Lo strano caso di Luigi Cesaro, da autista dei camorristi a senatore della Repubblica

Luigi Cesaro

Una vita intera tra le aule della politica e quelle giudiziarie; tra gli innumerevoli incarichi pubblici e le continue accuse di rapporti con la mafia. Luigi Cesaro, nella sua carriera, non si è fatto mancare proprio nulla. Ma i guai giudiziari, per il senatore forzista, sono tutt’altro che finiti.

Una collezione impressionante di incarichi politici, e una lista ancora più lunga di indagini a suo carico: il curriculum di Luigi Cesaro, anche noto con lo pseudonimo di “Giggino ‘a purpetta”, ha dell’incredibile. Se non fosse che, a storie simili, ci siamo da tempo abituati.




Cesaro ha occupato per oltre trent’anni le più disparate cariche pubbliche. Una carriera iniziata nel 1990, quando viene eletto consigliere regionale per il PSI, e proseguita poi nelle file di Forza Italia. Ed è proprio con il partito di Silvio Berlusconi che “Giggino” approda alla Camera, dove ricopre il ruolo di deputato per ben quattro legislature, in un arco di tempo che va dal 1996 al 2008. Nel frattempo viene eletto sindaco e poi consigliere del comune di Sant’Antimo, in Campania, Presidente della provincia di Napoli, e perfino eurodeputato. Oggi è senatore, sempre con Forza Italia, in carica dal 2018. Una vita al servizio dello Stato? Sarà; ma per gli inquirenti che indagano su di lui, la carriera politica di Luigi Cesaro risponderebbe a ben altri interessi.

Una lunga lista di accuse

Tutto inizia nel lontano 1984, quando “Giggino” viene arrestato nell’ambito di un’operazione contro la Nuova camorra organizzata. In Appello arriva l’assoluzione, e qualche anno dopo si concretizza la sua carriera politica; e con questa, nuovi sospetti e nuove indagini a cadenza regolare: nel 2008, nel 2011, nel 2014, nel 2016 e nel 2018. Stando alle accuse, Cesaro avrebbe sfruttato la propria posizione per favorire i soliti noti della criminalità organizzata; principalmente nella gestione degli appalti, ma figurano anche possibili operazioni di compravendita dei voti. E poi gli scandali politici, grandi e piccoli, dalla cattiva gestione dell’emergenza rifiuti a Napoli, al voto sul condono edilizio a Ischia nel 2018, che lo vide schierarsi a sorpresa con i parlamentari del M5S. Quel voto rappresenta ad oggi la più nota iniziativa politica del senatore, rimasto per il resto pressoché inerte durante i suoi numerosi mandati in Parlamento.

Una lunga strada, iniziata, si direbbe, “dal basso”. “Quest’uomo ora è importantissimo, ma è stato il mio avvocato e mi deve tanto. Faceva il mio autista, figurati”; così sentenziava nel 2011 Raffaele Cutolo, boss camorrista agli arresti, intercettato durante un colloquio con un parente. I rapporti con i Cutolo, risalenti fino agli anni Ottanta, sono d’altronde confermati dallo stesso Cesaro: che ha dichiarato in aula non solo di essersi giovato delle raccomandazioni di Rosetta Cutolo, sorella del boss, ma di avere anche consegnato per lei alcune missive, dirette al latitante Pasquale Scotti.

L’impresentabile

Certo, nessuno di questi procedimenti si è concluso con una condanna; nemmeno in seguito alle recenti e lapidarie dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, che collocherebbero Luigi Cesaro in una fitta rete di rapporti malavitosi. Giggino occupa così tuttora trionfante la sua poltrona in Parlamento.

Eppure proprio in questi giorni si è tornati a parlare di lui. Il Senato ha infatti decretato il via libera alla Procura per l’utilizzo di 6 intercettazioni che coinvolgono il senatore forzista; il quale risulta nuovamente indagato, per concorso in associazione mafiosa e concorso in scambio elettorale politico-mafioso. Un’operazione che ha già portato all’arresto dei suoi tre fratelli, apparentemente coinvolti negli affari dei clan Puca, Verde e Ranucci. A Sant’Antimo, dove vive la famiglia Cesaro, camorra e imprenditori avrebbero avviato un proficuo rapporto di collaborazione, che coinvolgeva anche le sfere politiche locali. Tanto da condurre allo scioglimento del comune per mafia, avvenuto pochi mesi fa.

Cesaro si dichiara ora sereno e fiducioso sul proseguimento delle indagini. Allo stesso tempo, nella migliore delle tradizioni italiane, lamenta di essere vittima di una persecuzione giudiziaria. Il senatore è addirittura diventato un personaggio mediatico: sbeffeggiato per le sue scarse doti oratorie, per le gaffe, per gli strafalcioni linguistici. Eppure a ridere dovrebbe essere lui: una vita in politica, sempre ben saldo alla poltrona, mai scalfito dalle accuse. Impresentabile per eccellenza, ma costantemente ricandidato; la politica d’altronde è la sua vera casa, oltre che un’attività di famiglia: anche il figlio Armando, infatti, ha seguito le sue orme, diventando consigliere regionale.

Uomini grigi

Eppure in tanti anni di attività legislativa, sono ben poche le iniziative da lui promosse: come primo firmatario, avrebbe prodotto un’unica proposta di legge, relativa all’istituzione di albi ufficiali per alcune professioni mediche. Luigi Cesaro apparterebbe a quella schiera di uomini grigi che abitano le stanze del potere, un po’ in sordina, senza elevarsi mai ai vertici dei partiti, ma senza nemmeno rinunciare alle proprie prerogative. Uomini che silenziosamente mantengono i legami tra politica e malaffare, puniti dalla gogna mediatica, ma in qualche modo sempre impermeabili alle trame della giustizia.

D’altronde anche l’ultimo procedimento a carico di Cesaro ha suscitato qualche malumore: su 21 intercettazioni che lo coinvolgevano, soltanto 6 hanno ottenuto il benestare del Senato, affinché potessero essere impiegate dagli inquirenti. “Abbiamo applicato la prassi e la Costituzione”, ha affermato Giuseppe Cucca, senatore di Italia Viva e fautore del provvedimento. Eppure è difficile allontanare il presentimento che, con queste premesse, Giggino ‘a purpetta uscirà probabilmente indenne anche da quest’ultima avventura giudiziaria.

Elena Brizio

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