Uno scisma silenzioso sta avvenendo all’interno della Chiesa.
Uno scisma o una frattura che si rende evidente quasi ogni giorno. Questa frattura separa di netto, sempre più, le parole del Papa dalla volontà di moltissimi fedeli. Lo vediamo quando il Pontefice predica l’accoglienza dei migranti ad un popolo di fedeli che, in larga misura, vorrebbero allontanare gli stessi migranti per difendere la loro “cultura cattolica“.
Questo fatto, in realtà, è piuttosto insolito nella storia della Chiesa. Anzi, potremmo dire che solo raramente il Papa è stato contestato dai fedeli. Mentre i fedeli, a loro volta, hanno quasi sempre seguito i dettami del vicario di Cristo. Lo si vede molto bene nelle lotte tra Guelfi e Ghibellini. Ma lo si nota ancor di più ricordando il “Non expedit“: disposizione della Santa Sede del 1868, che proibiva ai cattolici italiani di partecipare alle elezioni politiche.
Nel 1870, inoltre, il Concilio Vaticano I decreta il dogma dell’infallibilità papale. Egli non può essere in errore per quanto riguarda la dottrina cattolica. La sua autorità è dunque pari a quella delle Sacre Scritture.
Lo scisma sessuale
Una piccola frattura, in realtà, già si era registrata. In particolare a causa degli scontri relativi all’aborto e alle pratiche contraccettive. In questi casi, però, il distacco fu più silenzioso. Il nemico era la Chiesa, non il Papa. Inoltre, coloro che chiedevano più libertà finivano per allontanarsi da essa, collocandosi ai suoi margini.
Attualmente, invece, l’odio dei fedeli si riversa contro il Papa stesso. Lui è il nemico. Un uomo ritenuto inadatto al ruolo ricoperto. Allo stesso tempo i fedeli non hanno alcuna intenzione di allontanarsi dalla Chiesa. Si sentono intimamente cattolici, magari anche in modo ipocrita e meschino; ma rivendicano, in ogni caso, questa identità.
Qualcuno potrebbe far notare, giustamente, un dettaglio curioso. Almeno quando si parla di migranti, infatti, le parole del Papa possono dirsi perfettamente in linea con la dottrina cattolica. Accoglienza, carità, supporto ai più deboli e così via. A molti fedeli, però, semplicemente, non interessa più la coerenza con le Sacre Scritture. Il Cristianesimo è divenuta una religione astratta e identitaria. Gli insegnamenti pratici sono stati abbandonati o privati di significato, lasciando il posto a forme di devozione spesso del tutto personali.
Non contano le Sacre Scritture, non conta l’infallibilità papale. Questi fedeli rivendicano una vera e propria sovranità.
L’atteggiamento è del tutto coerente con la situazione politica in cui ci troviamo. Una situazione in cui la contestazione, insieme al dibattito politico, si sta facendo sempre più violenta e radicale. Anche i fedeli, di conseguenza, non sono più disposti ad accettare tacitamente i dettami del Pontefice. Vogliono esser loro a decidere, rivendicando la stessa autorevolezza del Papa, in una sorta di Cristianesimo a “democrazia diretta“.
Appena eletto, Papa Francesco, si era dimostrato in grado di riunire un enorme consenso nel mondo cattolico. Consenso che, tuttavia, non ha retto contro lo scoglio rappresentato dal dibattito sull’accoglienza.
La stessa Chiesa, al suo interno, sembra spezzarsi in più parti. Timidamente qualcuno parla di accoglienza. Altri propagandano la loro fede vagamente razzista. La maggior parte del clero, però, resta in silenzio. Il tema fa paura a molti. Pare che lo stesso Papa, in realtà, si trovi a corto di alleati all’interno della Santa Sede. Lo scisma, sembra coinvolgere ogni angolo del regno Cattolico.
Questa frattura al momento insanabile, potrebbe anche sciogliersi in un nulla di fatto. Se dovesse protrarsi a lungo, però, il Papa potrebbe perdere definitivamente una buonissima parte dei suoi fedeli. Un evento che, volendo speculare o fantasticare, sancirebbe, a sua volta, la nascita di una sorta di setta di “Cattolici sovranisti“. Riottosi nei confronti delle parole del Papa e alla costante ricerca di una fede priva di apporti caritatevoli ma ricolma di aspetti identitari e devozionali.
Andrea Pezzotta