Il Lussemburgo e la dignità animale

Il governo del Lussemburgo ha presentato una proposta di legge che introduce il concetto di dignità animale operando una vera e propria rivoluzione.

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Il piccolo Granducato del Lussemburgo sta operando una grande rivoluzione nel campo del benessere animale. Il governo ha presentato una proposta di legge che aggiorna un codice del 1993 ritenuto superato e viene introdotto il concetto di dignità animale.

Per la prima volta si stabilisce, con valenza giuridica, che gli animali sono esseri viventi dotati di sensibilità, riconoscendo che provano dolore ed emozioni.

Le norme sono rivolte non solo a tutela di cani e gatti ma anche degli animali d’allevamento: il divieto di uccidere i pulcini maschi nelle strutture che producono uova, di mettere in palio animali nelle lotterie o gare, di allevarli per combattimenti clandestini, per la produzione di pelle o pelliccia.

Cani e gatti potranno essere venduti soltanto negli allevamenti certificati e controllati, per arginare il fenomeno del loro sfruttamento da parte di pseudo-allevatori che li fanno riprodurre in condizioni aberranti, li separano troppo presto dalla madre e li rivendono in tutta Europa a prezzi stracciati a commercianti senza scrupoli.

In Norvegia si sta sperimentando un’unità di polizia destinata a indagare sugli atti di crudeltà nei confronti di animali partendo dal presupposto che chi fa male alle bestie è incline alla violenza anche con le persone. La prevenzione è un’ottima difesa.

In Italia invece si stanno smantellando il Corpo Forestale dello Stato e la Polizia Provinciale che svolgono un ruolo di controllo nel settore del benessere animale.

Da qualche parte bisogna risparmiare per recuperare fondi e consentire agli enti previdenziali di erogare i vitalizi agli ex parlamentari, dato che i contributi da loro versati non sono sufficienti a coprire le spese: non si può certo pensare di applicare anche a loro le regole del sistema contributivo in vigore per tutti i lavoratori!

La proposta del Lussemburgo è un passo importante per iniziare a trasformare gradatamente la mentalità dei cittadini. La legge può imporre ma il processo di acquisizione etico è lento.

La realtà è purtroppo triste: oltre alle misere condizioni in cui versano gli animali negli allevamenti intensivi c’è il brutale fenomeno dell’abbandono.

Ho letto la storia di un esodato di sessantadue anni che risiede nei pressi di Ravenna. Un uomo che non era mai stato animalista ma che si è imbattuto per caso in situazioni in cui l’inciviltà delle persone lo ha spinto a utilizzare il tempo a disposizione per salvare gli animali che vengono gettati nei cassonetti della spazzatura.

Un giorno trovò una scatola contenente una coniglietta sofferente di diabete. Racconta di rinvenire non solo cani e gatti ma anche conigli, cavie, tartarughe, iguane e una volta un serpente.

Individui che è riduttivo definire egoisti, prendono un animale considerandolo un gioco e, quando si stancano o si ritrovano con una cucciolata indesiderata, se ne liberano in quel modo.

Il protagonista dell’articolo si alza nel cuore della notte un paio di volte la settimana e, da solo o con un amico, perlustra i cassonetti alla periferia della città prima che arrivi il compattatore: il silenzio aiuta a sentire i loro richiami. Li raccoglie, li cura, li fa vaccinare e poi trova loro una famiglia, controllando che sia davvero fidata.

Le sorprese sono però sempre in agguato: una volta gli riportarono indietro un coniglio per ché il suo colore non era più gradito e un cane perché… abbaiava!

Le persone agiscono con leggerezza ispirate da ragioni esteriori, magari uno spot pubblicitario o il film in voga che mostrano la superficie attraente di un cucciolo. Quando scoprono l’impegno quotidiano che comporta, l’entità delle spese di mantenimento o una malattia, dissolvono in fretta l’entusiasmo iniziale e risolvono la seccatura abbandonandoli per strada o gettandoli nel cassonetto come una confezione avariata di cibo.

L’esistenza di una normativa che punisce un gesto violento è importante ma non lo impedisce. Ogni tanto si trovano anche neonati abbandonati nei sacchetti della spazzatura.

E’ preoccupante questa incapacità ad assumersi responsabilità, a portare avanti un proposito con la volontà di affrontare e superare le difficoltà che sorgono… rispecchia una tendenza della nostra società a sfruttare ciò che fa comodo, che piace, che apporta vantaggi scansando quel che infastidisce e si trasforma in un peso.

La razza umana dimostra una contrastante varietà di attitudini: è capace di voli elevati e leggeri che le fanno raggiungere orizzonti impalpabili ma allo stesso tempo è autrice di atti inspiegabilmente crudeli e insensibili. Forse la sua parte primitiva, per cui la necessità di sopravvivere rende avidi e spietati, non riesce ad adeguarsi alla rapida evoluzione della società?

Il benessere provocato dalla scienza e dalla tecnologia ha protetto l’uomo dagli agenti che ne minacciavano la sopravvivenza, ma nel gruppo non ha mai dimenticato la propria individualità, che ha costituito il motore delle sue azioni. Forse manca la consapevolezza che i membri del gruppo sono interconnessi tra loro e col pianeta in cui vivono, convinti che la prevalenza dell’io continui a tutelarli fisicamente?

C’è una pulsione che spinge l’uomo a innalzarsi e abbracciare quanto lo circonda e un’altra che invece lo porta a involversi dentro di sé, rischiando di condurre il pianeta al collasso.

Quali delle due spinte riuscirà a prevalere?

Paola Iotti 

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