Un altro passo nella scalata delle donne ai vertici delle forze armate. Oggi il vice ammiraglio Lisa Franchetti è diventata ufficialmente il comandante della Sesta Flotta Usa. La prima donna a rivestire tale incarico. Inoltre la nomina la rende anche vice comandante delle Forze navali in Europa e in Africa.
In mattinata, a bordo della nave Uss Mount Whitney ormeggiata nel porto di Napoli, si è tenuta la cerimonia per il passaggio di consegne. La cerimonia è stata presieduta dall’ammiraglio James Foggo, attuale comandante della base napoletana della Nato. Lisa Franchetti prende il posto del vice ammiraglio Christopher Grady.
Lisa Franchetti: una carriera brillante grazie al giornalismo
Il suo cognome rivela chiari origini italiane. Lisa Franchetti è nata a Rochester, nello stato di New York. Inizialmente aveva scelto di fare la giornalista. Ma dopo essersi laureata, ha incontrato alcuni ragazzi anche loro desiderosi di intraprendere la carriera militare. Lisa ha accolto l’invito a provarci, quindi si è arruolata e da quel giorno la sua vita ha preso un’altra direzione, cambiando per sempre.
Il suo curriculum racconta un’ascesa inarrestabile, che l’ha vista gestire con determinazione ed enormi successi ruoli sempre più importanti e gravosi. Lei stessa ha raccontato in alcune interviste di quando al sito Northwestern guidò una missione molto delicata in Corea. Lisa Franchetti attribuisce il successo della sua carriera militare anche agli studi in Scienze del giornalismo.
Aver studiato giornalismo – ha spiegato la nuova comandante della Sesta Flotta – le ha permesso di acquisire la mentalità giusta. Gli studi hanno allenato la sua curiosità e le hanno insegnato a fare le domande giuste nel momento giusto così da comprendere sempre meglio ciò di cui si stava occupando. Abilità, queste, che l’hanno aiutata molto negli anni passati in marina.
Lisa Franchetti – come da lei stessa dichiarato – è ben consapevole che comandare un gruppo in campo militare significa essere responsabile in tutto e per tutto di ogni singola persona, del suo addestramento e di ogni sua azione. Un compito gravoso che non l’ha mai spaventata, ma che ha voluto sempre sostenere.
Michele Lamonaca