Fa condannare in appello suo padre per aver abusato ripetutamente di lei. Si chiama Lisa e ha dieci anni, la bimba coraggio che adesso non vuole più nemmeno il cognome dell’orco.
Cinque giorni fa la sentenza che dichiara la colpevolezza di quell’uomo che ha abusato della figlia, da quando aveva cinque anni e ha maltrattato sua madre. Nove anni e sei mesi la pena inflitta al mostro che era stato assolto in primo grado, perché la testimonianza di Lisa non era risultata attendibile. La bimba e il suo avvocato, Brigida Alaimo, non si sono arrese: l’intenzione della piccola era quella di parlare direttamente con i giudici per far valere le sue ragioni, ma è accaduto di meglio: il processo è stato riaperto e così Lisa ha potuto spiegare, nei minimi particolari i terribili abusi subiti. Il suo racconto lucido e senza contraddizioni questa volta ha convinto i giudici.
Alla notizia della condanna di suo padre, la piccola ha esultato, proprio come racconta la madre:
“Appena sono arrivata davanti alla scuola e le ho dato la notizia, lei mi è saltata addosso e mi ha abbracciata forte. Le ho fatto un regalo quel giorno: non ho lavorato e siamo state tutto il giorno insieme. È finito un incubo per lei. Quell’assoluzione l’aveva ferita profondamente. Mi chiedeva ogni giorno il perché di quella decisione da parte del tribunale”.
La prima confidente a cui Lisa, tra le lacrime, ha rivelato le atrocità che subiva, era una piccina come lei, sua compagna di scuola che le aveva consigliato di rivelare ogni cosa alla sua mamma e così la bimba ha fatto. Di fronte a tale inaudita violenza la donna rimase sconvolta:
“Quando ho saputo tutto mi è crollato il mondo addosso. Avevo lasciato quell’uomo che era violento con me ma mai avrei immaginato che fosse arrivato a tanto con nostra figlia”.
È durata ben quattro anni la battaglia legale di madre e figlia e la condanna potrebbe essere solo un passo in avanti, anche se molto significativo. Lisa non vuole più il cognome del padre e sono già state avviate tutte le pratiche burocratiche per far sì che questo avvenga.
“Quando a scuola la chiamano con il cognome di lui, mia figlia si innervosisce e si rifiuta di accettare di portare quel cognome”
Le parole della coraggiosa Lisa sono intrise di dolore quando parla dell’accaduto con la sua mamma:
“Mamma quello che ho fatto è giusto. Perché nessuna bambina deve mai subire quello che ho dovuto subire io”.
Anna Lattanzi