Era il 17 maggio 2015 quando ho saputo che Gherardo Colombo, ex magistrato italiano, avrebbe fatto una presentazione sul suo libro “Lettera a un figlio su mani pulite”. In quella data ho scoperto I Love Cocaine.
Una provocazione ben riuscita, ecco cosa è I Love Cocaine di Montichiari (Brescia).
Quando nel 2014 le strade di tutta Brescia, ma anche di Verona e Venezia, furono “invase da adesivi” con la scritta I Love Cocaine (ILC), cominciarono le polemiche.
Nessuno si sarebbe mai aspettato, invece, che ILC sarebbe diventato un locale non solo dove soddisfare la clientela, ma soprattutto un luogo di incontro per far conoscere agli adolescenti, ma anche agli adulti, il pericolo delle droghe.
L’idea, nata da Mino Dal Dosso, proprietario anche di altri locali nella bresciana, è quella di unire l’utile al dilettevole.
Un manager attento alla clientela e al sociale. Una persona molto attiva sui social, soprattutto sulla pagina FB di ILC. Un uomo con l’aria da “papà”, perché solo un papà avrebbe potuto aver a cuore la salute di tanti giovani.
Il suo motto è “Fare business significa anche responsabilità sociale”.
Progettato dal designer Ermanno Preti, il locale si fonda sull’esprit design, ovvero l’incontro tra architettura e spirito. Verde elettrico è il colore che predomina la scena e ricorda le sinapsi.
“L’idea” spiega Preti “nasce dalla voglia di un design svincolato dalla forma. ILC ha alla base un concetto artistico molto forte, è un ambiente che ha una missione: la sensibilizzazione e la prevenzione.”
Un maxi schermo proietta le immagini di un cervello che assume la famosa polverina bianca e mostra i suoi effetti alquanto controproducenti: il cervello esplode.
Molti sono stati gli interventi con le scuole per sensibilizzare l’attenzione su un tema tanto attuale.
Una fra tutti: “Giorgia Benusiglio, 32 anni. Ne aveva 17 quando, nel 1999, prese una mezza pasticca di ecstasy e finì all’ospedale Niguarda di Milano, con un’epatite tossico – fulminante. La salvò soltanto un trapianto di fegato, reso possibile da una donatrice dell’ultimo secondo.”
Ed è un peccato sentire le parole di Mino Dal Dosso, che spiega il poco interessamento delle scuole verso un’opportunità tanto importante.
Ma ILC è anche un locale dove stare in compagnia, i tavoli lunghi e uniti danno un senso di appartenenza e di convivenza sociale.
Un locale dove mangiare buon cibo: hamburger, primi piatti, cibi veggy e soprattutto birre artigianali.
ILC è anche musical, cabaret, show. Tanti sono i personaggi che si sono seduti tra i tavoli verde acido: Max Cavallari (fichi d’India), Andrea Pucci, “The Van Houtens”.
Questo locale è stato una sfida, e io direi che Mino l’ha superata brillantemente.
ILC è un luogo dove capisci l’importanza della tua vita. In una cittadina dove sono 14 le dosi di cocaina utilizzata al giorno, combattere il male diventa una questione di vitale importanza.
“La cocaina è il modo che Dio usa per dirti che stai facendo troppi soldi” (Robin Williams).
Federica Castellini