“La pandemia ha annegato l’Italia nel dolore, ma ora questo dolore è sfociato in un’azione positiva: la candidatura al premio Nobel del corpo sanitario italiano”
L’Italia al Nobel 2021 celebrerà l’impegno del corpo sanitario nazionale, che dall’inizio della pandemia ha dimostrato la sua dedizione oltrepassando ogni limite fisico ed emotivo. Oltre lo stremo verso un ideale, quello per cui si lavora: curare un Paese fatto di esseri umani, senza cedere allo sconforto. Un’iniziativa nata dall’impegno di Lisa Clark, co-presidente dell’International Peace Bureau.
“Ho riconosciuto quell’Italia che mi ha fatto innamorare; il sostegno a chi è in difficoltà, il senso di comunità, il fatto che tutti volessero aiutare”. Queste le parole pronunciate alla Conferenza del 2 Ottobre alla fondazione Gorbaciov, promotrice della campagna di adesione, che ha visto più di 350 mila partecipanti.
L’Italia come un Corpo
Corpo è il termine con cui Lisa Clark ha presentato il personale sanitario a Oslo. L’espressione esalta l’operato del personale sanitario, che si è mosso come un tutt’uno per salvare vite. Proprio in Italia, l’emergenza sanitaria è stata vissuta più duramente, facendo i conti con mancanza di personale, carenza di posti letto, pressione delle strutture. Ma il corpo sanitario non si è tirato indietro, sopportando ritmi di lavoro oltre i limiti fisici e uno stress emotivo opprimente, aggravato dall’isolamento dai propri cari per il contatto con i malati. Questa dedizione ha contraddistinto l’Italia nella battaglia contro il virus sin dai primi tempi della pandemia.
L’Italia al Nobel e il gradimento di Oslo
La candidatura del Corpo sanitario è avvenuta lo scorso 19 Gennaio. Ad apporre la prima firma Mauro Paladini, professore ordinario di diritto privato presso l’Università di Brescia. Il primo traguardo è stato raggiunto, e ora seguirà una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica che proseguirà fino all’assegnazione del riconoscimento il 10 dicembre. La Commissione di Oslo ha espresso il proprio gradimento verso l’iniziativa della campagna: trasformare il dolore in memoria e far sì che tutto il mondo riconosca l’impegno del corpo sanitario italiano, che per primo ha affrontato l’emergenza COVID-19 in situazioni spesso drammatiche.
Elena Marullo