L’intesa europea sul regolamento per la gestione delle crisi migratorie

L'intesa europea in merito al Patto migranti - asilo.

Mercoledì 4 ottobre, i rappresentanti nazionali dei 27 Stati membri dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo sulla gestione delle crisi migratorie. Il testo votato sarà discusso al Parlamento europeo nell’ambito dell’approvazione della riforma delle politiche di accoglienza, che dovrebbe concludersi prima delle elezioni del 2024.

L’intesa europea è stata raggiunta durante una riunione degli ambasciatori dei 27 paesi membri. Polonia e Ungheria si sono espresse contrarie a tale accordo, mentre Austria, Slovacchia e Repubblica Ceca si sono astenute.

L’approvazione è avvenuta grazie al raggiungimento di una maggioranza qualificata, che prevedeva il di almeno 15 paesi che equivalgono al 65% della popolazione europea.

La mediazione tra Italia e Germania

Il nuovo accordo è stato rettificato dopo che l’Italia e la Germania hanno trovato una soluzione in merito alla questione che vedeva divise le reciproche opinioni sulle organizzazioni umanitarie che soccorrono i migranti nel Mediterraneo.

Il punto di vista di Roma si basava sulle polemiche nate dalla discussione sui finanziamenti tedeschi alle ong che operavano a Lampedusa e nel Mediterraneo.

La richiesta verso Berlino era quella di eliminare dal documento il nesso collegato alle operazioni condotte dalle organizzazioni non governative. La volontà era quella di ristabilire la versione dell’accordo stipulata lo scorso luglio.

I due Paesi hanno raggiunto un accordo dopo la mediazione della Spagna e il riferimento contestato è stato eliminato dalla stesura dell’accordo. Di conseguenza, il suo valore normativo è stato ridotto, anche se fondamentalmente all’Italia continueranno a spettare i salvataggi previsti.

La nuova formulazione recita:

“Le operazioni umanitarie non devono essere considerate come strumentalizzazione delle migrazioni, quando non sussiste il tentativo di destabilizzare uno Stato membro”.

Cosa prevede l’intesa europea sul regolamento per la gestione delle crisi migratorie

In primo luogo, l’intesa europea si è accordata sul permesso degli Stati membri di poter ricorrere a misure eccezionali qualora si presentasse una situazione di improvvisi e massicci arrivi dei migranti.

Con il nuovo accordo, il paese di primo approdo è autorizzato a trattenere alla frontiera i richiedenti asilo per un periodo di venti settimane. Durante questo lasso di tempo, le richieste di protezione internazionale verranno esaminate.

Inoltre, è stata prolungata da dodici a venti settimane, la detenzione delle persone alle quali viene rifiutato l’asilo, in modo tale da agevolare il rimpatrio.

Altra misura prevista è l’accelerazione delle procedure di richiesta d’asilo, per le persone in fuga da pericoli reali e “straordinari” (come ad esempio le guerre).

Tale decisione punta ad agevolare il sistema convenzionale che molte volte risulta lungo e burocraticamente lento, garantendo protezione immediata a determinate categorie di persone.

L’intesa europea e le dichiarazioni di Giorgia Meloni

“Devo dire che non mi sento isolata io, mi sembra che sia molto più isolata la sinistra europea che continua a ritenere di poter affrontare questa materia in modo ideologico, facendo di fatto un lavoro che non aiuta nessuno”

Sono queste le parole della presidente Giorgia Meloni con le quali ha commentato l’intesa europea sul testo recentemente approvato, espresse in un’intervista rilasciata a Sky TG24.




E aggiunge:

“Abbiamo visto le dichiarazioni dei vertici dei Paesi del Med 9, abbiamo visto la Francia, con la Germania si era aperta una discussione sul patto di migrazione e asilo perché chiedeva di aggiungere un emendamento che secondo me faceva dei passi indietro sul tema anche delle Ong”.

 

[…] “L’emendamento è stato ritirato ed è passata la posizione italiana. Si tratta di implementare velocemente gli strumenti effettivi, è poi nella velocità di realizzazione che l’Europa deve essere più brava”.

Andrea Montini

 

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