90 candeline sulla torta della storia della pedagogia italiana per il Liceo statale Montessori di Via Livenza in Roma. L’istituto, quasi un secolo fa, ospitò e consacrò la nascita del metodo didattico creato dall’educatrice e filosofa italiana Maria Montessori che ne fu anche la direttrice.
L’approccio educativo del metodo, si basava principalmente sull’indipendenza e sull’importanza della libertà nelle varie fasi educative; tutto rispettando il naturale sviluppo psicologico, fisico e sociale del bambino. La scienziata sosteneva che dare la possibilità di agire liberamente, in un contesto preparato secondo il suo modello, avrebbe spontaneamente favorito una crescita ottimale. Il Regio Decreto n.781 del 1928, rappresentò la messa in pratica di questa nuova didattica proprio nel Liceo sopracitato.
”Questa Montessori è una gran rompiscatole!”
Nel 1933, con questa frase letteralmente annotata su un appunto per il suo segretario, Benito Mussolini decreta la chiusura della scuola. Immaginiamo di catapultarci in quegli anni in una Roma in pieno regime fascista. Nelle scuole veniva impartita una disciplina caratterizzata dalla staticità nei banchi e da regole inflessibili. L’avvento della pedagogia montessoriana cambia radicalmente il carattere dell’educazione infantile e ne smussa totalmente la rigidità. L’interazione con l’ambiente, con i colori, il gioco ed il movimento, presero il posto della severità fino a quel momento padrona. L’universalismo e la novità del metodo, andavano sempre più in contrasto con il nazionalismo e le ideologie su cui si basava il fascismo.
Dopo circa 30 anni e dopo vari tentativi falliti, nel 1964, l’istituto venne finalmente riaperto e oggi preserva materiale prezioso della sua fondatrice. Inoltre, è sede di un museo proprio a lei dedicato. Oggi, nel giorno della sua ricorrenza, 5 Febbraio, si terrà una conferenza nella quale verranno ripercorse la nascita, le fasi e le controversie della sua storia.
Attualmente, questo metodo così amato quanto criticato, è ospitato da 1200 scuole in Germania. E ancora, 370 in Irlanda, 220 in Olanda, 200 in India, 150 in Giappone e negli Stati Uniti raggiunge addirittura 4500 istituti. E nel Bel Paese? Nonostante l’Italia abbia dato i natali alla nuova pedagogia, soltanto 137 edifici scolastici ne hanno sposato il sistema.
L’educazione si sa, è il fattore fondamentale per la riuscita di una comunità, di uno Stato. Ma se uno Stato continua a tagliare i fondi al sistema educativo è forse un controsenso che permette a chi sta al potere (illudendosi) di pilotare e tenere a bada l’intelligenza collettiva? quando si dice ‘…mi è scappata la tastiera’. E vabbè!
D’altronde lo diceva pure la Maria Montessori novant’anni fa : “Quando una società scialacquatrice ha necessità di denaro, lo sottrae anche alle scuole, il più assurdo dei suoi errori“.
Claudia Marciano