Lorenzo Parelli, studente morto durante uno stage di alternanza scuola-lavoro: due condanne e un patteggiamento

Lorenzo Parelli morto di stage

La morte di Lorenzo Parelli, giovane studente di 18 anni deceduto durante il suo ultimo giorno di stage presso un’azienda di Udine, ha scosso l’opinione pubblica italiana e acceso un ampio dibattito sulla sicurezza nei percorsi di alternanza scuola-lavoro. A quasi tre anni dall’incidente, le sentenze emesse dal Gup di Udine hanno portato a condanne e patteggiamenti, evidenziando le responsabilità nell’incidente che ha tolto la vita al ragazzo.

Il caso Parelli ha sollevato interrogativi cruciali sul rispetto delle normative di sicurezza negli ambienti di lavoro e ha spinto istituzioni e associazioni a riflettere sulla tutela dei giovani impegnati in esperienze formative. La condanna a 3 anni di reclusione è arrivata a Claudio Morandini, operaio responsabile di affiancare la vittima durante il suo stage; a 2 anni e 4 mesi di reclusione è stato condannato anche il tutor aziendale, Emanuele De Cillia, che quel giorno non si trovava sul posto di lavoro.

La sentenza per la morte di Lorenzo Parelli

A quasi tre anni dalla tragica morte di Lorenzo Parelli, il giovane studente di Udine deceduto durante il suo ultimo giorno di stage, sono arrivate le condanne. Il Gup di Udine ha emesso le sentenze con rito abbreviato, condannando Claudio Morandini, l’operaio affiancato al ragazzo, a 3 anni di reclusione per omicidio colposo aggravato dalla violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. A Emanuele De Cillia, tutor aziendale assente per motivi di salute il giorno dell’incidente, sono stati invece inflitti poco più di 2 anni. L’imprenditore Pietro Schneider ha patteggiato una condanna di 3 anni e la sua azienda dovrà pagare una multa di 23 mila euro.

Lorenzo Parelli era un ragazzo di 18 anni, uno studente di Udine presso l’Istituto salesiano Baerzi, che è morto durante uno stage per l’alternanza scuola lavoro, colpito da una trave di acciaio che l’ha ucciso all’istante. La morte immediata e drammatica di Lorenzo è stata e è ancora ricordata da tutti gli studenti, a livello nazionale: da quei giorni e nei mesi a seguire, nel febbraio e marzo del 2022, manifestazioni studentesche invadevano le strade e le piazze di ogni città d’Italia, urlando il loro disprezzo nei confronti del sistema dell’alternanza scuola lavoro e del classismo dello Stato Italiano.

Il tragico incidente nello stabilimento Burimec

Il dramma si è consumato il 21 gennaio 2022, quando Lorenzo Parelli stava completando uno stage presso la Burimec di Lauzacco (Udine) nell’ambito del progetto di alternanza scuola-lavoro. Il giovane era impegnato in attività di carpenteria quando è stato schiacciato da una putrella d’acciaio, che lo ha colpito alla testa. I tentativi di soccorso da parte dei colleghi, dei Vigili del Fuoco e dei sanitari giunti con l’elicottero sono stati vani: Lorenzo è deceduto sul colpo.



Lorenzo Parelli è stato ricordato anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo stesso che ha poi incontrato i genitori del giovane, nell’aprile 2022, a Udine. La famiglia del ragazzo ha deciso di non costituirsi parte civile nel procedimento penale, avendo già ottenuto un risarcimento civile da parte dell’azienda. La morte dello studente ha acceso un dibattito nazionale sulle condizioni di sicurezza negli stage formativi, causando anche proteste e manifestazioni in diverse città italiane.

Nei giorni successivi alla morte di Lorenzo, si erano verificati scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, in particolare a Napoli, dove i giovani in protesta chiedevano maggiori garanzie di sicurezza durante i tirocini formativi. Il caso di Lorenzo Parelli è diventato un simbolo di una questione più ampia, sollevando interrogativi sulla gestione dei percorsi di alternanza scuola-lavoro e sulla responsabilità delle aziende nel garantire ambienti sicuri per i ragazzi impegnati in esperienze lavorative.

La “Carta di Lorenzo” e l’impegno per la sicurezza

In seguito alla vicenda, Confindustria ha adottato la “Carta di Lorenzo”, un documento firmato dal presidente Emanuele Orsini per promuovere la sicurezza sul lavoro nelle attività scolastiche e formative. La Carta punta a sensibilizzare e prevenire gli incidenti coinvolgendo scuole, imprese e sindacati. «La tragica morte di Parelli ha drammaticamente richiamato l’attenzione della società sull’importanza della sicurezza per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro», ha dichiarato Orsini, ribadendo l’impegno a intraprendere un dialogo con tutte le parti sociali.

Sappiamo chi è Stato

La sentenza emessa dal Gup di Udine rappresenta un primo passo nella ricerca di giustizia per Lorenzo Parelli. L’accettazione del patteggiamento da parte dell’imprenditore Schneider e la condanna dei responsabili diretti dell’incidente segnano un monito per il rispetto delle normative di sicurezza, specialmente quando in gioco c’è l’incolumità dei giovani che si avvicinano al mondo del lavoro.

Ma si parla appunto di primo passo, perché ancora in superficie. La morte di Lorenzo Parelli ha portato ad una riflessione e discussione più ampia del sistema italiano e della scuola-lavoro, non accontentandosi delle lacrime da coccodrillo delle grandi e più piccole voci diplomatiche e istituzionali, che hanno invece reso la politica complice di questa morte. Quello di Lorenzo non è stata solamente una delle tanti morti sul lavoro, a causa della poca sicurezza, del lavoro in nero e dello sfruttamento; questa volta, a morire, è stato un ragazzo di 18 anni, che si trovava lì per la scuola. Questa volta la colpevolezza non è solamente del proprietario o del tutor aziendale, ma anche il sistema scolastico è coinvolto. 

Una scuola che, nel corso degli anni, ha indirizzato l’istruzione e l’apprendimento in ottica lavorativa, sopratutto industriale, soffocando la libertà di pensiero, il sapere critico, la rielaborazione in cui gli studenti, in teoria, si dovrebbero riconoscere come parte attiva. Una scuola che usa, ancora oggi, l’alternanza scuola lavoro per sfruttare menti e corpi e addestrare tutti quei giovani che invece hanno diritto ad uno spazio libero e di socialità.

L’alternanza scuola lavoro, oggi chiamata PCTO – percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento -, introdotta da Matteo Renzi con il Jobs Act, porta con sé anche una logica estremamente classista: una netta distinzione è tra il carico lavorativo e temporale che gli studenti degli istituti tecnici devono affrontare rispetto a quelli dei licei classici e scientifici. E così, ignaro del funzionamento e inconsapevole del sistema di sfruttamento all’interno del quale è stato proiettato – senza neanche essere interpellato nella decisione – Lorenzo Parelli è stato condannato a morte.

Lucrezia Agliani

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