L’Orologio dell’Apocalisse segna il momento più vicino alla catastrofe globale che l’umanità abbia mai vissuto
Il 24 gennaio è stata fatta di nuovo la storia quando l’organizzazione Bulletin of the Atomic Scientists ha spostato la lancetta dei secondi del Doomsday Clock – L’Orologio dell’Apocalisse, verso la mezzanotte.
Ora è a 90 secondi alla mezzanotte, il momento più vicino alla mezzanotte simbolica della catastrofe globale.
L’annuncio, in inglese, ucraino e russo è stato fatto durante una conferenza stampa tenutasi a Washington D.C. La dichiarazione rilasciata ha descritto il nostro attuale momento storico come:
un’epoca di pericolo senza precedenti
Le lancette dell’Orologio dell’Apocalisse sono regolate dal Comitato per la Scienza e la Sicurezza del Bulletin of Atomic Scientists. Questi scienziati si concentrano sui pericoli posti dalle minacce di catastrofi causate dall’uomo e vanno dal rischio nucleare, ai cambiamenti climatici, dalle minacce biologiche alle tecnologie innovative.
L’Orologio dell’Apocalisse è la rappresentazione più grafica delle minacce causate dall’uomo. Lo spostare l’orologio in avanti comunica una chiara e urgente necessità di vigilanza.
Da quando questo esercizio di cronometraggio è iniziato nel 1947, l’annuncio del 24 gennaio 2023 rappresenta il momento in cui l’orologio si è avvicinato di più alla mezzanotte: un chiaro campanello d’allarme.
Come è nato e chi ha inventato questo strumento che misura l’autodistruzione umana? E’ nato da quelli che hanno messo la pietra angolare dell’autodistruttività umana.
Nel 1945, un gruppo di scienziati che lavoravano al Progetto Manhattan, il progetto di ricerca degli Stati Uniti sulle armi atomiche, si unì per formare il Bulletin of the Atomic Scientists. Infatti alla fine degli anni ’40, la nuova minaccia delle armi atomiche gettò una nube oscura sul mondo: la paura dell’estinzione umana per autodistruzione.
L’Orologio dell’Apocalisse nasce come un avvertimento all’umanità sui pericoli delle armi nucleari. Più tardi, nel XX secolo, viene ampliato per considerare altre minacce di origine umana.
Nel 1991, l’orologio è a 17 minuti dalla mezzanotte, il punto più lontano dal giorno del giudizio. Sappiamo perché, è finita la Guerra Fredda e al suo posto c’è un Trattato sulla riduzione delle armi strategiche. Negli anni Novanta il mondo si sente un po’ più sicuro per alcuni anni.
Gli anni ’10 portano il mondo più vicino all’orlo di una guerra nucleare che in qualsiasi altro momento, a parte ora. L’abbandono dell’accordo nucleare con l’Iran ha ripercussioni sulla geopolitica del Medio Oriente e la minaccia dell’arsenale nucleare della Corea del Nord entra in una nuova allarmante fase.
Nel 2023, le crisi globali che stiamo affrontando avranno conseguenze devastanti e potenzialmente durature. Il nostro momento attuale è insostenibile, soprattutto perché le minacce catastrofiche si moltiplicano e si intensificano.
Le crisi stratificate vanno dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, alle minacce nucleari di Vladimir Putin, fino alle tensioni sociali ed economiche ancora presenti al terzo anno della pandemia COVID-19. Si tratta di sfide senza precedenti per la sopravvivenza umana. Ansie apocalittiche ma indubbiamente reali.
L’Orologio dell’Apocalisse impostato a 90 secondi dalla mezzanotte aggiunge stress a una popolazione globale già ansiosa.
In Europa, i timori di una guerra nucleare hanno rapidamente rimpiazzato la paura del COVID-19.
La minaccia di una guerra nucleare, provocata dai titoli dei giornali, influenza il nostro modo di pensare e di agire, generando paura di morire.
Le armi nucleari suscitano una particolare ansia esistenziale, poiché le armi di distruzione di massa hanno il potenziale di sradicare intere culture, terre, lingue e vite.
Il filosofo Langdon Winner ha scritto che
nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, in un certo senso tutti noi siamo diventati soggetti inconsapevoli di una vasta serie di esperimenti biologici e sociali, i cui risultati si sono manifestati molto lentamente
Per coloro che sono cresciuti durante l’apice della Guerra Fredda, da metà del XX secolo fino ai primi anni ’80, la ricomparsa di queste preoccupazioni ha una netta sfumatura di déjà vu.
Il significato dell’Orologio dell’Apocalisse, come esercizio metaforico di misurazione del tempo, è un simbolo grafico del moltiplicarsi dei pericoli causati dall’uomo. Mano a mano che si avvicina la mezzanotte, si intensifica l’urgenza della minaccia.
Che si viva o meno in una delle nove nazioni in possesso di armi nucleari, siamo tutti diventati soggetti inconsapevoli dell’esperimento iniziato con la detonazione della prima arma atomica.
Chissà quanti di noi sono ancora in grado di sentire i campanelli di allarme.
Senza abbandonarsi allo sconforto, ma incontrando ovvie difficoltà a misurarsi con questa notizia, vengono alla mente le parole di Alan Moore che in “Watchmen” affrontava il tema della minaccia nucleare.
Possiamo rilassarci pensando che ci sono altre persone che vigilano sulla nostra incolumità e che hanno in mano le nostre vite, accanto ai codici per il lancio dei missili nucleari. Esistono questi Vigilanti e ci dobbiamo affidare a loro.
Già, ma chi vigila sui Vigilanti?
Who watches the Watchmen?
O, andando indietro, come scrisse Giovenale nella VI Satira: quis custodiet ipsos custodes?