Love Canal: il disastro ambientale che ha sconvolto una comunità del Niagara

love canal

Il Love Canal è stato costruito nel 1890 dall’imprenditore William T. Love, adibito dal 1920 a discarica di rifiuti urbani ed industriali, definitivamente interrato nel 1953. Da canale artificiale il Love Canal è diventato una zona residenziale della città Niagara Falls, nello stato di New York, famosa negli anni ’70 per la contaminazione chimica del suolo e delle acque sotterranee.

Il Love Canal e la discarica per sostanze tossiche e rifiuti

Il Love Canal deve il suo nome a William T. Love, che nel 1890 avviò un’impresa per la costruzione di un canale artificiale che collegasse il fiume Niagara al lago Ontario. La sua idea aveva lo scopo di creare una città-modello dal nome “Model City”: formata da parchi e quartieri residenziali lungo le sponde del canale artificiale e del lago Ontario, con la possibilità di produrre grandi quantità di energia idroelettrica per le nascenti industrie della zona. Le cose però, di lì a poco, presero una strada differente: dopo il 1892, il progetto fu cambiato per creare un canale navigabile che aggirasse le cascate del Niagara, quindi si iniziò a scavare e a costruire strade e poche case.

Se questo non bastasse, a segnare l’inizio del declino fu la crisi finanziaria del 1893, denominata “Panic of 1893”, che fece ritirare gli investitori del progetto; il Congresso degli Stati Uniti, inoltre, ratificò una legge che impediva il prelievo d’acqua dal fiume Niagara per preservare le cascate. L‘interruzione dei lavori, dunque, favorì lo scavo di un solo canale lungo 1,6 km, largo circa 15 m e profondo tra i 3 m ed i 12 m diventando, poco dopo, il luogo dove scaricare rifiuti urbani da parte della municipalità di Niagara Falls e, dal 1942 al 1953, un sito per smaltire tonnellate di rifiuti industriali dalla società di chimica Hooker Chemical Company.



Il Love Canal e le indagini sulla Hooker Chemical Company

Il Love Canal è passato dall’essere idealmente una città-modello a diventare concretamente una zona utilizzata come discarica di rifiuti tossici e chimici, tra cui sostanze come il diossido di cloro, oltre che benzene, toluene, tetracloruro di carbonio e cloroformio. Visto il grave danno ambientale si pensò ad un nuovo stratagemma: coprire il sito con del terreno e costruire un intero quartiere residenziale sopra di esso.

Sul luogo, inizialmente, venne costruita la 99th Street School, ma durante i lavori di scavo iniziarono ad emergere alcuni barili di scarti tossici, quindi il progetto venne annullato per paura che la scuola potesse crollare a causa dell’instabilità del terreno. A quel punto, l’ente vendette i terreni rimanenti a privati immobiliari, ignari di ciò che si trovava ad appena pochi metri nel sottosuolo; la zona iniziò quindi ad essere abitata, nella totale ignoranza di tutti i cittadini.

Tuttavia, nel corso degli anni, le sostanze chimiche iniziarono a fuoriuscire dal terreno, causando gravi problemi di salute per gli abitanti del territorio. Nonostante le prove schiaccianti della contaminazione e dei danni causati, la Hooker Chemical Company ha sempre negato qualsiasi responsabilità: solo dopo anni di pressioni e lotte legali da parte della comunità, il governo federale ha dichiarato il Love Canal una zona di emergenza nazionale nel 1978.

Il dirigente dell’EPA, autorità sanitaria, quando si recò sul luogo rimase egli stesso sorpreso delle condizioni del quartiere:

«Visitai l’area del canale: si potevano vedere fusti corrosi di rifiuti rompersi attraverso il terreno dei cortili. Alberi e giardini diventavano neri e morivano. Un’intera piscina si era staccata dalle fondamenta e galleggiava su di un piccolo mare di scorie chimiche. I residenti mostrarono pozze di sostanze nocive; alcune di queste erano nei loro cortili, alcune si formavano nei loro scantinati, altre nei parchi giochi delle scuole; dappertutto un fetore indistinto e soffocante. Infine, i bambini tornavano dai loro giochi con i segni di bruciature sulle mani e sul viso».

Successive indagini hanno stabilito un’incidenza elevata di danni cromosomici tra i residenti dell’area, presumibilmente causati dalla loro esposizione a lungo termine ai rifiuti chimici tossici. Gran parte del Love Canal è stato evacuato e il terreno abbandonato è stato acquistato dallo stato di New York, mentre gli edifici intorno ad esso sono stati rasi al suolo. Dopo un lungo contenzioso, 1.300 ex residenti di Love Canal hanno accettato un accordo di $ 20.000.000 delle loro richieste contro la Occidental Chemical Corporation.

Infine, all’inizio degli anni ’90, lo stato di New York ha terminato la pulizia e dichiarato parti dell’area del Love Canal sicure per viverci. L’area a nord della discarica è stata ribattezzata Black Creek Village, mettendo all’asta le case rimaste; in quegli anni l’Occidental accettò di pagare 98 milioni di dollari a New York per il suo contributo alla bonifica e, con l’introduzione della legge Comprehensive Environmental Response, Compensation, and Liability Act, si stabilì una tassa sulle industrie chimiche e petrolifere per permettere all’autorità federale di rispondere alle emergenze ambientali. In tal modo, la Occidental fu obbligata a un risarcimento di quasi 130 milioni di dollari per il disastro del Love Canal.

Il Love Canal: un disastro ambientale provocato dall’uomo e le conseguenze sulla comunità

Il Love Canal fu riconosciuto come disastro provocato dall’uomo sulla base di un numero notevole di studi a carattere sanitario ed ambientale; a far partire le indagini fu Lois Gibbs, una donna residente tormentata dal pensiero riguardante l’insorgenza dell’epilessia nel figlio Michael. Dopo questo primo allarme, il 2 agosto 1978, ad Albany, capitale dello Stato di New York, arrivò la conferma da parte dello State Health Commissioner, nel quale si affermava la presenza, oltre il normale livello, di danni alla salute dei residenti nell’area di Love Canal: epilessia, aborti spontanei, oltre che difetti genetici, globuli bianchi bassi e difficoltà dell’apprendimento.

Inoltre, a confermare le conseguenze disastrose del Love Canal furono le analisi sui campioni di sangue dei residenti: un terzo della popolazione soffriva di alterazione cromosomica e un aspetto particolarmente significativo fu la segnalazione di un aumento del numero di nascite sottopeso. Dopo il riscontro di tale fenomeno, nell’estate del 1981, circa 500 famiglie vennero trasferite, mentre solo il 10% circa scelse di restare: Love Canal era stata soprannominata “a virtual ghost town”.

Nel 1980 Gibbs fondò la Citizens Clearinghouse for Hazardous Waste, un centro di crisi ambientale di base che ha fornito informazioni, risorse, assistenza tecnica e formazione a migliaia di gruppi comunitari in tutta la nazione, al fine di formare organizzazioni locali per proteggere i quartieri dall’esposizione a rifiuti pericolosi.

Love Canal è diventato il simbolo del fallimento delle politiche ambientali e della necessità di una gestione più responsabile dei rifiuti tossici: i residenti ancora oggi vivono con la paura che il passato possa ripresentarsi nella loro vita e che i gravi problemi di salute possano emergere nuovamente.

Lucrezia Ciotti

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