L’ONU ha richiesto di effettuare l’embargo a Israele

embargo a Israele onu

Il conflitto tra Israele e la Striscia di Gaza ha raggiunto nuovi livelli di tensione, con le Nazioni Unite che sollevano pesanti accuse contro Israele per presunte violazioni del diritto internazionale umanitario e con la richiesta di effettuare un embargo a Israele. La recente decisione della Corte d’Appello olandese di sospendere le esportazioni di aerei da caccia F-35 in Israele ha intensificato la pressione internazionale. Mentre il dibattito geopolitico si infiamma, la situazione umanitaria a Gaza raggiunge proporzioni allarmanti. Dopo le ultime notizie, anche in merito all’avanzamento dell’occupazione israeliana e degli attacchi dell’IDF in Libano, l’ONU ha deciso di richiedere l’embargo a Israele: la richiesta infatti è quella di sospendere l’invio di aiuti bellici allo Stato sionista. 

Nuove misure dell’ONU: la priorità è l’embargo a Israele

Nel contesto del conflitto in corso tra Israele e Gaza, le Nazioni Unite hanno recentemente emesso un comunicato stampa che solleva forti accuse contro Israele per presunte violazioni del diritto internazionale umanitario: proprio per questo motivo si richiede un’azione precisa e decisiva, l’embargo a Israele. Le dichiarazioni delle Nazioni Unite hanno portato all’attenzione la necessità di adottare misure immediate, incluso un embargo a Israele, quindi una limitazione, se non la fine, sulla vendita di armi a Israele.

Sicuramente questo è una decisione che già era presente tra le sedie delle Nazioni Unite: la decisione è stata presa infatti anche come conseguenza al riconoscimento di un genocidio in corso, dopo le accuse portate avanti dal Sudafrica. L’organizzazione infatti ha emanato un comunicato in cui, oltre all’embargo a Israele, chiede a tutti gli stati di fermare il massacro in Palestina. 

Decisione della Corte d’Appello Olandese

La Corte d’Appello olandese ha recentemente ordinato la sospensione delle esportazioni di aerei da caccia F-35 in Israele, un passo significativo che ha ricevuto il plauso delle Nazioni Unite. Questa decisione ha suscitato richieste di ulteriori azioni da parte degli Stati membri, sottolineando la crescente preoccupazione a livello globale.



La situazione infatti è sempre più grave: altissime sono le cifre di distruzione di abitazioni civili e di infrastrutture. Oltre il 60% delle abitazioni sono state rase al suolo, e gli ospedali non sono più funzionanti ed efficienti. Dal 7 ottobre, i morti sono saliti a 129 mila e i feriti a 70 mila. L’embargo a Israele trova sicuramente apprezzamento e adesione da parte dell’Olanda, Belgio e Spagna, ma sicuramente ancora è necessario avere il supporto di tutti gli stati membri dell’Organizzazione.

Accuse di Francesca Albanese

Francesca Albanese, relatrice dell’ONU sulla Palestina, ha condannato Israele in modo deciso, definendolo “l’apartheid per eccellenza” e caratterizzando la guerra a Gaza come un “olocausto contro il popolo palestinese”. Queste dichiarazioni evidenziano la tensione e la pressione internazionale su Israele.

La relatrice ONU sulla Palestina ha poi denunciato anche il pericoloso clima di aggressione e repressione in Italia: quando si parla di Palestina, è sempre difficile continuare una conversazione che sia per l’autodeterminazione di un popolo oppresso. Questo avviene anche quando davanti agli occhi abbiamo un evidente genocidio.

Situazione umanitaria drammatica

Il comunicato stampa delle Nazioni Unite non si limita a sollevare questioni legate alle violazioni del diritto internazionale, ma evidenzia anche la drammatica situazione umanitaria a Gaza. Ci sono troppi morti di personale medico e danni agli ospedali, come anche le bombe che mirano le riserve idriche, fame, malnutrizione e un alto numero di vittime, si profila un quadro allarmante che richiede una risposta urgente.

Proteste interne a Israele e negoziati con Hamas

Molte sono le manifestazioni di protesta in Israele che chiedono le dimissioni di Netanyahu, soprattutto nella grandi città di Haifa e Tel Aviv. Si fa riferimento anche ai negoziati in corso tra Israele e Hamas per una potenziale tregua, evidenziando la complessità della situazione politica e umanitaria nella regione. Intanto infatti continuano le relazioni diplomatiche: ma quanto saranno efficienti? e in quanto si concluderanno?

Si sostiene, secondo alcune fonti ONU, che eventuali accordi tra Israele, Hamas e l’intera comunità internazionale, si avranno prima dell’inizio del Ramadam, cioè il 10 marzo. Ma ad oggi, la questione più importante è cercare di porre l’embargo a Israele: non si richiede una diminuzione o una sostituzione, ma la fine della vendita delle armi.

Un appello – l’ennesimo – all’azione: nella speranza di una realizzazione

L’embargo a Israele proposto dalle Nazioni Unite rappresenta un segnale chiaro dell’urgenza di affrontare le violazioni del diritto internazionale e di trovare soluzioni diplomatiche per porre fine al conflitto. Resta da vedere come la comunità internazionale risponderà a questa chiamata all’azione e quale impatto avrà sulle dinamiche in corso in Medio Oriente.

Lucrezia Agliani

Exit mobile version