Lo sfregio sul volto di Costanza Bonarelli e delle donne vittime di violenza

lo sfregio

La Galleria degli Uffizi di Firenze organizza, dal 2 novembre al 19 dicembre 2021, una mostra contro la violenza sulle donne intitolata “Lo sfregio”.

La mostra mette in relazione un’opera scultorea del Seicento di Gian Lorenzo Bernini, il busto di Costanza Piccolomini Bonarelli, moglie dello scultore Matteo Bonarelli – in prestito dal Museo Nazionale del Bargello e restaurato da Maura Masini con un finanziamento delle Gallerie degli Uffizi – con gli scatti contemporanei della fotografa Ilaria Sagaria, dedicati alle donne sfigurate con l’acido e protagoniste del ciclo “Il dolore non è un privilegio”.

Il busto di Costanza Bonarelli

“Lo sfregio” è una mostra simbolicamente organizzata nel periodo della ricorrenza della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, istituita nel 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che si celebra ogni 25 novembre.

Il busto in marmo in  mostra fu realizzato da Bernini per uso privato, senza committente, ritraendo la donna che per un periodo fu la sua amante. La donna è rappresentata in posizione frontale con una leggera torsione del viso. Vestita con una camicia sbottonata sul seno, Costanza è ritratta con i capelli in disordine, come se fosse la fotografia di un momento di intimità. L’artista è uno dei maggiori esponenti dell’arte barocca italiana e le pieghe della camicia, seppur di marmo, appaiono di una leggerezza e morbidezza inaudite, tipiche del naturalismo.

In occasione della mostra, il busto di Costanza Piccolomini Bonarelli è stato sottoposto a un restauro finanziato dalle Gallerie degli Uffizi: l’opera così si può di nuovo apprezzare appieno, grazie a questo simbolico atto di risarcimento, però contro i danni del tempo. In mostra la guardiamo non solo come un capolavoro di uno dei massimi scultori barocchi, ma siamo invitati a riflettere sull’efferata violenza dei forti contro i deboli. E a meditare sul dolore inenarrabile della sopravvivenza.

Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi

Lo sfregio

La storia dell’amore del Bernini e di Costanza è però destinata a un tragico epilogo: lo sfregio.

Nell’estate del 1638, lo scultore scoprì il legame dell’amante con suo fratello minore Luigi. In un eccesso di gelosia, aggredisce quindi il fratello e ordina a un servitore di sfregiare il volto della donna.

Per proteggere Luigi, la madre denuncia Gian Lorenzo al Cardinal Barberini, che viene assolto con la difesa di essere un uomo “eccellente nell’arte”. Il servo e Luigi Bernini, invece, vengono spediti in esilio.  Infine, Costanza viene condannata per adulterio a quattro mesi di reclusione in monastero.

Fortunatamente, Costanza Bonarelli farà poi ritorno dal marito per avviare con lui un fiorente commercio di sculture.

Gli attacchi con l’acido

Facendo un parallelismo con la vicenda di Costanza, l’artista Ilaria Sagaria espone nella mostra le sue fotografie di donne vittime di violenza. Queste donne, vittime di attacchi con l’acido, vedono il proprio volto sfregiato. Il loro viso é infatti preso di mira per distruggere la loro bellezza e renderle inappetibili ad altri uomini.

La violenza tramite acido è un fenomeno globale che non è legato all’etnia, alla religione e tantomeno alla posizione sociale e geografica. Nonostante siano stati registrati casi di aggressione anche ai danni di uomini, rimane una forma di violenza con un impatto maggiore sulle donne.

 

Oltre alla brutalità fisica causata da un gesto inumano, c’è il trauma psicologico da affrontare: la perdita dell’identità, la depressione e l’isolamento. Dopo la fase di ospedalizzazione, sono costrette a passare lunghi periodi chiuse dentro casa e, anche quando potrebbero uscire all’aperto, rifiutano di mostrarsi in pubblico e di affrontare lo sguardo degli altri. Mettono via gli specchi e le loro fotografie, eliminando qualsiasi cosa che possa mostrare quello che erano prima e quello che sono diventate in seguito, diventando così prigioniere di una casa privata di memoria e identità.

 

Attraverso le loro testimonianze, ho ricostruito un racconto, una mise-en-scène fotografica che potesse restituire questi momenti senza spettacolarizzarne il dolore, concentrandomi sull’aspetto psicologico e sul concetto di identità.

Ilaria Sagaria, fotografa




Violenza di genere

In Italia, i dati Istat mostrano che il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni (6 milioni 788 mila) ha subìto, nel corso della propria vita, una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Gli aggressori sono spesso partner o ex partner, parenti o amici, tanto che il 62,7% degli stupri é commesso da partner.

Nel mondo, la violenza contro le donne interessa una donna su tre. Sembra strano doverne ancora parlare nel 2021, eppure è così.

La violenza di genere e il femminicidio sono temi purtroppo ancora attuali, ma devono essere debellati – come qualunque altro tipo di violenza. Non possono essere scusate, non ci sono scusanti. Non importa che la violenza sia commessa da un geniale imprenditore, un eccellente artista o una persona d’ingegno: la violenza, qualsiasi sia il suo nome, deve essere sempre condannata e combattuta. Questo è il messaggio dei curatori.

Giulia De Vendictis

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