Lo spettro dell’Anoressia Mentale dilaga tra le giovani adolescenti

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Di Alessandra D’Alessio


Il 2021 ha registrato un incremento del 50% delle richieste di prima visita per Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione. Il 70% delle persone che ne soffrono è in età adolescenziale e pre-adolescenziale.


Un dato così significativo non può non interrogarci.

A soffrire di anoressia sono soprattutto giovani ragazze tra i 10 ed i 25 anni, ma l’età si sta abbassando anche ad 8 anni. L’anoressia mentale è una condizione clinica che affonda le sue radici nella struttura mentale di chi ne soffre ma la sua insorgenza è strettamente correlata a fattori di tipo ambientale, familiare e relazionale.

L’anoressia esprime una esasperata richiesta d’amore.

L’esperienza alimentare non consiste nel solo atto di nutrirsi ma rappresenta anche un modo di comunicare nella dimensione socio- culturale. Il cibo opera su diversi piani: da un lato vi è sicuramente quello della dimensione nutritiva ma non si riduce mai esclusivamente a questo poiché il nutrimento in quanto primo dono della madre al bambino, ancora prima del dono d’amore, possiede un enorme valore simbolico, è ciò che consente al bambino di entrare nella dimensione del “desiderio”. Lo si legge in Freud quando ci dice che il bambino, dirigendosi verso il seno materno, sperimenta una soddisfazione che va al di là dei suoi bisogni e delle sue esigenze nutritive, ma già in fase così precoce sperimenta la dimensione del desiderio, di uno specifico desiderio, il desiderio d’amore. E questa ricerca lo caratterizzerà per tutto il corso della vita.

I problemi di natura alimentare si manifestano per lo più nell’adolescenza e per lo più nel sesso femminile quando le giovani ragazze, a differenza dei ragazzi, si trovano ad affrontare una serie di cambiamenti complessi. Tra questi preservare la dimensione del desiderio nonostante il faticoso passaggio da un corpo infantile ad un corpo adulto. E’ in questa fase che le giovani ragazze impattano con la questione della femminilità e della sessualità, passaggio questo assai complesso ed estremamente critico a causa di fattori plurimi. Le smisurate suggestioni mediatiche che promuovono la dimensione del femminile ingabbiata in corpi scultorei, plastici ed al tempo stesso irreali, si inseriscono del difficile compito di separazione delle giovani dal loro corpo infantile trovando nel corpo reale una “non corrispondenza” con i canoni estetici più diffusi dando luogo a sentimenti di frustrazione, inadeguatezza e nei casi più gravi a vere e proprie sindromi depressive.

La dimensione puramente “estetica” del femminile ha invaso le menti ed i modelli di riferimento dei giovani e delle giovani adolescenti ed accade oramai sempre più frequentemente che in questa fase nelle giovani donne si incardini una condizione di rifiuto della nutrizione come una “soluzione”. La privazione a cui si sottopongono queste giovani ragazze, paradossalmente, conferisce loro una grande soddisfazione sia fisica che mentale, al punto tale che in molti casi non sono loro a rivolgersi ad uno psicologo ma i genitori.

La fase pandemica ha allontanato in maniera violenta ed improvvisa i nostri adolescenti dai rapporti sociali reali, già fortemente compromessi, spingendoli ulteriormente verso una comunicazione via web. Internet fornisce ai ragazzi un mezzo attraverso il quale esplorare la loro identità, si parla in questo senso anche di “adolescenza tecnologica” situazione questa in grado di rinforzare alcuni comportamenti problematici.


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Esiste una pratica esplosa sul web che si sta diffondendo tra gli adolescenti, e che riguarda la questione del corpo femminile e cioè una sfida definita Boiler summer cup (laddove boiler significa caldaia). Si tratta di una pratica a metà tra il mondo reale e quello digitale in cui vince chi riesce a baciare più ragazze grasse o la più grassa della discoteca. Il tutto può essere filmato e postato sul social tik tok, molto in uso dalle giovani generazioni, senza consenso della vittima. Nel video apparirà “ho vinto la boiler summer cup”. Questa pratica ha gettato nello sconforto e nella disperazione tantissime giovani ragazze vittime reali e potenziali di questa stupida sfida che come conseguenza sta generando un allontanamento dai luoghi di aggregazione quali discoteche e locali in generale.

Ancora una volta il corpo femminile viene ridotto ad una pura rappresentazione oggettuale e questo, non dimentichiamolo, può avere delle importanti ripercussioni sulla salute psicologica delle giovani ragazze e sulle relazioni tra pari in fasi evolutive estremamente complesse come quella adolescenziale.

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