Fin dall’alba dei tempi la circoncisione è stata oggetto di enormi polemiche. L’ultima in ordine di tempo arriva dall’Islanda, dove alcuni membri del parlamento islandese provenienti da 5 diversi partiti hanno proposto di recente una legge per mettere al bando la circoncisione, con pena fino a sei anni per chi continua a praticarla.
Alla base di questa iniziativa ci sono la tutela della salute e i diritti dei bambini, che dopo pochi giorni di vita si ritrovano a dover fare i conti con questa tradizione religiosa in maniera del tutto inconsapevole. Ed è proprio su questo punto che fa leva la deputata dei Progressisti, Silja Dögg Gunnarsdóttir: “Credo che alle persone dovrebbe essere permesso di avere delle convinzioni sulla propria vita, ma bisogna tracciare la linea quando queste hanno a che fare con altre persone. I bambini dovrebbero avere il diritto di scegliere le proprie convinzioni quando diventano adulti”.
Allo stesso tempo, molti studi tra cui quelli dell’Accademia Americana dei Pediatri, hanno appurato i benefici che può comportare la circoncisione, come ad esempio una maggiore igiene, minori probabilità di avere infezioni e contrarre malattie sessualmente trasmissibili.
Nella terra dei ghiacci la notizia non ha destato particolare stupore, anche perché la comunità ebraica (da sempre fautrice della circoncisione al pari dei musulmani) sul posto è davvero esigua. La proposta di legge però, ha fatto il giro del mondo ed è stata aspramente criticata, in primis da parte il Cardinale Reinhard Marx, presidente della Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea, che l’ha definita un pericoloso attacco alla libertà di culto.
Tra coloro che hanno storto il naso ci sono naturalmente anche la Conferenza dei Rabbini Europei, con alcuni esponenti danesi e norvegesi che hanno avviato una campagna contro l’abolizione della circoncisione.
Non si tratta della prima volta che questa antica pratica viene messa in discussione. Altri paesi del Nord Europa su tutti Germania (dove nel 2012 è stata regolamentata dopo alcune vicissitudini), Danimarca e Svezia, in passato avevano espresso la loro indignazione per l’escissione del prepuzio in età infantile. Nelle prossime settimane se ne saprà di più, quando il tutto verrà discusso in parlamento.
Antonio Pilato