Strasburgo, 13 marzo 2024. Il Parlamento europeo ha approvato la Direttiva case green, un passo storico verso la neutralità climatica del parco immobiliare europeo entro il 2050. Un obiettivo ambizioso che richiede un impegno concreto da parte di tutti gli Stati membri, tra cui l’Italia.
Con il suo patrimonio immobiliare vetusto e un elevato consumo energetico, l’Italia si trova ad affrontare una sfida impegnativa. Ma la Direttiva case green rappresenta anche un’opportunità per innovare il settore edile, creare nuovi posti di lavoro e migliorare la qualità della vita dei cittadini.
Il Parlamento europeo ha adottato definitivamente la direttiva case green
Il Parlamento europeo ha dato il via libera alla Direttiva case green, che riguarda le nuove regole che gli Stati membri dovranno rispettare sulla prestazione energetica nell’edilizia, conosciuta appunto come “Case green”. Questo è un passo storico verso la neutralità climatica del parco immobiliare europeo entro il 2050, con l’obiettivo di ridurre drasticamente le emissioni di gas serra e il consumo di energia. La direttiva case green è stata finalmente stata approvata dopo una serie di modifiche rispetto al grande dibattito del 2023
La direttiva case green è stata approvata con 370 voti favorevoli contro 199 contrari e 46 astensioni. L’obiettivo è quello di ridurre, entro il 2030, le emissioni di gas serra e le emissioni e consumi energetici in tutti i nuovi edifici residenziali. Per quanto riguarda gli edifici pubblici però, il traguardo è fissato al 2028. L’Italia, con il suo parco immobiliare vetusto – oltre il 50% degli edifici privati è stato costruito prima del 1970 -, si trova ad affrontare una sfida impegnativa.
L’applicazione della direttiva per gli edifici
La Direttiva case green prevede una serie di misure per incentivare le ristrutturazioni profonde, con l’obiettivo di ridurre il consumo energetico degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. I bonus casa saranno rivisti in base alle nuove prescrizioni europee: stop agli incentivi per le caldaie a metano dal 2025, mentre si punterà su sistemi ibridi e pompe di calore. L’elettrificazione dei riscaldamenti e l’utilizzo di energie rinnovabili saranno cruciali per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Gli stati membri dovranno dimostrare il loro piano per l’eliminazione dei combustibili fossili, sia nella fase del riscaldamento sia in quello del raffreddamento entro il 2040. Inoltre, dovranno introdurre, secondo la direttiva case green, impianti solari negli edifici con le migliori prestazioni energetiche.
Il via libera del Parlamento europeo rappresenta un punto di svolta nella lotta contro il cambiamento climatico. L’Europa, attraverso la direttiva case green, si avvia verso un futuro più sostenibile, con l’edilizia che gioca un ruolo chiave nella transizione ecologica. L’Italia, con il suo patrimonio immobiliare da riqualificare, ha l’occasione di cogliere questa sfida come un’opportunità per innovare il settore e creare nuovi posti di lavoro.
Le opposizioni della destra italiana alla direttiva case green
Non sono mancate le polemiche, con la Lega che ha inscenato una protesta in Aula al momento del voto. Il partito di Salvini, insieme a FdI e FI, ha votato contro la Direttiva, paventando costi eccessivi per le famiglie e un impatto negativo sull’economia italiana. Si è parlato di “follia europea” e di una propaganda meno europeista e più italiana.
Chi ha fatto più rumore, tra il centrodestra e la destra, è stata la Lega di Salvini, seguita da alcuni voti contrari – come quelli di Azione – e i silenzi di Fratelli d’Italia.
Il futuro delle case green
La road map è tracciata, il tempo per agire è adesso. Le Case green non sono solo un obiettivo da raggiungere, ma un nuovo modo di vivere e di costruire il futuro. Altri punti salienti della Direttiva case green riguardano le ristrutturazioni profonde, che saranno finanziate prioritariamente dall’Unione Europea; inoltre, ci saranno una serie di incentivi per le ristrutturazioni stesse.
Entro il 2030, il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni energetiche dovrà essere ristrutturato. Inoltre, la Commissione europea pubblicherà linee guida per l’utilizzo di combustibili verdi nelle caldaie.
La sfida è complessa, ma l’Europa ha fatto un passo avanti importante con la direttiva sulle case green. L’Italia, con il suo impegno e la sua capacità di innovazione, può giocare un ruolo da protagonista in questa transizione epocale.
Lucrezia Agliani
Le finalità di questa direttiva sono senz’altro positive, entusiasmanti e denotano una crescente attenzione, anche della politica, alle tematiche ambientaliste.
È giustificato anche lo scetticismo di chi teme che i costi di un’operazione così imponente graveranno, alla fine, solo sui cittadini.
E qui che deve scendere in campo “la buona politica”, capace di coniugare le esigenze della comunità con quelle degli individui.
La sfida è difficile, ma importante.
Un’impresa imponente, specialmente per un Paese come l’Italia, che si caratterizza per un patrimonio immobiliare, sia pubblico che privato, particolarmente datato e spesso anche non a norma.
Ma il futuro del pianeta e l’esigenza di ridurre i danni causati dall’uso di tecnologie energetiche vetuste e a forte impatto ambientale esigono scelte coraggiose e impegnative come questa.
Le posizioni politiche sono e saranno divergenti, ma una cosa è certa e cioè che non fare nulla sarebbe il male peggiore.
Le soluzioni, anche quelle economiche, spettano alla politica di ciascun Paese UE, che dovrà dimostrare la capacità di riuscire a fare un vero salto di qualità per il futuro dei cittadini.