L’Onu accusa Bolsonaro per aver messo in pericolo la democrazia brasiliana

L'Onu accusa Bolsonaro: la sua politica minacciava gli ideali della democrazia brasiliana.

Per la prima volta, un rapporto delle Nazioni Unite incrimina esplicitamente Bolsonaro. Le accuse mosse contro l’ex presidente brasiliano riguardano principalmente le sue scelte politiche, che hanno compromesso i principi della democrazia brasiliana, e la messa in discussione del sistema elettorale.

Nella settimana in cui il TSE (Tribunale Superiore Elettorale) sarà chiamato a giudicare l’ineleggibilità dell’ex presidente brasiliano, l’Onu accusa Bolsonaro con un rapporto stilato da Clément Nyaletsossi Voule, relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti di riunione pacifica e sulla libertà di associazione.

Tale documento verrà poi discusso davanti al Consiglio per i Diritti Umani e sarà la prima volta in cui verrano esposte e contestate in un dibattito internazionale le scelte politiche applicate da Bolsonaro durante gli anni del suo governo.

La politica attuata da Bolsonaro è la causa principale della crisi democratica che attraversa il Brasile

Nel primo semestre del 2022, Voule visitò diverse città brasiliane e proprio durante questo soggiorno, si rese conto che il Brasile era attraversato da una profonda crisi che colpiva soprattutto gli aspetti principali della democrazia brasiliana.

Infatti, le sue parole in merito a tale situazione rispecchiano pienamente la realtà che il Brasile si trovava ad affrontare nel periodo precedente alle elezioni presidenziali del 2022:

“ La transizione del Brasile dal regime dittatoriale alla democrazia è stata formalizzata dalla Costituzione del 1988, che garantisce il diritto alla libertà di espressione, associazione e riunione. Le garanzie costituzionali, tuttavia, sono state influenzate negativamente negli ultimi anni a causa della proliferazione di leggi e decreti adottati dalle autorità brasiliane nel tentativo di minare tali diritti. Tali leggi e decreti hanno indebolito la democrazia del paese e la partecipazione della società civile e delle comunità emarginate agli affari pubblici.”

Nel rapporto redatto per l’Onu, il relatore speciale afferma che la democrazia brasiliana stava affrontando da anni un evidente retrocesso e la sua battuta d’arresto in merito ai valori e agli impegni democratici, derivava sopratutto da un aumento degli ideali non liberali, segnati da un continuo incremento della violenza politica e da costanti attacchi alle istituzioni democratiche.

“Negli ultimi dieci anni, la democrazia in Brasile ha affrontato diverse crisi politiche, economiche, sociali e sanitarie che sono state sfruttate per consolidare la sfiducia e le profonde divisioni tra la popolazione, alimentando l’incitamento alla violenza, all’odio e all’intolleranza in una società sfidata dalla discriminazione strutturale e dalla crescente disuguaglianza”, ha affermato Voule.

Le origini di tale crisi dei valori democratici, infatti, non vanno ricercate solamente nei quattro anni appena trascorsi, ma dalle elezioni di ottobre 2022 si è verificato un aumento di tali atteggiamenti con un oggettivo sviluppo di episodi di incitamento all’odio e alla violenza politica sopra citata.

Un esempio chiave che testimonia tale escalation di violenza è l’episodio golpista dell’8 gennaio 2023.

In questa data, i sostenitori di Bolsonaro hanno vandalizzato e preso d’assalto gli edifici del Congresso nazionale, della Corte suprema federale e del Palazzo Planalto, chiedendo un intervento militare per rimuovere il presidente eletto democraticamente, Lula da Silva.

Le accuse presenti nel rapporto stilato da Voule

Va specificato che il documento redatto dall’Onu non impone nessun tipo di sanzione internazionale contro Bolsonaro, ma, oltre a rimarcare negativamente l’immagine dell’ex presidente, può risultare utile per sostenere tesi contro la politica bolsonarista, ormai riconosciute e condivise a livello pubblico.

Inoltre, può essere d’aiuto alla magistratura brasiliana chiamata a prendere decisioni in merito a situazioni specifiche che riguardano tali accuse e incriminazioni.




L’elenco dei principali capi d’accusa:

L’Onu accusa Bolsonaro e Lula diventa l’unica possibilità per una rinascita dei valori democratici in Brasile

Con la fine del mandato di Bolsonaro, il nuovo Presidente Lula diventa l’unica e la più fiduciosa alternativa per ripristinare la “vera” democrazia brasiliana.

Il Brasile, grazie alla volontà politica e alla maturità espressa attraverso le ultime elezioni, è sicuramente in grado di ripristinare la speranza per tutte quelle persone che hanno sofferto l’emarginazione e hanno subito anni di violazioni dei diritti umani.

Per questo motivo, Voule sostiene che la società civile brasiliana in questo momento ha tra le mani un importante obiettivo comune, ossia quello di salvaguardare la sovranità popolare e l’unità del Brasile.

“Come si è visto negli ultimi anni, la società civile ha resistito al discorso populista che mina la legittimità del suo lavoro e ha anche resistito all’aumento delle misure legali e delle leggi volte a limitare lo spazio civico e la partecipazione agli affari pubblici”

A queste affermazioni di Voule, si aggiunge un appello alle nuove autorità affinché riescano a ricostruire la fiducia nella società civile, promuovendo un ambiente favorevole per superare le sfide della discriminazione, delle profonde disuguaglianze e della protezione delle terre e delle comunità amazzoniche, indigene ed emarginate, perché ciò può avvenire soltanto con la partecipazione attiva della società.

Andrea Montini

 

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