L’orientamento sessuale del maestro di tuo figlio non ha alcuna importanza, sono altri gli aspetti che meritano una riflessione e un approfondimento.
Io non mi sono mai posta il problema dei gusti sessuali degli insegnanti ed educatori dei miei figli. E i bambini se la pongono ancora meno degli adulti questa curiosità perché sono più saggi e meno imbruttiti dalla vita, loro pensano solo se nell’ora di quel maestro si divertono o si annoiano. Ma torniamo invece agli imbruttiti adulti: non è pruriginoso e beceramente paesano interessarsi alla vita privata di una persona con cui instauri una relazione meramente professionale? Personalmente non mi interessa nulla della loro vita privata. Come non mi interessa se il mio oculista di notte si traveste da donna per andare in discoteca, se la mia maestra di yoga ha tre fidanzati, se il mio fruttivendolo ha un compagno, se il mio psicologo si è separato due o tre volte, se la mia donna delle pulizie ha mollato il marito per una donna. Invece mi interessa se i professionisti di cui usufruisco fanno bene il loro lavoro.
Rispetto agli insegnanti dei miei figli, mi sono chiesta spesso se spiegassero bene, se parlassero bene, se fossero portatori di valori che condivido come la solidarietà e l’impegno verso chi parte da un gradino più basso, la parità di trattamento fra allievi, la laicità di pensiero da imprimere alle tematiche riguardanti la vita, l’amore, i diritti. Mi sono spesso domandata quale metodo usassero per riuscire a insegnare cose complicate come la lettura e la scrittura, vale a dire la capacità di trasferire la nebulosa delle idee in un testo corretto e magari anche interessante. E le radici quadrate, come farle capire ai bambini? E come generare interesse e curiosità rispetto ad argomenti complessi?
E come punire il bullismo in un’età in cui ogni gesto è innocente e forse nasce dall’ambiente? Come interpretarlo? Da dove viene il desiderio di mortificare un altro tuo pari? Come insegnare a un bambino che non esiste alcuna forma di soddisfazione nel far sentire fragile e inadeguato, sbagliato o addirittura matto, qualcuno che non è uguale a lui?
Questo mi aspetto da un’insegnante, un compito difficile per menti sensibili e illuminate. Forse questi insegnanti li hanno avuti in pochi. Forse il bullismo non curato da piccoli permane negli adulti e diventa una impossibilità di pensare che chi non vive come vivi tu sia sbagliato o matto. Forse nella vita adulta non si conserva nemmeno la vergogna dei fanciulli ad esprimere opinioni senza alcuna base scientifica e culturale. I bambini invece sanno ancora arrossire quando dicono sciocchezze. E anche quando scoprono la bellezza dell’amore.
Francesca Schiavi