In ricordo a Lorenzo “Orso” Orsetti, caduto in battaglia in Siria contro l’avanzata jihadista il 18 marzo 2019.
Il giovane Lorenzo “Orso” Orsetti, classe 1986, fiorentino di nascita e residente nel quartiere di Rifredi, prima di partire volontario lavorava come cuoco. All’epoca della morte si trovava da un anno e mezzo nel nord-est della Siria, dove combatteva come volontario insieme alle milizie curde dello YPG, le Unità di protezione popolare, contro l’avanzata jihadista: il suo nome di battaglia era “Heval Tekosher”, ovvero il “lottatore”. Il 18 marzo 2019 perde la vita sul campo di battaglia a Baghuz, nella Siria sud-orientale. A darne la notizia è proprio l’ISIS, rivendicando l’uccisione del giovane soldato. La salma è stata riportata a Firenze il 15 giugno e il giovane è stato sepolto nel cimitero monumentale delle Porte Sante di San Miniato.
Lorenzo era descritto dagli amici e dai familiari come un ragazzo straordinariamente altruista, dal carattere mite, dedito al lavoro e mosso da ideali di libertà e uguaglianza. Proprio questi ideali lo avevano spinto ad appoggiare la rivoluzione curda, seguendo l’esempio di altri attivisti italiani, come Davide Grasso e Maria Edgarda “Eddi” Marcucci.
La scomparsa di “Orso” scosse profondamente la sua città natale. Sulle pareti del centro storico fiorentino si possono ancora leggere numerosi messaggi di ammirazione e cordoglio: l’insegna della Biblioteca Umanistica dell’Università di Firenze, in Piazza Brunelleschi, fu oscurata dalla commossa scritta “Orso vive”. Anche Zerocalcare, celebre autore romano, omaggiò la figura di Lorenzo Orsetti con un fumetto pubblicato su Internazionale, dal titolo “Macelli”.
La vita e le parole di Lorenzo “Orso” Orsetti sono sempre di grande ispirazione e insegnamento per continuare a lottare e ricordarci da che parte stare:
«Ciao, se state leggendo questo messaggio è segno che non sono più a questo mondo. Beh, non rattristatevi più di tanto, mi sta bene così; non ho rimpianti, sono morto facendo quello che ritenevo più giusto, difendendo i più deboli e rimanendo fedele ai miei ideali di giustizia, eguaglianza e libertà. Quindi nonostante questa prematura dipartita, la mia vita resta comunque un successo e sono quasi certo che me ne sono andato con il sorriso sulle labbra. Non avrei potuto chiedere di meglio. Vi auguro tutto il bene possibile e spero che anche voi un giorno (se non l’avete già fatto) decidiate di dare la vita per il prossimo, perché solo così si cambia il mondo. Solo sconfiggendo l’individualismo e l’egoismo in ciascuno di noi si può fare la differenza. Sono tempi difficili lo so, ma non cedete alla rassegnazione, non abbandonate la speranza, mai! Neppure per un attimo. Anche quando tutto sembra perduto e i mali che affliggono l’uomo e la terra sembrano insormontabili, cercate di trovare la forza e di infonderla nei vostri compagni. È proprio nei momenti più bui che la vostra luce serve. E ricordate sempre che “ogni tempesta comincia con una singola goccia”. Cercate di essere voi quella goccia.
Vi amo tutti, spero farete tesoro di queste parole.
Serkeftin!»Orso,
Tekoşer,
Lorenzo