L’Irlanda e il suo paradosso economico
Un surplus che non raggiunge i suoi cittadini
L’Irlanda si trova attualmente in un paradosso economico dalle molteplici sfaccettature. Da un lato, il paese prevede un significativo surplus di bilancio, che potrebbe raggiungere i 65,2 miliardi di euro entro il 2027, grazie alle elevate entrate fiscali generate dalle multinazionali attratte dalla bassa aliquota fiscale del 12,5%. Dall’altro lato, molti cittadini non percepiscono i benefici di questa ricchezza.
Il bilancio positivo dell’Irlanda
L’Irlanda ha vissuto un notevole cambiamento economico negli ultimi anni, culminato in un surplus di bilancio che ha sorpreso molti osservatori internazionali. Nel 2023, il surplus è stato di €8,3 miliardi, pari al 2,9% del Reddito Nazionale Lordo (GNI), e si prevede che raggiunga i €65,2 miliardi entro il 2027. Questo surplus è principalmente attribuibile all’eccezionale aumento delle entrate fiscali derivanti dalle multinazionali, in particolare nel settore tecnologico e farmaceutico. Questo fenomeno è stato definito da alcuni un paradosso economico, poiché nonostante l’abbondanza di risorse finanziarie, molte sfide strutturali persistono.
Le entrate fiscali irlandesi sono state fortemente influenzate dalla bassa aliquota fiscale del 12,5%, che ha attratto un gran numero di multinazionali. Le entrate da imposte sulle società sono aumentate drasticamente, passando da circa €4,5 miliardi un decennio fa a quasi €24 miliardi nel 2022. Questa crescita ha reso le imposte sulle società responsabili di oltre il 25% delle entrate fiscali totali del governo irlandese, un dato che supera di gran lunga la media europea, inferiore al 10%. Qui si evidenzia ancora il paradosso economico: il successo fiscale è dovuto principalmente a fonti potenzialmente instabili, il che solleva domande sulla sostenibilità di lungo periodo di queste entrate.
Secondo il Ministro delle Finanze Michael McGrath, questo surplus è il risultato di una gestione oculata delle finanze pubbliche e offre opportunità che non sono disponibili per molti altri paesi sviluppati. Tuttavia, il Ministro ha avvertito che parte di queste entrate potrebbe essere di natura transitoria e soggetta a fluttuazioni, rendendo necessaria una pianificazione prudente per evitare l’uso di queste risorse per spese permanenti.
Il surplus di bilancio ha generato aspettative elevate tra i cittadini irlandesi. Molti chiedono che i fondi vengano utilizzati per migliorare i servizi pubblici e affrontare la crisi abitativa. Oisín Ó Faoláin, un giovane residente a Dublino, ha espresso la sua frustrazione: «Vorrei che il governo investisse in alloggi pubblici piuttosto che in sussidi per i proprietari».
Le opinioni sulla gestione del surplus variano ampiamente. Elaine Fallon, proprietaria di un’attività artigianale a Dublino, ha sottolineato la necessità di reinvestire nel servizio sanitario per migliorare le strutture e aumentare il numero di letti disponibili. Queste richieste evidenziano la crescente pressione su un governo che deve navigare tra la gestione delle risorse e le aspettative della popolazione.
Per affrontare le sfide legate alla volatilità delle entrate fiscali, l’Irlanda sta considerando l’istituzione di fondi sovrani come il Future Ireland Fund, destinato a finanziare spese future legate all’invecchiamento della popolazione e ai cambiamenti climatici. Questo approccio mira a garantire una gestione sostenibile delle finanze pubbliche nel lungo termine, evitando gli errori del passato che hanno portato a misure di austerità durante la crisi finanziaria del 2008-2009. In questo contesto, emerge ancora il paradosso economico: nonostante il surplus, l’Irlanda deve adottare un approccio conservativo per proteggersi dalle future incertezze.
Impatti economici e sociali
La crisi abitativa in Irlanda ha raggiunto proporzioni allarmanti, caratterizzate da un forte squilibrio tra la crescita della popolazione e la disponibilità di alloggi. Tra il 2015 e il 2023, la popolazione irlandese è aumentata a un ritmo impressionante, con un rapporto di quasi quattro nuovi abitanti per ogni nuova unità abitativa costruita. Secondo un rapporto di Savills, questo è il peggior risultato tra i paesi analizzati, con un incremento della popolazione che supera le nuove costruzioni di circa 3,8 a 1. Questo squilibrio rappresenta un vero e proprio paradosso economico: mentre la domanda di abitazioni cresce, l’offerta rimane insufficiente, spingendo il costo degli immobili fuori dalla portata di molti cittadini.
L’aumento della domanda ha portato a un’impennata dei prezzi degli immobili e degli affitti. Dal 2021 al 2024, i prezzi delle case sono aumentati del 24%, mentre gli affitti hanno visto un incremento del 26,9%. Attualmente, il costo medio di un appartamento con una camera da letto a Dublino supera i €1.800 al mese, posizionando la capitale irlandese tra le città più costose d’Europa
Laura Murphy, una giovane professionista del settore finanziario, ha dichiarato: «Non ricordo l’ultima volta che ho incontrato amici senza parlare della crisi abitativa». Questa sensazione di impotenza è condivisa da molti giovani che si sentono esclusi dal mercato immobiliare, evidenziando ancora un paradosso economico: nonostante la crescita economica del paese, sempre più persone si trovano in difficoltà ad accedere a un bene fondamentale come la casa.
La crisi abitativa ha anche contribuito a un aumento drammatico dei tassi di homelessness. Attualmente, oltre 14.000 persone vivono in condizioni di emergenza abitativa, con un incremento del 70% dei bambini senza fissa dimora negli ultimi anni. Questi dati evidenziano una realtà tragica: molte famiglie sono costrette a vivere in rifugi temporanei o in condizioni precarie.
Il governo irlandese ha messo in atto il piano Housing for All, promettendo di costruire 33.000 nuove unità abitative all’anno. Tuttavia, i risultati finora sono stati deludenti. Anche se nel 2022 e nel 2023 sono state completate oltre 30.000 abitazioni, il numero è ancora insufficiente per soddisfare la domanda crescente. Pearse Doherty, portavoce finanziario di Sinn Féin, ha criticato il governo per la mancanza di progressi: «Ogni anno la situazione peggiora», affermando che i prezzi delle case continuano a correre in modo insostenibile.
In risposta alla crisi, alcune aziende come Ryanair hanno iniziato ad acquistare proprietà per affittarle ai propri dipendenti, evidenziando l’urgenza della situazione. Questo approccio mostra quanto sia grave la mancanza di alloggi disponibili e accessibili sul mercato.
Secondo la Banca Centrale d’Irlanda, il paese ha bisogno di costruire almeno 52.000 nuove unità abitative ogni anno fino al 2050 per affrontare la crescente domanda. Questo richiede non solo un aumento della produzione edilizia, ma anche miglioramenti nella produttività del settore delle costruzioni. La mancanza di alloggi adeguati non solo influisce sulla qualità della vita dei cittadini irlandesi ma rappresenta anche una minaccia per la competitività economica del paese. Qui si evidenzia un altro paradosso economico: l’Irlanda, pur essendo tra i paesi con la crescita economica più elevata in Europa, non riesce a garantire un alloggio dignitoso e accessibile a una parte significativa della popolazione.
Disuguaglianza sociale e servizi pubblici inadeguati
La disuguaglianza sociale in Irlanda è diventata una questione sempre più urgente, accentuata da un sistema di servizi pubblici che fatica a soddisfare le crescenti esigenze della popolazione. Nonostante il paese registri un surplus di bilancio significativo, molte famiglie si trovano in difficoltà, con un bambino su sette che vive al di sotto della soglia di povertà. Questa situazione rappresenta un paradosso economico: mentre l’Irlanda gode di una situazione finanziaria invidiabile, una parte della popolazione affronta gravi problemi economici, accentuati dalla crisi abitativa e dalla carenza di servizi sanitari adeguati.
L’Irlanda ha vissuto un aumento esponenziale dei prezzi degli immobili e degli affitti, con un incremento del 26,9% degli affitti e del 24% dei prezzi delle case dal 2021. Attualmente, oltre 14.000 persone vivono in condizioni di emergenza abitativa, inclusi 4.401 bambini. Questi dati evidenziano come la crisi abitativa non colpisca solo i singoli individui, ma intere famiglie, generando un paradosso economico: nonostante la ricchezza complessiva del paese, una parte crescente della popolazione rimane esclusa dal benessere e dalle opportunità.
Parallelamente alla crisi abitativa, il sistema sanitario irlandese è sotto pressione. Secondo un rapporto dell’OCSE, il 2,6% della popolazione irlandese ha dichiarato di avere esigenze mediche non soddisfatte, un dato superiore alla media dell’Unione Europea. Le lunghe liste d’attesa e la carenza di personale medico hanno portato a situazioni in cui le persone con redditi più bassi sono le più colpite. Gary Murphy, professore di Politica alla Dublin City University, ha sottolineato che «ci sono stati alcuni miglioramenti nel servizio sanitario, ma i medici di base non possono accettare nuovi pazienti e i tempi di attesa nei pronto soccorso sono inaccettabili».
Nonostante il governo irlandese abbia aumentato la spesa per l’edilizia abitativa da €1 miliardo a €6,5 miliardi all’anno, i risultati sono stati deludenti. Come detto, la strategia Housing for All, lanciata nel 2021, ha fallito nel raggiungere i suoi obiettivi: i target per la costruzione di case sociali sono stati costantemente mancati. Ivana Bacik, leader del Partito Laburista, ha criticato il governo per non affrontare efficacemente la crisi abitativa: «Gli affitti sono in aumento, i prezzi delle case sono in aumento e, cosa più vergognosa, i numeri dei senzatetto sono in aumento».
Le testimonianze dei cittadini riflettono il crescente malcontento verso l’inefficienza dei servizi pubblici. Fiona Hurley, attivista per i diritti sociali, ha affermato: «Abbiamo bisogno di una leadership coraggiosa che dia priorità ad alloggi accessibili e promuova l’integrazione sociale». Molti cittadini esprimono frustrazione per la mancanza di accesso ai servizi essenziali e chiedono politiche più inclusive.
Per affrontare queste sfide, è fondamentale che il governo irlandese investa in modo significativo nei servizi pubblici e nelle infrastrutture sociali. Secondo Social Justice Ireland, è necessario utilizzare parte del surplus fiscale per migliorare l’accesso ai servizi essenziali e garantire che ogni cittadino possa beneficiare della crescita economica del paese. In questo contesto emerge un ulteriore paradosso economico: nonostante la ricchezza generata dal surplus, l’Irlanda continua a fronteggiare gravi carenze nei servizi fondamentali, sollevando questioni sia economiche che morali che richiedono un intervento immediato.