Keith Haring fan e celebrità come Madonna e Brooke Shields tra quelli che hanno onorato l’artista e attivista leggendario, in quello che sarebbe stato il suo 60esimo compleanno. Haring, tra i tanti è stato quello in grado di codificare un linguaggio espressivo totalmente comprensibile alla sua generazione. Ma anche a quelle successive.
Visibilmente puerili i suo soggetti lo hanno portato ad essere tra uno degli artisti più riprodotto del ‘900. La determinatezza nella sua arte, avvolta in una in una miscela esplosiva, va dai famosi omini all’uso inappuntabile del tratto del pennello. Dai colori roventi fino alle forme stilizzate. In grado di cogliere chiunque, anche il più scettico. La sua creatività ha invaso le più grandi città al mondo, manifestandosi a pieno i ogni progetto.
Nell’arco della sua carriera, Keith Haring ha dedicato gran parte del suo tempo a lavori pubblici, che molte volte portavano messaggi sociali. Ha realizzato più di 50 opere pubbliche tra il 1982 e il 1989, in diverse città in tutto il mondo. Alcune di esse sono state create, in beneficenza, per ospedali, centri diurni per bambini e orfanotrofi. I avori di Keith Haring sono sparsi in giro per il mondo.
Malgrado la malattia, creatività e lavoro non si sono mai arrestate, ha lavorare fino all’ultimo giorno di vita, presente in più di 100 mostre personali e collettive. Comunicando concetti universali Haring è stato in grado di portare a se l’attenzione di un vasto pubblico, tramutando il proprio segno nel linguaggio visivo del 20 ° secolo.
Artista indimenticabile e sostenitore dell’accessibilità dell’arte
Keith Haring a Reading in Pennsylvania, il 4 maggio del 1958. Si trasferì a New York nel 1978 – per studiare pittura – dove trascorse il resto della sua vita e divenne uno degli artisti più famosi del periodo. In parte fu merito del padre, appassionato di fumetti, che insegnò al figlio sin da piccolo a disegnare. Si trasferì a Pittsburgh, prima di arrivare a New York nei primi anni ’80, periodo della sua vita fondamentale.
Si accosta e stringe amicizia con Jean Michel Basquiat, artista che cambia i codici e con Kenny Scharf. Inoltre con musicisti, artisti di performance e writers che costituivano la comunità artistica alternativa in cui si era inserito. Ambiente underground newyorkese che lo travolge e lo spinge a organizzare e a partecipare a mostre e performance al Club 57. E in altre sedi alternative.
Inoltre Haring sotto l’influenza dell’innovazione e dall’energia dei suoi contemporanei, ispirato dal lavoro di Jean Dubuffet, Pierre Alechinsky, William Burroughs e Brion Gysi. Anche il manifesto di Robert Henri, The Spirit Art, che affermava l’indipendenza fondamentale dell’artista. Con queste influenze Haring è contribuisce a spingere gli impulsi giovanili verso un tipo singolare di espressione grafica basata sul primato della linea.
Il suo lavoro espressivo conteneva elementi di pop art e graffiti, e le sue persone stilizzate e squadrate e gli animali sono diventati iconici. Oltre alla sua prolifica produzione artistica, che comprendeva dipinti, disegni murales, statue su larga scala, era un attivista. Haring partecipò alle dimostrazioni ACT UP, oltre a fornirgli materiale illustrativo, a difesa di coloro che vivono con l’HIV / AIDS.
Haring il 16 febbraio 1990, all’età di 31 anni morì, a causa di complicazioni legate all’AIDS. Nonostante la sua carriera sia durata solo un decennio, ancora oggi è riconosciuto come uno degli artisti più famosi e influenti della sua generazione. L’anno prima della sua morte, ha fondato la Keith Haring Foundation per fornire finanziamenti e immagini alle organizzazioni per l’AIDS e ai programmi per bambini.