Luigi Di Maio, capo politico del M5S, chiede un voto di legittimazione sulla piattaforma Rousseau che lo autorizzi a procedere nel suo mandato politico.
Da poche ore è comparso sul Blog delle Stelle il post in cui viene annunciata la votazione per domani 30 maggio, dalle 10 alle 20. Dopo la disfatta elettorale delle Europee Luigi Di Maio cerca l’appoggio dei propri elettori pentastellati per la propria posizione all’interno del Movimento.
“Chiedo di mettere al voto degli iscritti su Rousseau il mio ruolo di capo politico, perché è giusto che siate voi ad esprimervi” così Di Maio, anche su Facebook, e poi continua “Gli unici a cui devo rendere conto del mio operato.”
A quanto pare le ultime riunioni del M5S sono state cruciali per Di Maio, ma non solo per lui, infatti Primo Di Nicola si è dimesso da vicecapogruppo del Senato e Gianluigi Paragone ha ammesso la necessità di revisionare i molteplici ruoli attribuiti a Di Maio.
Lo stesso Paragone, poi, ha annunciato che consegnerà le dimissioni da parlamentare a Di Maio, dal momento che, avendo rilasciato un’intervista al Corriere della Sera che riporterebbe un titolo erroneo, non avrebbe intenzione di “passare per traditore”.
Il post di Di Maio continua: “Nelle ultime quarantotto ore hanno detto di tutto contro di me. Dichiarazioni di ogni tipo da ogni parte.” Riferendosi probabilmente alla stampa e ai media in generale, Luigi Di Maio approfitta del blog per uno sfogo. Poi riprende: “La vita, per ognuno di noi, è fatta di diritti e doveri. Non scappa nessuno. Non mi sono mai sottratto ad alcuna responsabilità, in questi anni ci ho sempre messo sempre la faccia.”
Il discorso si chiude con l’invocazione al popolo sovrano “Prima di ogni altra decisione, oggi ho anche io il diritto di sapere cosa ne pensate voi del mio operato. Voglio sentire la voce dei cittadini che mi hanno eletto capo politico qualche anno fa. Quindi a voi la parola.” Di Maio rimette il proprio destino nelle mani della piattaforma Rousseau.
Si era parlato, tempo fa, della reale legalità di operazioni simili, soprattutto per il fattore privacy. Si ricordi, infatti, che l’Associazione Rousseau ha dovuto pagare una multa per violazione della privacy, multa a cui non si è sottratta in quanto è stata riconosciuta la fondatezza delle accuse.
Viene da riflettere, poi, su l’atteggiamento dei pentastellati che sembrano prendere le dimissioni come una dimostrazione di coraggio e di lealtà. L’ottica semplicistica attraverso cui questo ragionamento potrebbe essere letto tralascia piccoli particolari, parole che, forse, andrebbero soppesate con più cura da Di Maio: “Gli unici a cui devo rendere conto del mio operato.” Non ne saremmo così sicuri.