Oggi, 19 giugno 2024, la Commissione Europea ha raccomandato l’apertura di una procedura per deficit eccessivo nei confronti di sette Stati membri: Italia, Francia, Belgio, Ungheria, Polonia, Slovacchia e Malta. Questi paesi hanno superato nel 2023 la soglia consentita dalle regole europee per il disavanzo dello Stato, ossia la differenza tra entrate e uscite che, se negativa, contribuisce all’aumento del debito pubblico. La decisione della Commissione era prevista, data la spesa significativa sostenuta per affrontare la pandemia di COVID-19 e la crisi energetica. Oggi l’istituzione europea ha annunciato infatti il verdetto ufficiale: “la procedura per deficit eccessivo è giustificata”.
La decisione della Commissione europea e il ruolo del Consiglio dell’Unione Europea
La raccomandazione della Commissione per l’apertura della procedura per deficit eccessivo deve ora essere confermata dal Consiglio dell’Unione Europea, che si pronuncerà nell’arco di un mese. Questo passaggio è necessario per l’apertura formale della procedura per deficit eccessivo. La conferma è praticamente certa, specialmente per paesi come l’Italia, che presentano un rapporto tra deficit e PIL e tra debito pubblico e PIL molto superiore ai limiti consentiti.
In particolare, grande preoccupazione è nei confronti dell’Italia, che ha i suoi conti pubblici attualmente sotto sorveglianza. Paolo Gentiloni, attualmente commissario per l’Economia, ha affermato che questa procedura non significa un ritorno all’austerità, ma una “prudenza di bilancio”.
Indicatori economici preoccupanti
Secondo le regole del Patto di stabilità e crescita, i membri dell’Unione Europea devono mantenere il debito pubblico sotto il 60% del PIL e il deficit entro il 3%. Nel 2023, l’Italia ha registrato un deficit pari al 7,4% del PIL e un debito pubblico del 137% del PIL, ben al di sopra delle soglie previste. La Francia e altri sei paesi presentano situazioni simili, con deficit significativamente al di sopra del limite del 3%.
Quello che preoccupa la Commissione europea è anche la previsione del benessere economico dell’Italia: “in dieci anni, il rapporto del debito pubblico e il PIL aumenterà fino al 168%”, come spiega l’analisi economica di Bruxelles. Questo significa che l’Italia è chiamata ad attuare le riforme di bilancio e i piani degli investimenti previsti nei progetti di ripresa nazionali. Questo significa che le politiche economiche dovranno concentrarsi più sulla liberalizzazione, taglio al cuneo fiscale, riforma della giustizia e del catasto e della pubblica amministrazione. In particolare, l’Italia è chiamata a rispettare tutti gli investimenti previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
A proposito del taglio al cuneo fiscale, Giorgetti ha dichiarato l’importanza di rispettare questo pilastro economico. Il ministro dell’economia e delle finanze in Italia lo ha definito un must, “un impegno assolutamente inderogabile”.
Flessibilità delle nuove regole
Nonostante i deficit elevati, non tutti i paesi che hanno superato la soglia del 3% sono stati inclusi nella procedura per deficit eccessivo. Le nuove regole del Patto di stabilità e crescita, infatti, sono più flessibili e concedono alla Commissione maggiore discrezionalità nelle valutazioni. Ad esempio, l’Estonia, con un deficit del 3,4%, è stata esclusa dalla procedura per deficit eccessivo a causa del notevole aumento della spesa per la difesa dovuto alla vicinanza con la Russia.
Per i sette paesi indicati, la procedura per deficit eccessivo sembra inevitabile, vista l’entità dei loro deficit. La Romania, già in procedura dal 2020, non è stata inclusa nella recente valutazione. Se la procedura sarà confermata, la Commissione richiederà a questi paesi di adottare piani di riforme e di riduzione della spesa per ristabilire l’equilibrio nei conti pubblici. I dettagli specifici delle misure richieste non sono ancora stati comunicati.
Il contesto politico e sociale
La raccomandazione sulla procedura per deficit eccessivo da parte della Commissione arriva in un momento di grande incertezza politica ed economica per molti di questi paesi. La Francia, ad esempio, sta attraversando una crisi politica e ha visto il suo ultimo avanzo di bilancio nel 1974. L’Italia, dal canto suo, si prepara a negoziazioni difficili con la Commissione Europea, complicate ulteriormente dalla posizione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Nei prossimi mesi, i sette paesi interessati dovranno chiarire le loro intenzioni sulla politica economica. Per l’Italia, questo significherà prendere decisioni difficili per ridurre il deficit, che potrebbe comportare la cancellazione di alcune misure di spesa o un aumento delle tasse. La Commissione Europea ha già concesso un periodo transitorio fino al 2027 per rientrare gradualmente nei parametri del nuovo Patto di stabilità.
La procedura per deficit eccessivo da parte della Commissione Europea segna un passo significativo nel tentativo di riportare ordine nei conti pubblici dell’Unione. Tuttavia, le sfide economiche e politiche rimangono enormi, con molti paesi che dovranno affrontare riforme difficili e negoziazioni complesse nei mesi a venire.