In contemporanea mondiale e proprio durante la febbre per le Olimpiadi di Rio, esce su Netflix Fearless – Senza Paura, un documentario sportivo a puntate sul titolo mondiale della PBR, la Professional Bull Rider, e i cowboy brasiliani che se lo contendono.
Per bull riding si intende letteralmente “cavalcare tori”, il lavoro settimanale di questi atleti.
Secondo Sport Illustrated, il bull riding è lo sport più pericoloso del mondo per il rapporto tra praticanti e infortuni e decessi. Basta osservare pochi secondi della prima puntata per capirne il motivo: un cowboy viene disarcionato da un enorme toro scalciante per essere incornato e infinite calpestato. L’arrivo dei soccorsi è tempestivo, ma capirete che spesso non ci sia molto da fare.
L’obiettivo degli atleti del circuito, proveniente da vari paesi come il Brasile, il Messico e l’Australia, è quello di rimanere in groppa al toro per almeno 8 secondi e poi aspettare il verdetto dei giudici: il voto va da 0 a 100 a seconda della forza del toto e della bravura. Un sistema che ricorda molto le gare di tuffi che hanno tenuto svegli migliaia di italiani delle ultime settimane.
L’aspetto su cui si concentra il documentario, prodotto dalla stessa Netflix e dalla PBR, è la colonia di brasiliani che da un decennio domina lo sport. Veniamo introdotti alle vite di Silvano Alves, Adriano Moraes, Guilherme Marchi e Kaique Pacheco. Tutti campioni del mondo o aspiranti tali, conosceremo le loro famiglie di umile origine e la tradizione brasiliana del rodeo.
Per la maggior parte del tempo, noi e il documentario, cercheremo di capire cosa spinge delle persone a praticare uno sport che rischia ogni week end di lasciarti su una sedia a rotelle. Sicuramente i soldi, sicuramente la fama, ma dalle loro parole traspare più una febbre, una bisogno di adrenalina, la ricerca dell’immortalità nel prestigio di essere campione del mondo.
Ma quello che davvero stupisce è l’assoluta mancanza di rivalità tra i concorrenti, soprattutto tra i brasiliani. La vera sfida, come ripete Guilherme Marchi, il leader carismatico del gruppo, è con il toro e ogni volta che un rider sale in groppa la paura non deve esistere, non si può essere insicuri o si rischia davvero di non tornarci più, a casa.
Alessandro Benassi