Lucio Dalla (Bologna, 4 marzo 1943 – Montreux, 1 marzo 2012) manca nel nostro panorama culturale, musicale e artistico in maniera indescrivibile e sentita.
Lucio Dalla, oggi sono cinque anni dalla sua dipartita. Il contributo artistico che lui ha dato alla musica e al cantautorato italiano non è facile da descrivere e sintetizzare.
Dalle radici jazz fino al pop, dall’esordio con I Flippers alle grandi collaborazioni, recitando perfino in molti film, in cinquant’anni di carriera Lucio Dalla ha veramente donato un mondo sul quale affacciarsi e ritrovarsi, in un ritaglio di Italia che sempre ci appartiene.
Cantante-clown dell’amore, del sesso, dell’adolescenza, dei miti dello sport, della politica; di quella Bologna romantica che ha tutto il fascino di casa anche quando non appartieni a quella città; di un’Italia che la generazione dei figli degli -in quegli anni- adolescenti adesso hanno solo ereditato.
Eppure Lucio Dalla continua a crescerci, lo fa perché come racconta lui l’amore di cui abbiamo bisogno, nessuno. Sono ancora nostre “Disperato Erotico Stomp”, “Anna e Marco”, “Stella di Mare”, “Tu Non Mi Basti Mai”, anche se per alcuni Millennials e giovincelli affini ancora non esisteva la luce. Per non parlare di “Futura” e “Com’è Profondo Il Mare” le quali non smettono neanche un secondo di prenderti il cuore e spremerlo fino a far venire fuori ogni lacrima si ha in possesso, forti come solo i messaggi senza tempo possono essere.
Chi tra noi fortunati ha ereditato viaggi in camper con le cassette e la sua voce ad accompagnare i lunghi tragitti, lo può dire: Lucio Dalla non smette di esserci, che siano vinili o gli auricolari dell’iPod a dare un ritmo alle giornate.
E forse è proprio per questo che manca tanto. Non per fare paragoni con la musica di oggi, con i cantanti di oggi e con quello che oggi viene trasmesso; non è necessario, d’altronde, un paragone.
Ma quello che manca è il sentire, quel trasmettere, quella magia di quelle parole, della musica, dell’appartenenza. È commovente quel parlare di amore, di sesso, di sentimento con tutta un’Italia alle porte dello scandalo appena t’azzardavi a uscire fuori dagli schemi, e Lucio Dalla c’è riuscito non poche volte.
E oggi che si potrebbe creare con tutto, non si è capaci -non a quei livelli- di creare. Ecco perché manca, ecco perché anche i più giovani possono sentire la sua mancanza.
Cinque anni fa leggere la notizia della sua scomparsa ha lasciato un’amarezza lieve ma costante; una tristezza discreta, di quella consapevole di aver perso qualcosa di importante, che è difficile riprodurre e ritrovare. E tutti lo sappiamo, anche quando nessuno lo dice.
Ciao, Lucio.
Gea Di Bella