Il 22 e 23 aprile l’Italia si mobilita contro gli abusi sui bambini. Lo farà insieme a Telefono Azzurro, attesa a giugno al prestigioso traguardo del trentesimo anno di attività al fianco di bambini e adolescenti. L’Associazione sarà presente questo week end in oltre 2000 mila piazze italiane con la campagna di sensibilizzazione “Fiori D’Azzurro – per coltivare il seme del rispetto”.
A questo link le piazze e le località interessate all’iniziativa
I fatti di cronaca all’ordine del giorno ci riportano alla mole di violenza raccontata dai quotidiani, che fa il paio con le segnalazioni che pervengono alle linee di ascolto 1.96.96, e alle linee di emergenza 114 e gestite da Telefono Azzurro, sulla chat di azzurro.it, l’app e i social network. Un orecchio costantemente teso attraverso tutti i mezzi di comunicazione con cui operatori specializzati offrono un primo soccorso a chi trova il coraggio di gridare aiuto, denunciando l’autore di atti di violenza fisica e psicologica, dal vivo o sul web. Ricevendo telefonate cosi:
“L’ultima volta che mi ha picchiata tanto è stato a febbraio … è venuto da me in camera e ha incominciato a picchiarmi con la cinghia perché diceva che non dovevo prendere i brutti voti e da lì ha continuato a picchiarmi forte … a scuola non potevo fare motoria, sennò si vedevano i lividi … la vergogna quando ti succedono queste cose è tanta … vorresti chiuderti in te stessa e scomparire dal mondo…”
“Il compagno della mamma sbatteva la testa di mia madre contro il lavandino e le faceva uscire il sangue e nel frattempo mio fratello (la mia sorellina non era ancora nata) si aggrappava a me … per questo anche oggi quando ha paura di qualcosa vuole stare con me … Qualche volta mi capita di picchiare mia madre di aggredirla con forza…. È più forte di me”.
Alle linee di ascolto 19696 e linee di emergenza 114 il Centro Nazionale di Ascolto di Telefono Azzurro nel corso del 2016 ha fornito informazioni circa a 4.000 casi (2315 all’19696 e 1665 al numero 114), circa 11 bambini aiutati ogni giorno. A fronte di un numero di chiamate pervenute molto consistente, 160.000 chiamate di cui gran parte non erano contestualizzate.
- Chi chiama le linee di ascolto
Leggera prevalenza per le femmine rispetto ai maschi (58% vs. 42%), prevalentemente dal nord (40,3%); seguono le regioni del centro Italia (31,1%) e, infine, le Isole e le regioni del sud Italia (28,2%).
Osservando il dato più nel dettaglio, a livello regionale, è possibile osservare che le regioni da cui proviene un maggior numero richieste di aiuto sono la Lombardia (17,3%), il Lazio (13,4%) e il Veneto (10,7%).
- I Motivi delle linee di ascolto:
Più 1 caso su 4 gestito da Telefono Azzurro nel periodo di tempo considerato riguarda situazioni di abuso e violenza (21,3%). Quasi 1 caso su 5 (19,4%) dei casi gestiti riguarda situazioni familiari di rischio – ad esempio per assunzione di sostanze alcoliche o stupefacenti da parte dei genitori – o di problemi relazionali– ad esempio conseguenti ad adozione/affido o alla separazione dei genitori. Il 19,1% dei casi è dato dalle richieste di aiuto dovute a difficoltà relazionali con i pari o figure adulte di riferimento. Il 17,4% dei casi riguarda situazioni di difficoltà per situazioni che coinvolgono il benessere dei ragazzi (salute mentale), tra cui ad esempio episodi di cutting o tentativi di suicidio.
La maggior parte (50,5%) delle situazioni segnalate sono di natura intra famigliare: avvengono cioè all’interno delle mura domestiche. Seppur in misura inferiore, avvengono anche a scuola (19,4%). Tra i responsabili del disagio troviamo la Madre (29%), un Amico (28,9%), il Padre (24,5%).
Fatti che quotidianamente si mescolano con il violento urto del danno psicologico dovuto alle forme di violenza dalla durata potenzialmente perenne.
“Abbiamo bisogno di tutti per garantire ascolto ai più piccoli al telefono, in chat, sui social– ha dichiarato il Professor Ernesto Caffo, Neuropsichiatra infantile e Presidente di SOS Il Telefono Azzurro Onlus – Occorre investire nella cultura, supportando realtà perennemente al fianco di chi per natura parte indifeso -. Un piccolo gesto da parte degli italiani ci farebbe sentire meno soli in questa battaglia contro un avversario così grande. Occorre continuare a intervenire nelle scuole per sollecitare i ragazzi a testimoniare, vincere la vergogna e non stare zitti. E’ indispensabile avere le risorse per consentire ai nostri operatori di rispondere al telefono, in chat e sui social prima che sia troppo tardi. Per aiutare sempre più bambini occorre il sostegno di tutti”.