Nella ricca trama di una cultura millenaria, l’ identità rom si è plasmata attraverso le ere, trasformandosi da una ferita aperta in un simbolo di unità e orgoglio. La storia dei Rom, una comunità etnica nomade che ha solcato il mondo con il suo bagaglio di sfide, discriminazioni e una tenace determinazione, ci offre un quadro complesso e affascinante, che, con la Giornata Internazionale della Lingua Romanes, celebrata il 5 novembre, trova un’identità sempre più definita.
Nella vasta complessità delle lingue del mondo, esiste una parola, comunemente nota come “z*ngar*”, che è carica di significati offensivi. Un termine che la comunità Rom rifiuta categoricamente. Ma qual è la parola giusta per identificare questa cultura variegata e affascinante? La risposta è “Roma”, un termine che abbraccia tutti i gruppi Rom, indipendentemente dalla loro origine geografica. Nel 1971, i rappresentanti della comunità Rom abbracciarono il termine “Roma” come un simbolo di unità, adottando una bandiera, un inno e celebrando l’8 aprile come la giornata internazionale della comunità Rom.
Per comprendere il significato di questa scelta, è fondamentale esplorare le radici storiche di questa minoranza etnica, poiché la storia Rom è stata trasmessa principalmente oralmente. Gli storici, analizzando il “romanes”, la lingua Rom, hanno scoperto che le origini dei Rom risalgono all’India settentrionale, con la loro presenza in Europa che inizia intorno al IX secolo. Tuttavia, il passato dei Rom è segnato da discriminazioni spietate, con molte comunità europee che li ridussero in schiavitù fino al XIX secolo, specialmente in Romania.
Un esempio significativo di questa discriminazione è rappresentato dalla politica della Regina Caterina d’Aragona, che proibì l’uso della lingua romanes, minacciando chiunque la parlasse con punizioni cruente. Questa oppressione ha lasciato un forte stigmatismo sulla lingua Rom in Spagna, ma molti giovani Rom hanno lavorato duramente per recuperare il proprio orgoglio culturale, sfidando preconcetti del passato.
La comunità Rom ha anche dovuto affrontare orrori più recenti, come il massacro nazista degli anni ’30 noto come “Samudaripen” o “Porrajmos“, durante il quale centinaia di migliaia di Rom persero la vita. Negli anni ’70 e ’90, in Repubblica Ceca, Svezia e Slovacchia, migliaia di Rom furono sottoposti a sterilizzazioni forzate.
La parola “Roma” è profondamente significativa, poiché rappresenta l’essere umano, mentre “Rom” indica l’uomo e “Romni” la donna. Questo ampio significato abbraccia vari sottogruppi Rom, come i Kalderash nell’Europa sud-orientale, i Romanichals in Inghilterra, i Sinti in Germania, Italia e Francia, i Kalé in Galles, Finlandia, Spagna e Portogallo, e i Gitanos in Spagna, solo per citarne alcuni. Nonostante queste diverse identità, tutti si riconoscono nella lingua comune del romanes.
La Giornata Internazionale della Lingua Romanes, celebrata il 5 novembre, è un riconoscimento importante, poiché l’UNESCO ha dichiarato il romanes patrimonio culturale mondiale. Nel 2015, il Consiglio d’Europa ha invitato gli Stati membri a proteggere e promuovere la lingua Rom, ma solo sedici Stati dell’Unione Europea l’hanno riconosciuta come lingua protetta, mentre altri, tra cui l’Italia, hanno ancora molto lavoro da fare, nonostante la significativa presenza della comunità Rom.
La cultura Rom è avvolta da stereotipi e pregiudizi, e la parola “z*ngar*” si è normalizzata nel linguaggio comune, pur nascondendo un significato offensivo che si traduce in “schiavo”. Molti miti e rappresentazioni false hanno influenzato la percezione dei Rom, tra cui l’idea errata che siano nomadi per natura. Questo equivoco nasce dalla connessione dei Rom alle loro tradizioni più che a un territorio specifico.
Un altro equivoco affonda le radici nell’Europa dell’est e nella Guerra dei Balcani, quando molte famiglie Rom furono costrette a migrare a causa del conflitto. In Italia, i campi per Rom esistevano prima degli anni ’90, ma con l’arrivo dei profughi balcanici, ne furono costruiti di nuovi. Tuttavia, la segregazione etnica all’interno di questi campi ha perpetuato la discriminazione.
Questa storia mal raccontata ha contribuito all’emarginazione dei Rom dalla vita politica e sociale. Molti Rom scelgono di nascondere la loro identità etnica per evitare pregiudizi. Eppure, ci sono molti Rom noti nella storia, da Elvis Presley a Rita Hayworth, che dimostrano il contributo significativo di questa comunità alla cultura mondiale.
È urgente un “Coming Out Etnico” per sfidare l’Antiziganismo e creare una consapevolezza dell’importanza della vita Rom. È essenziale non utilizzare la parola stigmatizzante “z*ngar*”, ma abbracciare l’identità Rom attraverso la parola “Roma”. Solo attraverso la comprensione e il rispetto reciproco possiamo superare pregiudizi e discriminazioni e promuovere una società più inclusiva.