I cinefili amanti di Gaspar Noé si fanno notare tra i loro simili per il fatto di correre in difesa di un regista odiato dalla critica e da buona parte del vasto pubblico. Con il suo ultimo film Love Noé è stato coerente con le sue promesse, le sue scelte stilistiche, il suo approccio fatto per allietare e provocare al contempo.
Con il regista bisogna mettere le mani avanti: bisogna dire Hic sunt leones già dalle tagline. Solo allora si potranno accettare le ridondanze, la violenza, i difetti di un grandissimo talento che ha un senso perfetto dei colori, dell’atmosfera, della tecnica e che si è formato sotto l’ascendente della violenza degli anni 70.
Love uscì nel 2015, presentato al Festival di Cannes che ancora serba il ricordo dello stupro della Bellucci a camera fissa di Irreversible. La storia narra di Murphy, studente americano di cinema a Parigi interpretato da Karl Gusman ed innamorato dell’emotiva ed instabile Electra (Aomi Muyock).
La passione tra i due scatta all’istante così come il desiderio di trasgressione: il sesso e la droga diventano i due pilastri del loro stare insieme, mostrato da Noé con lunghe inquadrature fisse, carrellate lineari e lente, intermezzi sessuali.
Il terzo incomodo della situazione incrina insieme alle droghe il rapporto: i due infatti arrivano a conoscere Omi (Klara Kristin) da cui Murphy avrà successivamente un figlio.
L’approccio di Noé al suo soggetto è espresso perfettamente in una sua dichiarazione per diaboliquemagazione.com: If you’re in love with someone, and you have sex, then you feel good. Most of the sex scenes that you see in art movies are kind of painful, dysfunctional, and I still wanted to show the ecstatic, joyful aspects of carnal love, which I hadn’t done before. I had already filmed people dancing, and, you know, you can film people swimming, but when you film people kissing or having sex it’s even funnier, even if it’s simulated. You know, at the end, I think it’s a really relatable situation that people enjoy watching.
Il film risente in verità proprio delle sue parti parlate ma in compenso la tensione delle immagini e ben calibrata e l’atmosfera suggestiva. In attesa dell’arrivo del suo nuovo film Climax si consiglia la visione del film così come delle sue opere precedenti.
Antonio Canzoniere