L’isola di Vancouver, in Canada, è terra di mare e di boschi, del vento pungente e dei raggi del sole che disegnano giochi di luce incantati. E’ la terra che si racconta nei libri delle fiabe, dove miti e leggende, natura e civiltà si uniscono, dove lo spirito e la ragione si incontrano. Un luogo unico in una modernità che ci ha portato a privarci e dimenticare sempre di più questi privilegi. Li è cresciuta Debra Bernier. Artista canadese, nelle sue sculture in legno c’è l’essenza della sua terra, e quel contatto con madre natura da non dimenticare…
L’arte si fa con il cuore prima ancora che con le mani. Banale forse, ma vero nel caso di Debra Bernier. Con il cuore, o meglio ancora con lo spirito. I suoi lavori nascono nei boschi e nelle spiagge dei dintorni di Victoria, la città dove è nata e cresciuta. Nascono da lunghe passeggiate, da ore di meditazione e solitudine trascorse immersa nella natura più profonda. Li, dove il contatto con l’essenza più profonda si respira sin dai primi passi, dove si è circondati a tal punto da farla diventare parte di sé stessi e da creare un legame viscerale che dura per la vita. La si conosce in ogni minimo suono, rumore, colore.
L’artista e madre natura
Debra Bernier raccoglie legno, conchiglie, argille, radici dalle sue lunghe passeggiate. Già in parte plasmati dall’azione dell’acqua, del vento, della sabbia. La natura infatti nell’arte della scultrice non è solo protagonista, ma anche ispirazione, e soprattutto co-artista di opere uniche. Per dirla nelle sue parole, “Un opera d’arte fatta da un’artista e madre natura”. Debra Bernier coglie gli spunti e l’indirizzo che il materiale regala, e le forme dalla sua mano con assoluta precisione prendono vita e sembrano quasi uscire dal legno lavorato. Abbastanza da svelare i soggetti – spiriti dei boschi per lo più, ma anche donne, bambini, animali. Ma quanto basta da lasciare quel senso di mistero, spiritualità e intenso contatto con la natura. Raffinate abbastanza da fare intendere l’abilità tecnica dell’artista, ma non abbastanza da far si che la pulizia del lavoro faccia dimenticare a chi si debba davvero la presenza di quell’oggetto e di quel materiale.
Il risultato sono opere d’arte – sculture, vasi, ciotole e tanto altro, visibile nel profilo dell’artista – che rassicurano e inquietano al tempo stesso, appartengono e sono estranee contemporaneamente. Luoghi e sensazioni che fanno intensamente parte dell’umanità, ma il tempo ha reso estranee ai più.
Proprio questo è il vero messaggio: ricordarsi di essere parte del meraviglioso disegno della natura.
Beatrice Canzedda