A neanche 15 chilometri da Nuoro, c’è un piccolo borgo rurale che recentemente è diventato famoso per il suo bizzarro nome. Si chiama Lollove e per un gioco di parole (lol che in inglese significa ridere a crepapelle e love amore) è diventata una delle location più ambite dagli stranieri per organizzare un matrimonio.
La stessa Valeria Romagna, assessore alle politiche sociali di Nuoro, ha ammesso:
“Il nome di fatto ci viene incontro e noi lo vogliamo sfruttare. Grazie alla nostra campagna pubblicitaria, Lol-love è da poco tempo diventata una vera e propria “love destination” che include al loro interno le parole amore e divertimento. Il nostro progetto è ampio e si fonda ovviamente su elementi più solidi. La promozione di Lollove rientra nel piano strategico regionale del turismo e qui in Sardegna stiamo lavorando per un’offerta turistica che vada ben oltre alla stagione balneare. Il settore wedding può essere una buona alternativa, perché ci permette di far conoscere le bellezze del nostro interno. Lollove è un gioiellino di per sé, che ben rappresenta la ricchezza del territorio di cui Nuoro è il capoluogo.”
Come mai tutta questa notorietà?
Dietro al fatiscente lancio di Lollove come borgo d’amore per eccellenza c’è Francesca Floris, fotografa italiana che, come la stragrande maggioranza dei sardi, ha trovato lavoro all’estero. Una volta ritornata in patria, ha deciso che era giunto il momento di riportare la propria esperienza.
“Ho iniziato facendo la fotografa di matrimoni in Irlanda. Conosco ormai benissimo la passione e i gusti degli stranieri per le destinazioni autentiche. In Sardegna si celebrano molti matrimoni sulle spiagge, ma il mercato sta cambiando. Gli americani adesso ricercano più autenticità e più ruralità. Per questo motivo penso che Lollove sia la destinazione perfetta.”
La giovane, in collaborazione con il Comune di Nuoro, con il collega fotografo Antonio Patta e con la videomaker Chiara Mela, cerca di mostrare come meglio crede tutto ciò che il piccolo borgo di Lollove può mostrare e offrire. Floris ha dunque deciso di inscenare un finto matrimonio per promuovere il posto.
“Per quanto riguarda l’ambientazione è stata curata seguendo un’idea precisa. Mi sono ispirata alla letteratura e al luogo. Ho creato delle immagini sperando di evocare la natura di Lollove, contemporaneamente le opere di Grazia Deledda e a modo mio anche la tradizione. Un esempio è la gallina bianca alla sposa. La gallina è simbolo di prosperità e bianca come i capelli bianchi è un augurio di longevità.”
Il finto matrimonio
La campagna pubblicitaria si è completamente focalizzata sulla sponsorizzazione di un matrimonio di prova che non solo mostra la città di Lollove come perfetta location d’amore, ma presenta anche l’intero pacchetto completo tra cui per esempio il ristorante, il catering, il wedding planner e il servizio trucco.
“Vorrei mostrare l’essenza vera della Sardegna perchè quando frequento corsi e convegni nel Nord Europa sento che gli stranieri conoscono le spiagge sarde, ma cercano per i propri matrimoni sempre più destinazioni “country” e non sanno che le possiamo avere anche noi.”
Silvia Barbieri