Lo sciopero della fame di Abir Moussi durante i giorni di attivismo contro la violenza sulle donne in Tunisia

sciopero della fame di Abir Moussi

Abir Moussi, presidente del Partito Destouriano libero (Pdl), è la rivale dichiarata del presidente tunisino Kais Saied e si trova in carcere dal 3 ottobre scorso. Lo sciopero della fame di Abir Moussi è stato annunciato in una lettera pubblicata dal suo partito e durerà per i 16 giorni della campagna internazionale di attivismo contro la violenza sulle donne, per protestare contro il ministero tunisino degli Affari femminili.

L’arresto di Abir Moussi

Abir Moussi è un’avvocata, ex parlamentare e presidente del Partito dei costituzionalisti liberi (Pdl), formazione politica della destra laica tunisina. È la rivale dichiarata del presidente Kais Saied per le elezioni in Tunisia del 2024, anche se i sondaggi la danno seconda ma con molto distacco. Il 3 ottobre, però, il regime di Kais Saied l’ha arrestata e pochi giorni fa il suo partito ha annunciato lo sciopero della fame di Abir Moussi.

Abir Moussi fa paura al presidente in vista delle elezioni del 2024 perché rappresenta un riferimento per il ceto medio e abbiente e per l’elettorato femminile che si è visto negare diverse tutele negli anni. È detta anche la “pasionaria” ed è nota per essere protagonista di singolari manifestazioni.

È stata arrestata il 3 ottobre, davanti al Palazzo presidenziale di Cartagine, mentre si preparava a presentare ricorso al Tribunale amministrativo contro i decreti sulle elezioni locali pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale. Secondo quanto indicato dal partito, le sarebbe stato impedito di depositare il ricorso e al rifiuto dell’ufficiale di accettare l’atto sarebbe nata una accesa discussione.

Le accuse che le sono state mosse sono quelle di “tentativo di cambiare la forma di governo, incitamento dei cittadini ad armarsi gli uni contro gli altri, provocazione di disordini sul territorio tunisino, trattamento di dati personali senza il consenso dei proprietari e ostacolo alla libertà di lavoro”. Sono tutti reati che, secondo i suoi avvocati, possono portare alla pena di morte.

Lo sciopero della fame di Abir Moussi

Abir Moussi, che si trova in carcere dal 3 ottobre, ha annunciato, tramite una lettera pubblicata dal suo partito, uno sciopero della fame. Lo sciopero della fame durerà i 16 giorni di attivismo internazionale contro la violenza sulle donne per protestare contro le ingiustizie del regime tunisino.

La lettera, che annuncia lo sciopero della fame di Abir Moussi, è rivolta principalmente alla ministra delle Donne del paese. Chiedendo spiegazioni su come non sia intervenuta di fronte alla situazione in cui una donna tunisina, sostenitrice dei valori della modernità e dei principi dello stato di diritto, rischia l’esecuzione da parte del governo. Nella lettera si legge:

Non ha sentito che il suo governo sta per commettere il più atroce crimine di violenza politica e il più atroce processo di tortura psicologica e fisica contro il leader del partito discendente dal pensiero illuminato di Bourguiba che ha istituito il Codice dello Statuto Personale in Tunisia?

Abir Moussi ha iniziato, quindi, lo sciopero della fame, per protestare contro le ingiustizie di cui ritiene di essere vittima, ritenendo “la sua detenzione forzata e realizzata con la falsificazione di notizie volte a ingannare l’opinione pubblica sull’esistenza di un reato mai avvenuto”.

Nella lettera, inoltre, annuncia che invierà un’ulteriore lettera alle Nazioni unite per denunciare e mettere in guardia contro gli eccessi del regime in vigore in Tunisia.

Luisa Campazzo

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