L’inquietante aumento dei casi di lebbra nel mondo

aumento dei casi di lebbra

L’aumento dei casi di lebbra rappresenta una preoccupante realtà che ha catturato l’attenzione a livello globale. Nel corso del 2022, il mondo ha assistito a un incremento significativo dei nuovi casi di questa antica malattia, segnalando un aumento del 23,8% rispetto all’anno precedente. Questo fenomeno ha suscitato allarmi tra gli esperti della salute e le organizzazioni impegnate nella lotta contro la lebbra, sottolineando la necessità di rafforzare gli sforzi per combattere questa malattia insidiosa.

Nel corso del 2022, abbiamo assistito a un incremento inquietante dei casi di lebbra, un’antica malattia che sembrava essere sotto controllo. Secondo l’ultimo rapporto annuale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sono stati segnalati a livello globale ben 174.087 nuovi casi, registrando un allarmante aumento del 23,8% rispetto all’anno precedente, quando se ne erano contati 140.594. Questi dati emergono da un’indagine che ha scosso l’Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau (AIFO), impegnata da oltre sessant’anni nella strenua battaglia contro la lebbra. Un impegno che si mantiene saldo nel ricordo di Raoul Follereau, la cui nascita celebra quest’anno il 120° anniversario.

Negli ultimi anni, la tendenza dei nuovi casi di lebbra era stata in lieve calo dal 2013, sebbene con notevole lentezza. Tuttavia, gli ultimi due anni hanno assistito a un drastico aumento, che ha seguito il calo dovuto alla pandemia di Covid-19. La diffusione della malattia è stata in parte attribuita alla ridotta capacità di diagnosi causata dal rallentamento delle attività di sorveglianza epidemiologica e dei centri di trattamento ambulatoriali.

Un aspetto preoccupante è la concentrazione dei casi in tre Paesi principali: l’India (con 103.819 casi), il Brasile (con 19.635 casi) e l’Indonesia (con 12.441 casi). L’India da sola rappresenta oltre la metà dei nuovi casi. Inoltre, negli Stati Uniti, in particolare in Florida, si sono verificati casi autoctoni a causa del contatto con animali selvatici, come l’armadillo, che hanno probabilmente innescato una maggiore trasmissione interumana.

Uno dei dati più allarmanti riguarda i bambini, poiché il 5,1% dei nuovi casi coinvolge i più piccoli. Questo dato dimostra che la catena di trasmissione è ancora attiva e precoce, con un aumento del 14,6% nelle diagnosi rispetto all’anno precedente.

AIFO sostiene le strategie globali dell’OMS per l’eliminazione della malattia, concentrandosi sul supporto ai servizi di trattamento per garantire diagnosi precoci e migliorare la qualità delle cure. Tuttavia, i dati evidenziano che molte persone sono ancora diagnosticate quando è troppo tardi, a causa della scarsa conoscenza dei sintomi della malattia nelle comunità, delle difficoltà di accesso ai servizi e della qualità insufficiente delle cure, portando spesso a disabilità fisiche irreversibili.

In linea con la strategia dell’OMS, AIFO promuove azioni di educazione sanitaria a livello comunitario per favorire la diagnosi precoce delle persone colpite. Nel rapporto dell’OMS si evidenzia inoltre che ci sono ancora Paesi in cui si verificano discriminazioni contro i malati di lebbra o leggi che permettono discriminazioni basate sulla malattia. Per questo motivo, AIFO si impegna in attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni per garantire l’inclusione delle persone colpite nella società.

AIFO è coinvolta nei progetti di controllo della lebbra seguendo la Road Map 2021-2030 per il controllo delle Malattie Tropicali Neglette, che comprende una Strategia Globale della Lebbra (Towards zero leprosy, 2021-2030). Gli obiettivi principali sono la significativa riduzione dei nuovi casi diagnosticati ogni anno, la diminuzione delle persone con gravi disabilità al momento della diagnosi e il numero di bambini infetti.

Il presidente di AIFO, Antonio Lissoni, aggiunge che l’organizzazione lavora per interrompere la trasmissione della lebbra, prevenire le disabilità e eliminare le discriminazioni, promuovendo l’inclusione sociale e ripristinando la dignità delle persone affette da questa malattia. AIFO implementa un approccio multisettoriale che include la riabilitazione fisica, l’educazione sanitaria, la riabilitazione socioeconomica e l’informazione nelle comunità dove è attiva.

Nonostante la lebbra sia stata inclusa nella lista delle Malattie Tropicali Neglette dell’OMS, la sua persistenza in alcune regioni dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina è ancora un problema sanitario significativo. Sarà necessario promuovere azioni integrate per il controllo di questa malattia, in sintonia con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile (SDG 2030).

AIFO continua a sensibilizzare l’opinione pubblica anche in Italia, e il 28 gennaio 2024 si celebrerà la 71^ Giornata Mondiale dei malati di Lebbra, con l’obiettivo di mantenere alta l’attenzione su una malattia curabile ma ancora presente in molte parti del mondo. Come dichiara il presidente Lissoni, la catena di trasmissione della lebbra è ancora attiva in molte regioni vulnerabili, e va interrotta al più presto. La lotta contro questa malattia continua, spinta dalla volontà di un mondo più giusto e inclusivo per tutti, indipendentemente dalla loro condizione di salute.

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