L’Italia precipita nella classifica Global Gender Gap, violenze in aumento

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La parità di genere è un obiettivo fondamentale per la costruzione di società più giuste ed equilibrate, è quindi con dispiacere che dobbiamo constatare come l’Italia stia retrocedendo nella classifica globale del Global Gender Gap. Questo rapporto internazionale, che monitora i progressi verso la parità di genere in tutto il mondo, posiziona l’Italia in una situazione che solleva molte preoccupazioni.


Nelle splendide sale del Maxxi di Roma, la Ong Terre des hommes Italia ha recentemente svelato un documento che getta luce su una realtà particolarmente urgente. Si tratta della dodicesima edizione del dossier Indifesa, un poderoso rapporto che spalanca le porte su un universo di diritti violati e violenze perpetrate ai danni delle bambine e delle ragazze, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Un grido d’allarme che sussurra la necessità di un cambiamento, di un’immediata inversione di rotta, se vogliamo davvero realizzare i traguardi fissati dall’Agenda 2030 in termini di parità di genere.

Ma Indifesa è molto più di un semplice elenco di orrori; è un tributo alle storie di ragazze coraggiose, eroine moderne che, come la Nobel Malala Mohammadi, combattono ogni giorno per costruire un mondo più equo e vivibile per tutti noi. Sono voci di attivismo che risuonano per la pace, per la difesa del clima, per abbattere quei pregiudizi che ancora sussistono, e per il diritto all’istruzione, negato da governi che dimostrano una inaccettabile indifferenza nei confronti del genere femminile.

L’Italia, nel 2023, si trova in una situazione che l’illustre direttore generale della Fondazione Terre des hommes Italia, Paolo Ferrara, definisce “ancora piena di ombre e a tratti frustrante“. La posizione del nostro paese nella classifica del Global Gender Gap Report è scesa dalla 63esima alla 79esima posizione, un triste declino che ci pone solo al 30esimo posto tra i 36 paesi europei presi in esame.

Questo dossier non è solamente un documento denuncia; è un invito a intraprendere un cammino verso un mondo migliore per le bambine e le ragazze in Italia. Un appello affinché i dati e le opinioni di esperti scuotano le coscienze, generando un dibattito pubblico che possa portare a risposte concrete da parte dei leader politici. Solo attraverso un’azione coraggiosa possiamo sperare di avvicinarci alla parità di genere.

Una delle tematiche più inquietanti che emergono dai dati del dossier riguarda l’incremento del 10% nei reati contro i minori in Italia nel 2022. Le principali vittime sono le bambine e le ragazze, sottoposte a varie forme di abuso, principalmente violenza sessuale (89%) e atti sessuali con minorenni. Seguono reati quali corruzione di minori, pornografia minorile, prostituzione minorile e maltrattamenti da parte dei familiari. Inoltre, le ragazze adolescenti sono più propense a subire violenze online, con un aumento significativo tra le 15enni (+10,4%) e le 18enni (+7,1%).

Un ulteriore aspetto affrontato dal dossier è il fenomeno degli abusi sui minori nello sport in Italia, grazie a una ricerca condotta da Nielsen per l’associazione “Change the Game” con il supporto di Terre des hommes. I risultati sono sconcertanti: il 40% dei ragazzi e il 37% delle ragazze ha dichiarato di aver subito abusi. Ancora più preoccupante è il fatto che molte delle ragazze non hanno chiesto aiuto, spesso perché credevano che ciò che stavano subendo fosse “accettabile” o “tollerabile”. Questi abusi hanno portato molte ragazze a abbandonare lo sport o a cambiare disciplina, una scelta meno frequente nei maschi vittime di violenza.

Rinunciare allo sport rappresenta una perdita significativa in termini di sviluppo personale, socialità e benessere mentale, soprattutto in un momento in cui la salute mentale tra i giovani sta peggiorando a causa degli effetti della pandemia di Covid-19. È allarmante notare che il 2022 ha visto un aumento dei “Neet” (Not in Education, Employment, or Training), con il 20,5% di giovani tra i 15 e i 29 anni, principalmente ragazze, che non studiano, non lavorano e non si impegnano in attività formative, un incremento rispetto al 17,7% dei ragazzi.

Anche nel settore dell’istruzione, emergono dati che dovrebbero farci riflettere. Sebbene le ragazze ottengano risultati migliori nei voti di laurea rispetto ai ragazzi, le professioniste nei campi STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) guadagnano meno dei colleghi maschi. La disparità di genere è ancora più evidente nelle discipline informatiche e dell’ingegneria industriale e dell’informazione. La mancanza di donne in posizioni chiave nel settore dell’intelligenza artificiale è altrettanto preoccupante, con stime che rivelano che solo il 22% della forza lavoro nel campo tecnologico in Europa è composto da donne.

Il dossier solleva anche la questione del gender gap nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale, dove la presenza femminile è ancora significativamente limitata. Aumentare la quota di donne in questo settore potrebbe portare a un notevole aumento del PIL europeo, ma le barriere da superare sono molte, compresi i pregiudizi di genere e la mancanza di accesso alla tecnologia per lo sviluppo delle competenze digitali fin da giovani.

La diffusione dell’Intelligenza Artificiale potrebbe avere un impatto significativo sul lavoro, con l’80% dei posti di lavoro in pericolo che riguarderebbe le donne. Questo sottolinea la necessità di progettare sistemi di AI affidabili che tengano conto dei bias di genere e che siano utilizzati in modo responsabile nei processi decisionali.

Il dossier Indifesa è un grido di allarme, un richiamo all’azione per tutti noi. Dobbiamo fare di più per garantire un futuro migliore alle bambine e alle ragazze, per abbattere le barriere che ancora ostacolano la parità di genere in ogni aspetto della società, dalla giustizia all’istruzione, dallo sport alla tecnologia. Solo attraverso un impegno congiunto possiamo sperare di costruire un mondo più equo e vivibile per tutti.

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