Il 1° maggio il Consiglio dei ministri ha deliberato la prosecuzione delle missioni delle nostre forze armate in diversi scenari e l’avvio di una nuova operazione militare in Burkina Faso.
La nuova operazione militare in Burkina Faso.
Il 1° maggio il Consiglio dei ministri, su proposta della presidente Giorgia Meloni e del ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha deliberato la prosecuzione delle operazioni delle nostre forze armate in diversi scenari internazionali, e l’avvio di una nuova missione bilaterale “di supporto alle forze della Repubblica del Burkina Faso impegnate contro le milizie jihadiste”; nelle prossime settimane verranno definiti tempi, costi e modalità dell’intervento. La nuova operazione militare in Burkina Faso segue la scia dell’accordo di cooperazione sulla difesa firmato nel 2019 dall’allora ministra della difesa pentastellata, Elisabetta Trenta, e il suo corrispettivo burkinabé, Moumina Chériff Sy. Nel patto di collaborazione di 4 anni fa, finalizzato al rafforzamento delle relazioni bilaterali e alla lotta al terrorismo, la ministra Trenta comunicava che:
“L’Accordo con il Burkina Faso sottolinea la significativa importanza che l’Italia dà alla cooperazione con l’Africa, con l’obiettivo di supportarli nel loro percorso di stabilizzazione e sviluppo. Il miglioramento delle condizioni di sicurezza di quest’area rappresenta un aspetto imprescindibile di questo nostro impegno e, le Forze Armate italiane, fianco a fianco con la nostra cooperazione internazionale, sono particolarmente impegnate in tal senso”
L’Italia si è dunque impegnata a fornire al Burkina Faso armamenti di diverso tipo, come elicotteri, carri armati, armi da fuoco, munizioni e altro materiale bellico. Il disegno di legge dell’accordo bilaterale di cooperazione è stato approvato definitivamente il 29 aprile 2021, quando ministro della difesa era Lorenzo Guerini.
Le relazioni tra Italia e Burkina Faso
Le relazioni tra i due paesi si sono sviluppate molto negli ultimi anni, a partire, oltre che dall’accordo, dall’apertura di una ambasciata italiana nella capitale del paese africano, Ouagadoudou. I due paesi sono molto vicini, sia per quanto riguarda la cooperazioni bellica contro le milizie jihadiste che infestano il Burkina Faso, sia per la volontà di contrastare i traffici illegali che causano i vari flussi migratori verso il Mediterraneo. Nel 2020 la viceministra Emanuela Del Re, durante l’assemblea generale dell’Alleanza G5, ha infatti dichiarato. “L’Italia attribuisce una grande importanza al Burkina Faso per la stabilizzazione del Sahel e la recente firma dell’accordo di cooperazione in materia di difesa consentirà di aumentare la collaborazione bilaterale per la formazione nei settori del controllo delle frontiere e della lotta ai traffici illeciti”.
Il Burkina Faso è però dal settembre 2022 preda di un colpo di stato, che ha visto la rimozione del governo in carica e la presa del potere da parte dei militari, guidati dal comandante delle forze speciali Ibrahim Traoré. L’accaduto ha suscitato preoccupazione nel governo italiano, che si è dichiarato contrario al golpe, e, sempre Emanuela Del Re (oggi Rappresentante speciale UE per il Sahel) ha dichiarato che: “Le motivazioni alla base del colpo di Stato sono profonde e vanno ricercate nei serissimi problemi di sicurezza, con i continui attacchi terroristici e di gruppi armati ai danni della popolazione e delle forze armate, nei problemi economici, nella corruzione diffusa, nella mancanza di accesso ai servizi di base”. Insomma una situazione molto complessa che non permette al paese africano di godere di una pace, anche di breve durata.
Gli ultimi sviluppi
Vista l’importanza che il nostro paese ha attribuito negli ultimi anni alla regione del Sahel, non stupisce come si stia impegnando attivamente per cercare di “assicurare stabilità nel territorio”, anche continuando ad inviare soldati presso uno stato che è di fatto non democratico ma governato da golpisti. L’interesse non sembra però essere verso il Burkina Faso nello specifico, quanto più verso la regione in generale, infatti il piano 2022-2024 della Difesa, presentato dall’ex ministro Guerini riporta che i livelli di impegno verso il Burkina Faso potrebbero essere “rivalutati“, a favorendo il supporto bilaterale ad altri paesi, come ad esempio il Niger, le cui autorità ” paiono garantire una stabilità di medio termine”. Nonostante questo però, il governo Meloni ha autorizzato questa nuova missione per supportare le forze armate del Burkina Faso, che ricordiamo hanno preso il potere con la violenza sono dedite a drammatiche violazioni dei diritti umani, oltre ad aver preso contatti con la Russia e soprattutto con la società di mercenari privati Wagner. Insomma, una missione a supporto di uno Stato che, per quanto sia strategico, non può definirsi in linea con la democrazia.
Marco Andreoli