Da un bel po’ di tempo esistono due modi di fare fotografia: in digitale e in analogico. La tecnologia ha fatto progressi straordinari. Eppure, già da qualche anno si ha un vero e proprio revival della fotografia analogica. Dalle macchine istantanee, la Polaroid prima fra tutte, alla vecchia, vecchissima Rolleiflex, sembra che tutti impazziscano per questo ritorno al passato. Un passato in cui occupa uno spazio anche la Lomografia.
Ma cos’è la Lomografia? E qual è la sua storia?
Prima di tutto, si può dire che quello della lomografia è un vero e proprio movimento socio-culturale internazionale. Il motto principale è: non pensare, scatta!
L’approccio è quindi quello di una fotografia che non nasce dallo studio meticoloso delle luci, del taglio della fotografia. Ma nasce nell’attesa dell’imprevisto. Quando si decide di scattare con una lomo, è bene non aspettarsi un risultato preciso. Le caratteristiche della fotocamera, infatti, fanno sì che il fotografo non sappia con certezza come effettivamente sarà lo scatto. La luce, nello specifico, è un po’ un terno al lotto. Per non parlare delle esposizioni multiple.
A determinare la particolarità delle fotografie fatte con le macchine lomo, è la struttura della macchina stessa. L’obiettivo è come un grandangolare medio, con un focale di 32 mm, e fu progettato da un ingegnere ottico sovietico. La relativa luminosità degli scatti fa sì che le foto siano estremamente sature e vignettate, una vignettatura che deriva dalla sottoesposizione. Qualcosa di molto diverso rispetto a quello che siamo abituati a vedere.
Per quanto oggi le cose siano molto cambiate, un tempo le macchine lomo erano davvero economiche, e per questo molto diffuse. Uno dei modelli più riusciti è sicuramente Holga, che ha conosciuto un grande successo ed è cambiata nel tempo per caratteristiche. (Cliccando qui potete farvi un’idea delle foto che si possono fare con la Holga 120N).
Ma a che cosa dobbiamo questo revival della lomografia?
Sono stati due studenti austriaci a riportarla in auge, dopo aver ritrovato alcune macchine fotografiche 35 mm della marca Lomo. E hanno deciso di provare a fare degli scatti. Avendo visto i risultati, originali e stupefacenti, in molti hanno deciso di provare a loro volta. Seguendo le regole base della lomografia:
-porta la tua macchina ovunque tu vada
-usala giorno e notte
-la lomografia non è un’interferenza nella vita, ma una sua parte
-non guardare nel mirino
-avvicinati più che puoi
-non pensare
-sii veloce
-non preoccuparti in anticipo del risultato
-e neppure dopo
-non preoccuparti di nessuna regola
L’ultima regola, senza dubbio. nella lomografia come nell’arte in generale, è la più importante.
Sofia Dora Chilleri