L’ONU condanna l’embargo USA su Cuba

embargo USA su Cuba

L’ONU vota contro l’embargo USA su Cuba. Crisi economica, blackout e migrazioni mettono Cuba sotto pressione. Gli USA mantengono la linea dura, ma crescono le richieste di cambiamento.


Mercoledì, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che condanna, a larga maggioranza, l’embargo economico imposto dagli Stati Uniti contro Cuba, una misura in vigore da oltre 60 anni. Questo voto, che si è concluso con 187 voti favorevoli , 2 contrari (Stati Uniti e Israele) e una sola astensione, ha eguagliato il record di sostegno internazionale a Cuba, raggiunto per la prima volta nel 2019 e ripetuto lo scorso anno. L’approvazione della risoluzione, sebbene non vincolante, rappresenta una significativa presa di posizione della comunità internazionale sulla controversa misura americana.

La posizione di Cuba e la critica all’amministrazione Biden

Nel suo intervento all’Assemblea, il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodriguez ha attaccato con forza la politica statunitense, accusando l’amministrazione Biden di mantenere una linea dura, definita “politica di massima pressione”, volta a colpire duramente l’economia cubana ea privare l’isola delle risorse necessarie, soprattutto il carburante. Rodriguez ha anche affermato che questa politica è alla base dei frequenti blackout elettrici che si sono verificati recentemente a Cuba, aggravando ulteriormente una situazione economica già complessa.

L’amministrazione del presidente Joseph Biden afferma che la sua politica ha come obiettivo il sostegno al popolo cubano“, ha dichiarato il ministro cubano, aggiungendo: “Chi potrebbe credere a una simile affermazione?” Con questa frase, Rodriguez ha criticato apertamente l’operato dell’amministrazione statunitense, invitando la comunità internazionale a riflettere sulla realtà dei fatti.

Le risoluzioni dell’ONU: un peso simbolico ma significativo

Le risoluzioni dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite non hanno valore giuridico vincolante, ma riflettono il consenso globale su temi di grande rilievo. Il voto di condanna verso l’embargo, che l’Assemblea generale approva ogni anno, rappresenta una piattaforma fondamentale per Cuba, che sfrutta questo contesto per evidenziare come gli Stati Uniti rimangono isolati in una politica percepita come anacronistica e ingiusta dalla comunità internazionale.


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L’embargo embargo USA su Cuba rappresenta una delle questioni più discusse nelle relazioni internazionali dell’ultimo secolo, portando con sé non solo implicazioni economiche, ma anche politiche e umanitarie. Cuba ha infatti subito una delle peggiori crisi economiche ed energetiche della sua storia, che si manifesta attraverso interruzioni elettriche, scarsità di cibo e un’inflazione crescente, elementi che stanno esasperando una popolazione già in difficoltà.

La crisi interna a Cuba: blackout, scarsità di beni e migrazioni in aumento

La crisi economica cubana ha visto un peggioramento sostanziale negli ultimi anni, anche a causa delle conseguenze della pandemia e dell’isolamento economico globale. Oltre ai blackout che si verificano con sempre maggiore frequenza, i cubani devono affrontare una crescente scarsità di beni alimentari e farmaceutici, mentre i prezzi aumentano a causa dell’inflazione.

Di fronte a questa situazione, molti cubani scelgono la via della migrazione, cercando una vita migliore all’estero, con centinaia di migliaia di persone che hanno lasciato l’isola negli ultimi anni, molte delle quali hanno scelto come meta proprio gli Stati Uniti. Questo esodo ha aperto nuove sfide sia per Cuba, che perde parte della propria forza lavoro, sia per gli USA, che devono far fronte a un flusso migratorio sempre più consistente.

La storia dell’embargo USA su Cuba: una lunga eredità dalla rivoluzione cubana

L’embargo embargo USA su Cuba ha origine nel 1960, in risposta alla rivoluzione cubana guidata da Fidel Castro e alla nazionalizzazione delle proprietà americane. Nel corso degli anni, questa misura è diventata un simbolo delle tensioni tra i due paesi, rafforzandosi ulteriormente fino a configurarsi come una delle più durature e rigide sanzioni economiche della storia.

Nel 2016, con il riavvicinamento diplomatico promosso dall’allora presidente cubano Raul Castro e dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama , sembrava che si aprisse una nuova fase nei rapporti tra i due paesi. Per la prima volta, infatti, gli USA si astennero dal voto dell’ONU sull’embargo, e vi furono momenti di maggiore distensione, con il ripristino delle relazioni diplomatiche. Tuttavia, questo approccio è stato interrotto dall’amministrazione Trump, che ha reintrodotto sanzioni e limitazioni, riaffermando una linea dura nei confronti del governo cubano.

La posizione attuale degli Stati Uniti: tra sanzioni e supporto al settore privato

Intervenendo all’Assemblea generale, il vice ambasciatore statunitense Paul Folmsbee ha difeso la posizione del suo paese, sostenendo che l’embargo embargo USA su Cuba e le sanzioni mirano a promuovere la democrazia e il rispetto dei diritti umani a Cuba. Folmsbee ha evidenziato che, secondo le stime, vi sono circa 1.000 prigionieri politici nel Paese, un numero superiore a quello di qualsiasi altro momento della storia recente.

Il rappresentante statunitense ha inoltre sottolineato che le sanzioni includono esenzioni per cibo, medicina e beni di prima necessità, spiegando che solo lo scorso anno gli Stati Uniti hanno esportato circa 336 milioni di dollari in prodotti agricoli a Cuba e hanno autorizzato ulteriori esportazioni di natura umanitaria . A maggio, l’amministrazione Biden ha anche rimosso alcune restrizioni finanziarie, consentendo agli imprenditori cubani di aprire conti bancari statunitensi online per supportare le proprie attività commerciali e promuovere il settore privato.

La risposta di Cuba e le prospettive future

Bruno Rodriguez ha criticato le iniziative americane, sostenendo che queste misure rappresentano solo dei “palliativi” inefficaci rispetto al grave impatto dell’embargo. Secondo Rodriguez, l’economia cubana ha perso oltre 16 miliardi di dollari a causa delle sanzioni americane sotto la presidenza Biden, e la speranza del governo cubano è che una futura amministrazione possa finalmente porre fine a questa politica.

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