Lucia Azzolina è la nuova ministra dell’Istruzione, dopo essere stata sottosegretaria al Miur, in seguito alle dimissioni del suo collega del M5S Fioramonti, che ricordano un po’ quelle di Papa Benedetto XVI, seguito poi da Papa Francesco. L’ex ministro, infatti, si è dimesso perché è stato stanziato un miliardo di euro in meno per l’università e la ricerca di quello che si aspettava. Quindi ha ritenuto di non essere più in grado di portare avanti il suo ruolo, nonostante lo avesse iniziato con buoni e piccoli propositi, come le tasse sulle merendine.
E così si fa avanti la giovane Lucia, nata nel 1982 a Floridia in provincia di Siracusa e con in mano ben due lauree, in Filosofia e Giurisprudenza. La neo ministra è stata inoltre docente (prima in Liguria e poi a Biella, dove diventa di ruolo) e poi sindacalista, distinguendosi all’interno del sindacato Anief. Dopo la laurea in legge ha avviato la carriera forense occupandosi di diritto scolastico.
Alle elezioni parlamentarie del Movimento nel gennaio 2018, risulta la donna più votata nella circoscrizione di Novara-Biella-Vercelli-Verbania-parte della provincia di Alessandria. Il 19 marzo 2018 viene eletta deputata. Vince, a questo punto, un concorso per diventare dirigente scolastico e lo vince nonostante le correnti polemiche circa i suoi risultati in informatica e in inglese.
Il 13 settembre 2019 viene nominata sottosegretario al ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel Governo Conte II e dopo poco più di tre mesi diventa il ministro della Scuola, affiancata dal ministro dell’Università. Il premier Conte ha infatti pensato di sdoppiare le funzioni dell’ex ministro dell’istruzione, affidando la gestione delle risorse per la scuola ad Azzolina e quelle per l’università a Gaetano Manfredi, rettore dell’Università Federico II di Napoli.
Tra i punti di lavoro principali, Lucia Azzolina pone un grosso stop alle classi-pollaio, troppo affollate, la necessità di più insegnanti di sostegno e innovazione didattica.
Francesca Santoro