L’Ottocento nell’arte spagnola: Joaquín Sorolla

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Joaquín Sorolla (1863-1923), nato a Valencia da umili natali, manifesta precocemente il suo talento artistico e, assecondato dai familiari, s’iscrive all’Accademia di Belle Arti, mentre si impegna nell’aiuto dell’alveo domestico, collaborando nella bottega dello zio.

Significativo sarà l’incontro con la persona di Antonio Garcia, il quale subisce la fascinazione della sua arte e gli consente di sviluppare il suo estro in un locale adiacente al suo laboratorio fotografico.

Dapprima Corolla si impegnerà nella ricerca tecnica, analizzando la diffusione luminosa e la contaminazione di genere, accogliendo gli influssi dell’epoca e prodigandosi a partecipare alle varie gare confacenti nuovi artisti e stili.

La sua apertura verso l’afflato parigino e l’indirizzamento verso la tecnica impressionista gli proviene da Pedro Gil Moreno, un individuo facoltoso che per passione si occupa di arti pittoriche, progressista nel suo intento. Costui svela il contenuto, intellettuale ed emotivo, dell’approccio “en plen air” a Sorolla che viene considerato uno degli adepti iberici a questo stilema.

Da Roma, dove si era recato grazie ad una borsa di studio, si trasferisce a Parigi alla volta dell’acquisizione di questo nuovo modus operandi artistico, che considera la diffrazione solare e la segmentazione luminosa un’esemplificazione del reale.

Naturalismo francese e verismo italiano che cooptano su tela le impressioni fugaci della retina e dell’animo, considerando la rarefazione dell’aria. Una pittura da cavalletto che avvalora il respiro del creato, di ciò che recinge l’individualità e che profonde nell’intelletto.

La donna della sua vita, figlia del suo mentore e protettore Garcia, costituirà un’erma per lui. Oltre che essere sua compagna sarà la sua amministratrice e collaboratrice lavorativa. Sua musa e ispirazione. Sorolla si mostra dedito agli impegni familiari, il suo essere tradizionale e legato agli spasimi domestici corroborano la sua pittura di una solidità.

Nella sua fase più matura si avvicina a un sentire storico, volgendo le sue tele verso exempla quali le opere di Velázquez, contemplando tutti i rigurgiti artistici ottocenteschi.

 

Costanza Marana

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