Lo sgombero del Nuovo Cinema Palazzo è sulla bocca di tutti, in questi giorni. Ma la storia di questo spazio inizia ben 10 anni fa. E il suo (presunto) epilogo è tristemente comune.
Questo “luogo del possibile” – come viene piacevolmente definito sul sito ufficiale – ha iniziato la sua attività il 15 Aprile 2011. In quella data, alcuni artisti, studenti, attivisti di spazi sociali, hanno deciso di occupare l’edificio che si trova nel quartiere di San Lorenzo, cuore pulsante di Roma. Per sottrarlo alla speculazione, bloccando di fatto l’apertura di un casinò che stava nascendo senza nessuna autorizzazione. Una data che coincide con la morte di Vittorio Arrigoni, al quale è stata titolata un’area dell’edificio. Un’azione che, nella sentenza al processo civile del 15 Febbraio 2012, era stata ritenuta “legittima”.
Ma i contrasti sono stati numerosi.
Nel 2017 sono andate a processo 12 persone, per quella occupazione. tra queste, Sabina Guzzanti. E nell’Ottobre 2019, erano stati apposti i sigilli all’edificio, in un momento in cui non c’era nessuno. Sul posto si trovavano l’ufficiale giudiziario, l’avvocato della proprietà, due vigilantes privati e un fabbro. Ma non le forze dell’ordine. Si è parlato per questo di un’azione illegittima. E gli occupanti sono tornati al loro posto.
Lo spazio sociale si trova nella lista degli sgomberi di 23 immobili dalla prefettura di Roma. E su questo si sono mossi i legali della proprietà. Il documento inserisce nell’immobile di piazza dei Sanniti lo “Spazio 32″, «che si trova a 400 metri di distanza e nulla ha a che vedere con il Nuovo Cinema Palazzo».
Questi sarebbero i motivi fondamentali dello sgombero. Ma sono stati anche aggiunti altri capi di imputazione, come la PRESUNTA attività di spaccio. Un’accusa che sembra decisamente inverosimile, visto che il Nuovo Cinema Palazzo è dichiaratamente contro ogni forma di dipendenza, tra cui il gioco d’azzardo e le sostanze stupefacenti.
Dal 2011 fino allo sgombero di ieri, nello spazio si sono susseguite iniziative a sfondo culturale e solidale. Dibattiti, seminari in collaborazione anche con l’università ed altre istituzioni. Ma anche performance, concerti, proiezioni, corsi, raccolte di pacchi alimentari. Nuovo Cinema Palazzo è diventato uno spazio indispensabile per i cittadini, parte del tessuto del quartiere di San Lorenzo e di Roma tutta.
Andando a colmare il vuoto istituzionale di un’amministrazione che troppo spesso si dimentica dei cittadini e delle loro esigenze, economiche ma anche sociali e culturali. E come? Con iniziative volte alla ricerca di un benessere comune, per allontanarsi da un atteggiamento che sempre più spesso si traduce in abbandono alla socialità e alla cultura.
Le priorità della politica, oggi, sembrano essere piuttosto quelle imposte dal consumismo, dal fabbisogno economico dei soliti pochi che si arricchiscono alle spalle dei più. Gli spazi di libertà, che sono spazi di resistenza, vengono sgomberati, in favore della speculazione e della costruzione di città che vivono sotto una palla di vetro. Dei parchi a tema a disposizione dei turisti, ma mai dei cittadini. Un business davvero redditizio, in cui non c’è spazio per il pensiero, lo spirito critico, la creatività e la socialità. Una gran tristezza.
Che trova il suo simbolo nell’abbattimento del Tiglio cresciuto tra il cemento di Piazza dei Sanniti, dove si trova Nuovo Cinema palazzo. Un evento avvenuto poco più di un mese fa, e per ragioni discutibili.
Sulla questione Nuovo Cinema Palazzo, si sono esposti anche personaggi pubblici.
Come Zero Calcare, presente alla manifestazione di dissenso. E anche uno dei volti più significativi del cinema italiano, Elio Germano, che come sempre si distingue non solo per il grande talento di attore, ma anche per il proprio impegno sociale. Più volte, infatti, ha fatto sentire la sua voce per esprimersi in favore di una cultura orizzontale, accessibile a tutti. In maniera precisa, puntuale, etica, significativa. In un video (che trovate qui) esprime tutto il dissenso e la disapprovazione dovute allo sgombero. Un intervento che invita a riflettere in merito a questioni anche molto più ampie.
Tornando allo sgombero, ciliegina sulla torta è la gaffe della sindaca Raggi, che ai tempi della candidatura a sindaco intervenne, proprio nelle stanze di Nuovo Cinema Palazzo, in merito al destino degli spazi sociali nati in immobili comunali. Promettendo di regolamentare la situazione.
La sindaca di Roma, ieri, ha scritto un tweet dove dichiarava la propria soddisfazione in merito agli sgomberi di San Lorenzo e di alcuni spazi occupati invece da Forza Nuova, creando un parallelismo assai infelice tra le due realtà. Ha poi tentato di recuperare, dicendo che le due esperienze non sono neanche lontanamente paragonabili. Ma ormai il danno era fatto. Sono diversi i 5 stelle che hanno preso le distanze da questi interventi, a ragion veduta.
Quello che viene fuori dallo sgombero di Nuovo Cinema Palazzo non può lasciarci indifferenti. (Per approfondirle le dinamiche, può essere interessante la lettura di questo articolo).
Perché ancora una volta ci pone davanti al fatto che i cittadini hanno bisogno di spazi, condivisione, socialità, cultura. La politica si deciderà ad ascoltare questi bisogni? O continuerà a concentrarsi solo sul profitto? Verranno abbattuti tutti gli avamposti di libertà? Nell’Italia della distanza SOCIALE, un concetto antropologicamente e sbagliato, una combinazione di parole infelice, abbiamo bisogno invece di spazi sociali.
Sofia Dora Chilleri