negli studi in natura, sebbene nella foresta di Ubud  le scimmie siano abituate all’uomo. Ad ogni modo, il furto e il baratto sono attività cognitivamente complesse per i macachi e, infatti, è lecito parlare di “primo esempio di economia simbolica mantenuta culturalmente negli animali selvatici”. Lo studio delle capacità di scambio nei primati non umani ha origini antiche ed è utilizzato soprattutto per cercare di comprendere le origini evolutive dei sistemi monetari umani. Tuttavia, quanto osservato in laboratorio non è mai stato veramente attendibile per questo tipo di indagini, in quanto le condizioni controllate sono particolari. Di conseguenza, i comportamenti osservati non sono confrontabili con i comportamenti economici umani del mondo reale.

Uomo e scimmia, una convivenza difficile

Indubbiamente i macachi di Giava sono diventati esperti nel selezionare “cosa rubare ai turisti distratti che non ascoltano le raccomandazioni dei guardiani”, afferma Leca. Purtroppo, le scimmie sono animali difficili da gestire e, infatti, in più zone del mondo ci sono oggettivi problemi di convivenza con l’uomo, perché devastano raccolti e fanno irruzione nei villaggi. Addirittura, in maggio hanno attaccato un operatore sanitario, rubando i campioni di sangue di pazienti positivi al Covid-19. Un evento che ha fatto scattare subito l’allarme di possibili nuovi focolai, se la refurtiva fosse stata abbandonata in zone densamente popolate.




Pandemia e aggressività: cosa potrebbe succedere?

In Thailandia, le autorità hanno ordinato la sterilizzazione di molti macachi a causa del tasso di aggressività dimostrato negli ultimi mesi. Infatti, l’emergenza sanitaria ha drasticamente ridotto il flusso di turisti e, di conseguenza, le disponibilità di cibo per le scimmie, che infatti sono diventate molto più irascibili. Purtroppo, si teme che questo fenomeno possa verificarsi anche in altre zone turistiche, nelle quali, quando torneranno i visitatori, il rapporto uomo-scimmia potrebbe diventare pericoloso per entrambi.

“Do ut des”

È curioso, anche le scimmie hanno compreso subito la nostra dipendenza dalla tecnologia. E mentre noi spendiamo cifre da capogiro per smartphone di ultima generazione, per una scimmia valgono circa un paio di uova crude oppure tre banane. Questione di gusti.

Carolina Salomoni

 

 

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