Lolita, l’opera letteraria di Vladmir Nabokov, diventata oggi un cult, all’epoca della sua stesura ebbe non pochi problemi di pubblicazione. La causa fu indubbiamente il tema di cui trattava, la pedofilia. Moltissime case editrici quindi si rifiutarono di pubblicare il romanzo.
La prima che accettò di pubblicare l’opera fu “Olympia Press“, una casa editrice erotica di Parigi. Nel 1962 il regista Stanley Kubrick ne fece anche un’opera cinematografica di grandissimo successo. Fatto che contribuì alla diffusione del romanzo stesso.
Lolita, la vera storia
Il romanzo dello scrittore russo non fu opera della fantasia, purtroppo la vincenda narrata all’interno è ispirata a fatti realmente accaduti. Nabokov, prima di scrivere il suo libro, fece alcune ricerche sui giornali dell’epoca alla ricerca di qualche notizia a cui ispirarsi e alla fine trovò quella di Sally Horner.
La “vera” Lolita quindi è la giovanissima Sally Horner di 11 anni. Fu rapita nel 1948 da un uomo di cinquant’anni di nome Frank La Salle, un meccanico all’ora disoccupato. Tutto iniziò in un tragico giorno in cui la povera ragazzina, convinta dai compagni di scuola, rubò un quaderno del valore di cinque centesimi. Quel gesto, apparentemente innocente, le cambiò la vita.
L’inizio di un incubo
A sorprendere Sally sfortunatamente fu Frank La Salle, che spacciandosi per un agente dell’FBI, la minacciò di arrestarla per il gesto compiuto. L’uomo era già noto agli agenti di polizia per crimini legati alla pedofilia, all’epoca era infatti da poco uscito di prigione. Spaventando a morte Sally delle gravi conseguenze a cui sarebbe potuta andare incontro, a causa del furto, Frank ottenne la sua attenzione.
Quel giorno la lasciò andare a casa ma l’indomani Sally lo ritrovò davanti alla sua scuola. Terrorizzata e plagiata dalla malsana astuzia del criminale, sotto minaccia d’arresto, la convinse a presentarlo alla madre come il padre di un’amica che avrebbe voluto portarla in vacanza al mare. La madre, ignara della reale situazione, accettò e quindi mise la figlia nelle mani del terribile stupratore.
Gli abusi
A quel punto Frank La Salle cominciò a portare Sally Horner in giro per gli Stati Uniti, esattamente come narra il romanzo, i due vagarono per gli stati e soggiornarono in svariati motel. L’uomo si è sempre spacciato per il padre grazie al quale riuscì ad iscriverla nelle scuole delle città che frequentavano. Il 22 marzo del 1950 in California, 21 mesi dopo il rapimento, un vicino di casa si rese conto che la ragazzina aveva qualcosa che non andava.
Mentre La Salle era in città per cercare lavoro Sally approfittò per confessare il tutto al vicino che le permise di chiamare la sorella la quale fu incalzata di chiamare a sua volta l’FBI per venire a salvarla. Al ritorno dalle commissioni svolte, Frank, trovò la polizia ad attenderlo. L’uomo fu finalmente arrestato e condannato alla pena di 30 anni che poi scontò nella prigione di Trenton situata nel New Jersey.
La vita di Sally Horner
La sfortunata “Lolita” fu infine liberata e portata dalla madre e dalla sorella. Il suo destino però non le fu amico e a causa di un incidente d’auto la giovane morì il 20 agosto del 1952, solo due anni dopo dalla sua liberazione. La tragica vincenda però, se vogliamo vedere il lato positivo, ha fatto sì che la storia di Sally non fosse mai dimenticata perchè impressa all’interno di un’opera, che per la sua bellezza, non morirà mai.
Rebecca Romano