Jacob Anthony Angeli Chansley, alias lo ‘sciamano di QAnon’, si candiderà al Congresso per le prossime elezioni 2024: il volto emblematico della sommossa a Capitol Hill si presenterà davanti ai votanti dell’Arizona come libertario
Probabilmente le memorie circa l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 sono focalizzate su una ed una sola figura, quella dello ‘sciamano di QAnon’ che guida i suoi oltre le porte sfasciate e le finestre spaccate del Congresso americano per contestare la non ancora riconosciuta elezione di Joe Biden; oggi, invece, appresa la notizia secondo cui si candiderà al Congresso in occasione delle elezioni 2024, dovranno essere le coscienze ad esser mosse.
Oltre alle cinematografiche corna da ‘Toro seduto’, pelliccia e tatuaggi, dati ben più empirici andrebbero, infatti, ricordati: il gruppo di sostenitori di Donald Trump che prese d’assalto il Congresso americano causò la morte di cinque individui, dei quali un agente di sicurezza e quattro manifestanti, e diversi feriti, provocando in totale più di cinquanta arresti. Uno di quest’ultimi proprio ai danni di Jacob Chansley, condannato in via definita a 3 anni e 5 mesi e riconosciuto affetto da schizofrenia transitoria e disturbo bipolare.
Dopo aver riconosciuto la propria colpevolezza, lo ‘sciamano’, patteggiata la sua condanna lo scorso marzo dopo 27 mesi in carcere, è stato trasferito in una struttura d’accoglienza di Phoenix, la sua città natale, dove dovrà scontare il minimo della pena prevista, ulteriormente edulcorata da sconti di pena concessi a chi è ritenuto “genuinamente pentito”.
Non va dimenticato che Chansley prese parte ai primi gruppi di rivoltosi che entrarono in Capitol Hill, e sin dall’inizio si erse a comandante delle folli truppe che occuparono il palazzo: come scordare, infatti, i suoi slogan improvvisati al megafono “per sollevare la folla e chiedere che i legislatori fossero portati fuori” in un probabile momento di guerrafondaia estasi à la Robert E. Lee (generale dell’ultimo esercito della Confederazione del Sud).
Nonostante la pena ed il riscontro di incontestabili disturbi psichiatrici, secondo alcune testate dell’Arizona lo ‘Sciamano’ si candiderà nel Libertarian Party alle elezioni per il rinnovo parziale del Congresso del 2024, durante le quali correrà per il seggio dell’ottavo distretto congressuale del suo stato natale.
Oltre agli inevitabili dilemmi deontologici ed etici che una buona analisi può sollevare, ma che lascio a voi lettori, e a quella ben più tecnica legata all’analisi comparata tra i due mondi giuridici del common law e del civil law, che rimando agli esperti, c’è una questione che vorrei di seguito approfondire, e cioè quella relativa al peso dell’informazione
Un breve video tratto dal programma televisivo “Tucker Carlson Tonight” dello scorso marzo, in onda sul canale americano Fox News, mostrava Jacob Chansley durante l’assalto insieme ad alcuni agenti in atteggiamenti affabili.
Secondo la narrazione del conduttore Tucker Carlson, estrapolata dalle oltre 40.000 ore di filmati concessi dal presidente della Camera Kevin McCarthy ai media, nessuno degli agenti sembrava aver ostacolato Jacob Chansley durante la sua presenza all’interno dell’edificio.
La reinterpretazione delle immagini trasmesse proposta dal conduttore, in altri termini, diffondeva un messaggio univoco, ossia che ci fosse stata una sorta di “collaborazione tra gli agenti e lo sciamano”, ma soprattutto che quest’ultimo sarebbe stato condannato in tribunale ingiustamente.
Carlson, noto sostenitore di Trump, inoltre, descriveva l’intera scena come un «caos per lo più pacifico».
La ricostruzione fornita dal servizio di Fox News era, però, del tutto fuorviante: risulta evidente, infatti, l’omissione di numerosi dettagli già noti, anche in tempi precedenti alla concessione dei filmati originali, e, soprattutto, è impossibile non notare i processi di decontestualizzazione viziosa e distorsione fatti sugli eventi stessi.
Il programma di Fox News non è stato il solo ad alimentare il seguito a favore dello ‘sciamano’; Elon Musk, ad esempio, già lo scorso marzo chiedeva la sua liberazione, postando su X il seguente commento: “Quattro anni per un tour scortato dalla polizia?”.
Lo ‘sciamano’ cessa, dunque, di essere l’emblematico ‘cattivo’ dei fumetti di Tex, e si fa fulcro. Fulcro di tira e molla mediatico-politici che rischia di entrare per la seconda volta nei palazzi del potere americano e, cosa ancora peggiore, questa volta dalla porta principale.
La questione che ci si palesa è, dunque, la seguente: ci stiamo forse deresponsabilizzando al punto tale da lasciare le nostre scelte etiche alla mercé di analisi compiute da altri? E, collegata ad essa: da quando all’informazione è stato concesso uno spazio che travalichi la semplice riflessione e parli l’idioma del giudizio?