Non una musa, né un’amante, Lou Von Salomé era una donna indipendente e talentuosa che ci insegna a essere fiere della nostra femminilità, al di là dei pregiudizi.
Nata a San Pietroburgo il 12 febbraio 1861, Lou Von Salomè era una donna colta, figlia di un generale Russo. Ebbe la possibilità, fin dalla tenera età, di ricevere una formazione ampia sia letteraria che filosofica, nonché – in seguito – di abbracciare la sua passione principale: la psicanalisi (avvalorata anche dalla frequentazione con Sigmund Freud), una vocazione – questa – che l’accompagnò per tutta la vita. Seppe perciò coltivare i suoi interessi e farne un punto di riferimento fino a oggi, tutto ciò senza dover mai sottostare alle convenzioni del suo tempo.
Lou Von Salomè non cedette mai alla facile condizione di poter essere “la moglie di” o “l’amante di”. Ella era una donna svincolata dalle convenzioni e consapevole delle proprie capacità.
A 21 anni conobbe Friedrich Nietzsche e con lui creò una comune intellettuale, una sorta di triade letteraria e filosofica che includeva anche il filosofo e aforista tedesco Paul Rrèe. Entrambi persero la testa per l’ammaliante e talentuosa scrittrice fino a chiederla in moglie. Ella rifiutò le proposte, ciò ne conseguì la successiva depressione di Nietzsche da cui però nacque il famoso capolavoro: “Così parlò Zarathustra”. Il fatto è che Lou non volle mai vivere all’ombra di nessuno, nonostante l’epoca permettesse poca libertà alle donne. Questo la portò a essere spesso calunniata, perfino dalle donne stesse. Eppure riuscì caparbiamente nel suo scopo. Ben presto infatti si affermò come intellettuale di spicco, attraendo a sé i maggiori pensatori di quel tempo.
Dopo un’intensa relazione amorosa con il poeta Rainer Maria Rilke, scrisse un libro che divenne in poco tempo un vero best seller in Europa: La materia erotica.
Tra il 1887 e il 1911 Lou Von Salomè diede in stampa otto raccolte, tra saggi e racconti. Ma fu solo dopo il rapporto intercorso con Rilke che portò alla luce il suo massimo lavoro intellettuale: “La materia erotica”, un trattato tra saggistica e psicoanalisi che affronta tematiche della sfera erotica e sentimentale femminile, nonché relazionale, definendo e distinguendo il vero significato di matrimonio, passione e amicizia.
“Non sono mai riuscita a capire perché, persone che sono innamorate prevalentemente nella sfera dei sensi, si uniscano in matrimonio. […] Il matrimonio non è qualcosa in cui si cerca un uomo-Dio […] Non è una persona che si inginocchia davanti all’altra, ma ambedue si inginocchiano insieme”.
Lou ha dunque il coraggio di affrontare discorsi al tempo quasi fantascientifici. Eleva infatti il ruolo femminile donando una visione nuova alla donna, una nuova opportunità: il potere di scegliere per se stesse. Pertanto diventerà la promotrice di quel movimento femminista che ancora oggi lotta per i propri diritti. E tutto questo affermando, a soli 20 anni:
“Io non sono in grado di vivere secondo modelli, né potrò mai essere il modello a chicchessia, mentre sono sicura che plasmerò la mia vita a modo mio, quali che possano essere le conseguenze”.
Parole queste che segnarono il suo grandioso destino.
Relegare la figura femminile a semplice musa ispiratrice? Lou Von Salomé non lo accettò, perché lei era molto altro: talento, tenacia e intraprendenza.
Così come oggi dobbiamo imparare che “dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna” è una frase inaccettabile. Nessuno sta dietro a nessuno. Al più si cammina fianco a fianco. Vivere nella libertà di esprimersi al di là dei vincoli imposti? Lou Von Salomé lo fece e ancora oggi ci insegna a non temere i pregiudizi di un mondo ancora incentrato su un sistema prettamente maschilista. La ricordano tutti come musa e amante, ma lei era anzitutto se stessa, nel bene e nel male, nonché scrittrice e psicanalista, in un’epoca in cui per una donna non c’era molto spazio nell’ambito artistico, letterario o anche scientifico. Bellezza, sensualità, talento e indipendenza erano caratteristiche inaccettabili per una donna. E oggi? Crediamo sia cambiato qualcosa?
L’arma a doppio taglio della bellezza, che oscura il talento e circoscrive la donna a semplice oggetto di desiderio. Questo è un fardello che il mondo femminile ancora – purtroppo – si porta dietro.
Tipiche frasi del tipo: “Chissà a chi l’ha data per arrivare lì”, ogni qual volta che una donna ricopre un ruolo di potere, gettano un profondo sconforto e ci dimostrano che ancora di strada ce n’è per poter svincolare la donna da tutti quegli stereotipi classici del sistema maschilista, ancora saldo nel mondo. Difatti udire il contrario sarebbe veramente desueto: “chissà a chi l’ha dato per arrivare lì” rivolto a un uomo, sembra quasi un complimento.
Eccola la triste sorte della donna, segnata da un continuo bisogno di mostrarsi nell’aspetto migliore.
Se poi si aggiunge la dannazione di una ammaliante bellezza, allora la situazione può anche peggiorare. Nessuno guarderà mai nel profondo, nessuno metterà mai in primo piano il talento o l’intelletto, ma solo una bella figura estetica che non ha nulla a che vedere con le doti intellettive o artistiche, tristemente messe in secondo piano. Sicuramente ci sono delle eccezioni, ma ancora – sfortunatamente – troppo poche. Tuttavia, se ce l’ha fatta Lou Von Salomè, vuol dire che una speranza c’è e di certo non sarà facile… Ma nemmeno impossibile.
Sabrina Casani